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Aiuti e sostegni se si chiude una attività commerciale disponibili quest'anno nel 2025

Agevolazioni economiche per i titolari di negozi, bar e attività che cessano di lavorare. Requisiti e importi

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Aiuti e sostegni se si chiude una attivi

La cessazione definitiva di un'attività commerciale è un momento delicato, con implicazioni non solo economiche ma anche personali e sociali per chi, dopo anni di lavoro nel settore del commercio al dettaglio, nella ristorazione o nella distribuzione, si trova costretto a chiudere. Nel 2025, il contesto normativo e le misure di sostegno previste dallo Stato e dagli enti previdenziali italiani sono stati aggiornati per offrire concrete opportunità di tutela economica a commercianti, titolari di bar, agenti di commercio e operatori assimilati. Le novità dell'anno attuale includono, tra l'altro, massimali rivisti, nuovi criteri di accesso e una gamma più ampia di aiuti pubblici e regionali, oltre ai tradizionali contributi nazionali gestiti dall'INPS e dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MiMIT). Di seguito, una panoramica completa dei principali strumenti di sostegno attivi, dei requisiti, delle procedure e delle possibilità collegate alla chiusura di attività commerciali in Italia.

Indennizzo per cessazione definitiva dell'attività commerciale

L'indennizzo per chi cessa definitivamente l'attività commerciale, noto come "indennizzo commercianti" è un sostegno economico riconosciuto agli iscritti alla Gestione speciale commercianti dell'INPS che abbiano terminato in via definitiva la loro attività. Questa prestazione, divenuta strutturale dal 2019 (ai sensi della legge n. 145/2018 e successive modifiche), si rivolge a titolari o coadiutori di attività di commercio al minuto in sede fissa o su aree pubbliche, somministrazione di alimenti e bevande, e ad agenti e rappresentanti di commercio.

Per accedervi nel 2025 occorre soddisfare i seguenti requisiti:

  • Cessazione definitiva dell'attività commerciale, con consegna della licenza al Comune e cancellazione dal Registro delle Imprese o dal Repertorio Economico Amministrativo (REA).
  • Iscrizione da almeno 5 anni nella Gestione speciale commercianti INPS come titolare o coadiutore.
  • Età minima: 62 anni per gli uomini, 57 per le donne.

Restano esclusi dal beneficio:

  • Esercenti all’ingrosso (salvo concomitante attività al dettaglio),
  • Attività commerciali svolte extra sede fisica (e-commerce, porta a porta, vendita per corrispondenza o TV),
  • Somministrazione di alimenti e bevande in luoghi non pubblici (mense aziendali, scuole),
  • Intermediari non previsti ex legge n. 204/85 (procacciatori d’affari, promotori finanziari, agenti immobiliari/assicurativi).

L’indennizzo viene corrisposto in misura pari al trattamento minimo di pensione previsto per la gestione commercianti (nel 2025 pari a 603,40 euro mensili). Il beneficio è erogato, con modalità e tempistiche analoghe alle altre prestazioni pensionistiche, dal primo giorno del mese successivo alla domanda e fino al raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia (67 anni secondo le regole Fornero).

Compatibilità e incompatibilità:

  • Compatibile con altri trattamenti pensionistici (anzianità, invalidità);
  • Incompatibile con qualsiasi attività lavorativa (autonoma o subordinata); la ripresa del lavoro va comunicata all’INPS entro 30 giorni, pena la sospensione dal primo mese successivo.

Durante il periodo di percezione, vengono accreditati contributi figurativi validi solo per il diritto a futura pensione, non per la misura della stessa (INPS servizio online "Domanda di indennità commercianti").

Contributi a fondo perduto e altre misure statali per il commercio

Oltre all’indennizzo INPS, il quadro degli aiuti nel 2025 si è ampliato grazie a specifici contributi a fondo perduto previsti con la Legge di Bilancio e con decreti di attuazione del PNRR, molti dei quali sono a gestione nazionale ma spesso completati da bandi regionali e locali. Le principali tipologie attive nel 2025 includono:

  • Contributi a fondo perduto MiMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy): per attività con specifici codici ATECO, come negozi al dettaglio, somministrazione di alimenti e bevande, e altri comparti del commercio (incluso codice 47 e derivati).
  • Fondo Impresa Donna 2025: sostegno diretto a micro e piccole imprese femminili, grazie a una combinazione di fondo perduto e finanziamenti agevolati.
  • Incentivi Resto al Sud (agevolazioni Invitalia): per attività imprenditoriali avviate nel Mezzogiorno e Regioni coperte.
  • Bandi per imprese creative e culturali (Fondo PMI creative, Cultura Crea), anche con copertura totale delle spese ammissibili.

Per accedere a questi contributi occorre:

  1. Verificare i bandi pubblicati sui siti istituzionali (MiMIT, Invitalia, Regioni, Camere di Commercio);
  2. Presentare domanda telematica unitamente al business plan, dichiarazione requisiti e documentazione aggiuntiva richiesta (bilanci, estratto posizione INPS, ecc.);
  3. Predisporre un piano dettagliato delle spese ammissibili e dichiarazione di assenza di altre procedure concorsuali o situazioni di crisi conclamata, ove richiesto.

I contributi vengono concessi secondo criteri di priorità o graduatoria fino ad esaurimento risorse.

Requisiti e procedure per i contributi a fondo perduto

Tra i criteri più comuni richiesti per accedere ai fondi perduto nel commercio e nella ristorazione:

  • Esperienza o formazione nel settore, documentabile;
  • Regolarità contributiva e fiscale (DURC in regola, assenza di morosità strutturale);
  • Sede legale e operativa in Italia (spesso con incentivi maggiori per il Mezzogiorno, ZES Sud inclusa);
  • Business plan credibile e sostenibile, con obiettivi innovativi o orientati alla digitalizzazione.

Tutti i dettagli relativi ai bandi aperti e ai criteri aggiornati sono disponibili su Invitalia e sul portale MiMIT (Ministero delle Imprese).

Agevolazioni contributive, credito d’imposta e strumenti finanziari per il 2025

Oltre ai fondi a fondo perduto, il 2025 vede la proroga o il rafforzamento delle seguenti principali agevolazioni fiscali e creditizie per il commercio e l’artigianato:

  • Credito d’imposta investimenti 4.0: per l’acquisto di beni strumentali, digitalizzazione e efficientamento energetico degli esercizi commerciali e di ristorazione.
  • Credito d’imposta ZES Unica Sud: fino al 45% dell’investimento per attività site nelle regioni meridionali, con vincolo di mantenimento dei beni e dell’occupazione.
  • Esenzione del canone RAI speciale per gli esercizi in difficoltà e incentivi per rinegoziazione mutui o finanziamenti bancari con garanzia pubblica (Fondo PMI Mediocredito Centrale o SACE per le imprese medie).
  • Agevolazioni regionali (voucher fiere, contributi a negozi storici, incentivi all’assunzione) e sostegno ad associazioni di categoria per percorsi di digitalizzazione e efficientamento energetico.

La richiesta di credito d’imposta deve essere presentata tramite portale dell’Agenzia delle Entrate, o, per bandi locali, seguendo le istruzioni delle Regioni. Questi incentivi sono generalmente cumulabili, salvo espresso divieto nei singoli bandi o regolamenti comunitari.

Ulteriori sostegni e altre misure previdenziali dopo la chiusura attività

La chiusura di un’attività commerciale non comporta solo l’accesso all’indennizzo INPS. Tra le misure accessorie attive nel 2025:

  • Assegno di Inclusione (ADI): per nuclei familiari in difficoltà, con ISEE fino a 10.140 euro. Può essere richiesto anche da ex commercianti che abbiano perso ogni altra fonte di reddito, consultando il sito INPS.
  • NASpI per ex lavoratori subordinati: se nell’attività cessata erano presenti lavoratori dipendenti poi licenziati. Maggiori dettagli sulla compatibilità della partita IVA con la NASpI.
  • Agevolazioni per contribuenti in difficoltà: possibilità di rateizzare debiti contributivi o accedere a rottamazioni selettive in caso di residui INPS/INAIL.
  • Moratorie fiscali e bancarie: attivabili in caso di accertata crisi o calamità locale, tutte dettagliate nei provvedimenti annuali del Governo e delle Regioni.

FAQ: le domande più frequenti sugli aiuti alla chiusura attività commerciale

  • Qual è l’importo massimo dell’indennizzo commercianti nel 2025?
    L’indennizzo mensile riconosciuto per la cessazione definitiva dell’attività commerciale è pari a 603,40 euro lorde mensili, erogate per 13 mensilità fino al compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia ordinaria.
  • È possibile cumulare l’indennizzo con pensioni o altri aiuti?
    Sì, è cumulabile con altre pensioni di invalidità, reversibilità o assegni di accompagnamento, ma è incompatibile con qualsiasi nuova attività lavorativa.
  • Cosa occorre per presentare domanda di indennizzo commercianti?
    Dichiarazione di cessazione definitiva, cancellazione dal Registro Imprese, documentazione anagrafica e di iscrizione INPS commercianti da almeno 5 anni, modulistica aggiornata per il 2025.
  • Quali altre alternative sono previste per chiudere senza accesso all’indennizzo INPS?
    Si può valutare l’accesso ai sostegni per neo-disoccupati, Redito di Inclusione sociale, BandI regionali specifici e, se in possesso dei requisiti, ai bonus e contributi a fondo perduto in corso d’anno.

Per approfondimenti e aggiornamenti sulle principali prestazioni collegate alla chiusura di attività commerciale, si raccomanda la consultazione periodica delle pagine informative ufficiali di INPS, del Ministero delle Imprese, di Invitalia e delle Regioni.