I costi che una famiglia sostiene quando assume una badante convivente sono non solo quelli dello stipendio mensile ma comprendono anche contributi previdenziali e Tfr, indennità per vitto e alloggio, scatti di anzianità
Nel caso in cui nel proprio nucleo familiare ci sia una persona molto anziana da assistere o non autosufficiente, che viva in famiglia o a casa da sola, sempre più spesso si sceglie una badante che lo assista, faccia compagnia e aiuti a svolgere le attività quotidiane, occupandosi anche di cucinare pranzi e cene. Le badanti possono, infatti, essere non conviventi e lavorare per un determinato numero di ore al giorno o convivere con la persona assistita.
E stipendi e costi per badanti conviventi chiaramente variano anche in base alla città dove si cerca e si assume una badante convivente, se a Milano, Roma, Napoli, Firenze, Torino, Bologna, Bari, Perugia, Campobasso, Cosenza, Matera, Palermo, Agrigento, Viterbo, Brescia, Bergamo, Taranto.
Gli stipendi delle badanti conviventi dipendono dal tempo di lavoro, se è full time o part time. Per le badanti conviventi full time lo stipendio mensile netto è:
Per la badante convivente part time (per 30 ore settimanali) lo stipendio mensile è:
I costi che una famiglia deve sostenere per l’assunzione di una badante convivente non sono certo esigui, tra stipendio, contributi, Tfr, indennità varie e registrazione. In particolare, per l’assunzione di una badante convivente, oltre allo stipendio mensile è prevista l’indennità giornaliera per vitto e alloggio che corrisponde a 5,61 euro, ripartiti tra 1,96 euro per ogni colazione, pranzo e cena, e 1,69 euro per l’alloggio.
Vi sono poi i costi per i contributi previdenziali spettanti alla badante convivente: il datore di lavoro deve, infatti, versare alla badante convivente i contributi all’Inps ogni 3 mesi, comprendendo anche il contributo Cassacolf, obbligatorio per tutti i rapporti di lavoro che sono regolati dal CCNL Lavoro domestico.
A stipendio, indennità e contributi si aggiungono poi i soldi previsti per la tredicesima mensilità e per il Tfr. Anch’essi sono costi variabili in base alla tipologia di lavoro svolto dalla badante convivente e del relativo stipendio che percepisce. Nel caso in cui la badante convivente lavori anche nei giorni festivi, come primo e 6 gennaio, lunedì di Pasqua, 25 aprile, primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, Natale, ecc, è dovuto, oltre alla normale retribuzione giornaliera, il pagamento delle ore lavorate con la retribuzione globale di fatto aumentata del 60%.
Senza dimenticare poi gli scatti di anzianità: ogni due anni di servizio svolto presso lo stesso datore di lavoro, indipendentemente dal merito, la badante ha diritto ad una maggiorazione del 4% della retribuzione minima contrattuale in base al proprio livello d’inquadramento. Sono 7 al massimo gli scatti di anzianità che si possono verificare.
Le spese sostenute per assunzione e lavoro di una badante convivente si possono portare in detrazione nella percentuale del 19% su una spesa di 2.100 euro al massimo a condizione che il suo reddito non sia superiore a 40.000 euro. La detrazione prevista si riduce man mano che il reddito aumenta.