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Anticipo TFR quando e se può essere rifiutato dal datore di lavoro? E cosa fare in questi casi

Quali sono i casi in cui un datore di lavoro può rifiutare l'anticipo del Tfr ad un lavoratore: i chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Anticipo TFR quando e se può essere rifi

Il datore di lavoro può rifiutarsi di accettare la richiesta di anticipo del Tfr?

Generalmente, secondo quanto stabilito dalla legge, il datore di lavoro non può mai rifiutarsi di accettare la domanda di anticipo del Tfr ad un dipendente che ne faccia richiesta ma vi sono casi limite in cui è possibile rifiutare la richiesta, come casi di crisi aziendali e non solo.

Un datore di lavoro può rifiutarsi di accettare la richiesta di anticipo del Tfr da parte di un dipendente? Il Trf, il Trattamento di fine rapporto, è una quota che il lavoratore accantona nel corso della propria vita lavorativa presso l’azienda o l’ente per cui presta servizio e che viene corrisposto nel momento in cui cessa il rapporto di lavoro.

E’ possibile, però, che nel corso della vita un lavoratore possa avere bisogno di soldi per cui chiede un anticipo del Tfr. 

  • Quali sono i casi in cui un datore di lavoro può rifiutare la richiesta dell'anticipo del Tfr
  • Cosa posso fare se il datore di lavoro o l'azienda si rifutano di darmi l'anticipo del Tfr?

Quali sono i casi in cui un datore di lavoro può rifiutare la richiesta dell'anticipo del Tfr

Le domande di anticipo del Tfr vengono accolte nella maggior parte dei casi da datori di lavoro, aziende ed enti a cui i lavoratori presentano domanda.

Stando a quanto previsto dalla legge, il datore di lavoro non può rifiutare la richiesta di anticipo del Tfr se la richiesta del lavoratore è giustificata dai motivi che danno diritto a chiedere l’anticipo.

Non è, però, obbligatorio che l'accetti. Ogni datore di lavoro può, infatti, rifiutare la richiesta di anticipo nel caso in cui il numero dei lavoratori che presentano la domanda di anticipo supera il 10% del totale dei dipendenti che ne hanno diritto e comunque nel limite del 4% del numero complessivo di dipendenti dell’azienda.

Se, per esempio, un’azienda ha 30 dipendenti, di cui 20 con almeno 8 anni di lavoro, deve concedere l’anticipo del Tfr nel limite del 10%, vale a dire a due lavoratori e nel limite del 4% dei complessivi 30 dipendenti.

Ciò significa che le aziende che hanno 30 dipendenti sono obbligate a concedere l’anticipo del Tfr ad un solo lavoratore.

Sono escluse dall’obbligo di anticipare il Tfr le aziende con meno di 25 dipendenti.

Non sono obbligate ad accettare richieste di anticipo del Tfr nemmeno le aziende dichiarate in crisi nei confronti delle quali, per esempio, c’è stata una dichiarazione di fallimento e un provvedimento di liquidazione coatta amministrativa, cioè di amministrazione straordinaria dell’azienda stessa.

Il provvedimento dichiarativo di crisi aziendale va di pari passo con l’esonero dall’obbligo di erogazione dell’anticipo del Tfr per cui i lavoratori di aziende in fase di ristrutturazione o riconversione aziendale a causa della crisi non possono chiederlo.

Infine, il datore di lavoro può rifiutarsi di anticipare il Tfr nel momento in cui viene effettuata una seconda richiesta.

Cosa posso fare se il datore di lavoro o l'azienda si rifutano di darmi l'anticipo del Tfr?

Se non si riesce ad ottenere l’anticipo del Tfr nel momento in cui si effettua la prima richiesta, non è possibile chiederlo ancora, ma se si ha un contratto a tempo indeterminato si pul ricorrere ad un'altra soluzione: chiedere un prestito con la cessione del quinto dello stipendio. 

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