Il parametro più importante che il progettista deve rispettare in fase di disegno del nuovo ambiente è il rapporto aeroilluminante, affinché il locale abbia la giusta quantità di luce e un ricambio d’aria sufficiente all’uso abitativo.
Avere più spazio in casa è una esigenza condivisa. Il recupero di un sottotetto per creare una mansarda è una soluzione presa in considerazione quando si cerca di guadagnare qualche metro quadrato in una casa o appartamento all'ultimo piano. Questa è l'occasione perfetta per creare una stanza in più, ma richiede un po' di lavoro.
In particolare si deve garantire che l'altezza del soffitto sia sufficiente a rendere abitabile la mansarda, con una pendenza del tetto non troppo ripida. Le procedure amministrative sono essenziali per la realizzazione del progetto. Vediamo meglio:
Mansarda nel sottotetto, come crearla
Esigenze abitative tra sottotetto e mansarda
I sottotetti sono spazi poco confortevoli, angusti e male illuminati? Non sempre. Anzi, proprio per la loro posizione all’ultimo piano, si possono trasformare in ambienti vivibili e interessanti. Chi possiede una soffitta in disuso la può ristrutturare con facilità, recuperando spazio abitabile, evitando un trasloco e aumentando il valore dell’immobile.
Se non viene modificata la configurazione dell’abitazione o la facciata, non si spostano le pareti e gli impianti, non è neanche necessario inoltrare richiesta ed è possibile procedere in autonomia. Altrimenti i permessi necessari variano a seconda del tipo di intervento: comunicazione di inizio lavori, segnalazione certificata di inizio attività, super Dia (Denuncia inizio attività), permesso di costruire.
Il parametro più importante che il progettista deve rispettare in fase di disegno del nuovo ambiente della mansarda è il rapporto aeroilluminante, affinché il locale abbia la giusta quantità di luce e un ricambio d’aria sufficiente all’uso abitativo.
Il nodo da sciogliere prima di realizzare una mansarda è se renderla abitabile o meno. Dimensioni della stanza a parte, infatti, nel primo caso occorre fare riferimento ai regolamenti edilizi dei singoli Comuni ovvero chiedere il permesso di costruire mentre nel secondo non ci sono autorizzazioni da ottenere. La ragione di questa distinzione va cercata nell’aumento della superficie lorda di pavimento che comporta l’adozione della prima soluzione.
Ecco allora che vanno spulciate norme e regole, stabilite sulla base della zona urbanistica della singola città in cui ricade la costruzione e molte volte anche della tipologia di edificio, per sapere se e in che modo modificare la disposizione originaria.
In linea di massima, fra le regole comuni c’è il rispetto di dimensioni minime, soprattutto in riferimento all’altezza. La maggior parte delle amministrazioni comunali impone una distanza tra la parte superiore e quella inferiore di 210 centimetri. Ma le differenze possono essere tante e molto profonde. Il sottotetto abitabile è pensato per le abitazioni di vecchia costruzione, quelle in cui l’altezza è ben maggiore rispetto alle misure standard delle nuove case. Occorre poi ricordare come solo una piccola porzione delle abitazioni sia soppalcabile.
Ci sono infatti proporzioni ben precise da rispettare sulla base della superficie totale. Infine va tenuto in considerazione il rapporto tra superficie di pavimento e superficie finestrata per assicurare il passaggio di luce e aria.
L’importante è scegliere la soluzione più adatta alle esigenze abitative ma anche allo spazio e alle caratteristiche della destinazione. Le finestre a tetto sono infatti utili per dare una maggiore luce ma anche per ricavare piccoli balconcini. Di conseguenza assumono forme differenti e anche la modalità di installazione può variare.
Possono essere inserite sulla falda del tetto, in verticale o in orizzontale, oppure in combinazione sul tetto e in verticale. Tutto dipende dallo spazio per cui sono pensate tra un’area inutilizzata del sottotetto per cui è sufficiente un semplice punto luce, un piccolo e ospitale loft o una confortevole camera per gli ospiti.