La cassa integrazione ai metalmeccanici viene pagata direttamente dal datore di lavoro si percepisce subito, se, invece, viene erogata dall’Inps è possibile che l’attesa duri fino a qualche mese e durante la cassa integrazione un lavoratore metalmeccanico percepisce l’80% del suo stipendio.
Difficoltà economiche, sopravvenute emergenze, eventi di causa maggiore o mancanza di materie prime: queste condizioni possono colpire duramente le aziende e si tratta di situazione che permettono alle stesse di chiedere aiuti economici allo Stato per pagare i propri dipendenti, a partire dalla cassa integrazione. Ma come si calcola lo stipendio di un metalmeccanico in cassa integrazione?
I dipendenti con contratto metalmeccanico nei casi di crisi aziendale, esattamente come accade per ogni altra tipologia di azienda, possono essere messi dal datore di lavoro in cassa integrazione, un sostegno economico fornito dallo Stato alle realtà lavorative in difficoltà a carico dell’Inps. Due le tipologie di cassa integrazione previste nel nostro Paese:
La cassa integrazione viene generalmente pagata dal datore di lavoro, che poi viene rimborsato dall’Inps. Quando in casi di estrema crisi e difficoltà l’azienda dimostra di non riuscire ad anticipare la cassa integrazione, allora l’Inps interviene direttamente con i pagamenti dovuti ma in tal caso i tempi di erogazione diventano più lunghi.
Se, infatti, la cassa integrazione ai metalmeccanici viene pagata direttamente dal datore di lavoro si percepisce subito, se, invece, viene erogata dall’Inps è possibile che l’attesa duri fino a qualche mese. Durante la cassa integrazione, un lavoratore metalmeccanico percepisce l’80% del suo stipendio.
Il calcolo di quanto prende di stipendio in cassa integrazione un dipendente con contratto metalmeccanico è il seguente:
cassa integrazione all’80% dello stipendio per le ore non lavorate;
si sottraggono i contributi sociali pari al 5,84%;
al risultato si applicano le imposte Irpef secondo l’aliquota corrispondente.
La formula di calcolo della cassa integrazione è dunque: 80% stipendio ore non lavorate-5,84% per Irpef corrispondente.
Precisiamo, inoltre, che la cassa integrazione prevede anche dei massimali in base agli stipendi percepiti dai metalmeccanici, ma anche da tutti gli altri lavoratori. In particolare:
Per fare un esempio, se lo stipendio lordo di un metalmeccanico è di mille euro mensili, per 30 ore settimanali, con la cassa integrazione le ore si riducono e passano a 20 e la cassa integrazione retribuisce le restanti 10 ore.
Lo stipendio ormale delle 10 ore su 30 sarebbe stato 333,33 euro che in cassa integrazione all’80% diventano 266,65 euro, cui sottrarre il 5% di contributi (3,33) e si arriva così ad una cassa integrazione di 253,32 euro. A questo risultato bisogna poi sottrarre ancora l’Irpef in base all’aliquota prevista per lo scaglione di reddito.
Per lo stipendio da 1.000 euro mensili (quindi 14.000 euro annui) l’aliquota Irpef da applicare è pari al 23%, per cui il calcolo da effettuare sarebbe: 253,32-23% (58,26)= 195,06 euro di cassa integrazione netta erogata.