Quando effettuiamo un'operazione bancaria, in particolare un trasferimento di denaro, ci aspettiamo che tutto proceda in modo rapido e regolare. Tuttavia, può accadere che un bonifico subisca ritardi, causando disagi significativi al beneficiario. In questi casi, è importante conoscere i propri diritti: la giurisprudenza, infatti, riconosce la possibilità di ottenere un risarcimento quando il ritardo nell'accredito provoca un danno al destinatario.
Per comprendere meglio quando un bonifico possa essere considerato in ritardo, è utile conoscere i tempi previsti dalla normativa per l'esecuzione di queste operazioni. Come ricorda l'Associazione Bancaria Italiana (ABI), la direttiva europea per i servizi di pagamento stabilisce regole precise:
È importante sottolineare che la data valuta coincide con la data di disponibilità, pertanto non è possibile:
La Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio: il ritardo nell'accredito di un bonifico, soprattutto se di importo elevato, può provocare stress e patema d'animo nel cliente che lo attende, configurando un danno morale risarcibile.
Nel caso specifico esaminato dai giudici, un cliente attendeva l'accredito di un bonifico di circa 200.000 euro. A causa del notevole ritardo, il cliente si è trovato in una posizione di estrema difficoltà, al punto di trascorrere notti insonni e dover ricorrere all'uso di psicofarmaci per gestire lo stress.
Secondo quanto stabilito dalla Suprema Corte, questo tipo di disagio psicologico configura un danno non patrimoniale che può derivare da un inadempimento contrattuale capace di pregiudicare un diritto inviolabile della persona. L'istituto di credito è stato quindi condannato al risarcimento del danno per il ritardo nell'esecuzione dell'operazione, per un importo di 5.000 euro.
Per i giudici della Cassazione, il danno morale, inteso come sofferenza soggettiva, rappresenta una componente della più ampia categoria del danno non patrimoniale. Tale danno può derivare anche da un inadempimento contrattuale quando questo pregiudica un diritto inviolabile della persona.
Nel caso dei bonifici in ritardo, si tratta specificamente di un danno da stress o da patema d'animo. La Corte ha chiarito che la risarcibilità di questo tipo di danno presuppone:
La Cassazione ha inoltre precisato che per la prova del danno "non occorre che tra il fatto noto e quello ignoto sussista un legame di assoluta ed esclusiva necessità causale, ma è sufficiente che il fatto da provare sia desumibile dal fatto noto come conseguenza ragionevolmente possibile, secondo un criterio di normalità desumibile da regole di esperienza".
Un aspetto fondamentale della sentenza riguarda la modalità con cui si può provare il danno subito a causa del ritardo nel bonifico. I giudici hanno stabilito che è possibile accertare il danno da patema d'animo in via presuntiva, partendo da un fatto incontestato (il tardivo adempimento della banca nell'accreditare le somme) per giungere al conseguente stato patologico subito dal cliente.
È interessante notare che il giudice può fondare il proprio convincimento anche su una sola presunzione, purché questa sia grave e precisa. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che l'entità della somma oggetto del bonifico (oltre 200.000 euro) fosse sufficiente, di per sé, a far presumere lo stato di ansia e preoccupazione del cliente durante il periodo di attesa prolungato.
Questa valutazione di tipo presuntivo è stata considerata insindacabile da parte del giudice di legittimità, quanto alla sussistenza degli elementi posti a base della presunzione e alla loro rispondenza ai requisiti previsti dalla legge.
Quando si verifica un ritardo nell'accredito di un bonifico, il cliente ha diversi diritti che può far valere:
In caso di operazione di pagamento non autorizzata o eseguita in modo non corretto, il cliente ha 13 mesi di tempo per richiedere il rimborso. In questi casi, spetta alla banca dimostrare che l'operazione sia stata eseguita correttamente.
La giurisprudenza ha individuato diversi fattori che possono incidere sulla quantificazione del danno da ritardo nell'accredito di un bonifico:
Un aspetto processuale importante evidenziato dalla sentenza della Cassazione riguarda l'onere della prova. Nel caso di contenziosi per ritardi nei bonifici, questo si articola in modo specifico:
Il cliente deve dimostrare:
La banca, invece, per andare esente da responsabilità, deve provare:
La sentenza della Cassazione ha chiarito che, per quanto riguarda la prova del danno morale, è sufficiente dimostrare l'esistenza di una presunzione grave e precisa, non essendo necessario fornire una prova diretta dello stato di angoscia o patema d'animo.
Per ridurre al minimo i rischi legati ai ritardi nei bonifici, è consigliabile adottare alcune precauzioni: