Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, chi raggiunge la pensione e inizia a percepire il relativo trattamento può anche continuare a lavorare, ammettendo la nostra legge la cumulabilità tra redditi da pensione e redditi da lavoro, pur dovendo rispettare alcune condizioni. L’importo della pensione finale pertanto aumenta in base ai metodi di calcolo usati per le diverse pensioni, se contributivo, retributivo, misto e ad altri fattori che dipendono soprattutto dai contributi aggiuntivi che si continuano a versare anche dopo la pensione.
Quanto aumenta la mia pensione nel 2022 se continuo a lavorare mentre la prendo? Non è raro imbattersi in casi di pensionati che, una volta maturato il diritto alla pensione e pur percependo il relativo trattamento, continuano a lavorare. Ci sono regole ben precise da rispettare per chi è in pensione e vuol continuare a lavorare. Vediamo se e come cambia l’importo della pensione nel 2022 se si continua a lavorare mentre la si prende.
Stando a quanto previsto dalla normativa in vigore, chi raggiunge la pensione può continuare poi a lavorare considerando che è permessa la totale cumulabilità di redditi da lavoro con redditi di tutte le pensioni di anzianità, di vecchiaia o anticipate, a condizione, però, di rispettare limiti specifici stabiliti.
Precisiamo che pensioni di vecchiaia e anticipate sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro sia per chi rientra nel sistema contributivo, sia per chi rientra nel sistema misto di calcolo della pensione finale e sia per chi rientra nel sistema interamente contributivo, cioè di calcolo della pensione finale esclusivamente basato sui contributi effettivamente versati nel corso della vita lavorativa.
Per quanto riguarda la cumulabilità di reddito da pensione e reddito da lavoro per aumentare la stessa pensione finale con pensioni anticipate, vale anche per chi esce con opzione donna, mentre per chi va in pensione con quota 100 e vuol continuare a lavorare la legge prevede il divieto di cumulo dei redditi di pensione e da lavoro nel periodo tra la decorrenza della pensione con quota 100 (a 62 anni di età e con 38 anni di contributi) e il raggiungimento del requisito anagrafico richiesto per la pensione di vecchiaia (67 anni di età).
Solo nel momento in cui il soggetto raggiunge i 67 anni di età può lavorare pur essendo in pensione per effetto della cumulabilità ammessa tra redditi da lavoro e redditi da pensione. Precisiamo che se si va in pensione con quota 100 a 62 anni e non si rispetta il divieto di lavoro fino a 67 anni si rischia la decadenza della prestazione.
L’unico caso in cui la quota 100 ammette cumulabilità tra reddito da pensione e reddito da lavoro per aumentare l’importo di pensione è quello in cui si percepiscono redditi da lavoro occasionale entro i 5mila euro lordi l’anno.
Ammessa, dunque, per legge la cumulabilità tra redditi da pensione e redditi da lavoro, per calcolare di quanto aumenta la pensione nel 2022 se si continua a lavorare bisogna innanzitutto considerare il metodo di calcolo della nostra pensione, se retributivo, contributivo puro o misto, quindi i coefficienti di trasformazione su cui viene calcolata la pensione finale che danno un risultato diverso a seconda dell’importo che si percepisce e a cui sommare il reddito da lavoro.
Chi è in pensione ma continua a lavorare può aumentare la sua pensione nel 2022 con il supplemento di pensione, che rappresenta un aumento della pensione erogato su esplicita domanda dell’interessato sulla base dei contributi versati successivamente alla data di decorrenza della pensione maturata, che danno vita ad ulteriori supplementi.
Il supplemento di pensione vale per chi versa, dunque, ulteriori contributi nell’Assicurazione Generale Obbligatoria o nella Gestione Lavoratori Autonomi. Si ha diritto alla liquidazione del supplemento di pensione al ricorrere dei seguenti requisiti:
che siano trascorsi almeno 5 anni dalla data di decorrenza della pensione;
che sia stata compiuta l’età per la pensione di vecchiaia.
Il supplemento di pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda e si calcola con lo stesso criterio usato per il calcolo della pensione, sulla base dei contributi effettivamente versati, se la pensione è calcolata con solo metodo contributivo, o sulla base degli stipendi percepiti, se la pensione è calcolata con metodo retributivo.
L’importo calcolato con il supplemento di pensione si somma alla pensione e ne costituisce parte integrante contribuendo pertanto ad aumentare la pensione mentre la si prende.
Per esempio, se un soggetto è andato in pensione a 67 anni di età, raggiungendo i normali requisiti per la pensione di vecchiaia, e ha lavorato continuando a versare contributi per i due anni successivi per un importo pari a 15.000, il supplemento della pensione è di 842,55 euro annui annuo lordi, per circa 70 euro al mese in più sulla pensione che già prende.
Prendendo poi, per esempio, il caso di un lavoratore in pensione che rientra nel sistema di calcolo retributivo della pensione, che si basa sulla rivalutazione degli stipendi degli ultimi 5 anni, se continua a lavorare mentre prende la pensione aumenta il rateo della pensione in proporzione all’importo dello stipendio. Si può aumentare la pensione nel 2022 anche se i contributi aggiuntivi dopo la pensione non si versano all'Inps ma in altre Casse previdenziali.