I dipendenti devono essere pagati per tutte le ore lavorate, comprese quelle trascorse per la partecipazione alle riunioni. Se la riunione eccede il numero massimo di ore consentita in una settimana, 40 ore, il tempo trascorso rientra tra gli straordinari. Anche in questo caso c'è una soglia da non superare che è di 48 ore.
Se c'è un aspetto che viene normato con la massima attenzione dal sistema italiano è l'orario di lavoro. Si tratta di un passaggio giuridico fondamentali per la costituzione di un rapporto di lavoro subordinato.
A regolarlo sono le disposizioni generali in materia, che includono anche le norme comunitarie e la Costituzione, ma anche i singoli Contratti collettivi nazionali di lavoro (terziario e servizi, edilizia e legno, alimentari, credito e assicurazioni, tessili, trasporti, meccanici, agricoltura e allevamento, enti e istituzioni private, chimica, poligrafici e spettacolo, marittimi, enti pubblici) e il regolamento interno delle varie aziende.
Sono disciplinati tutti gli aspetti, compreso quello del pagamento delle riunioni aziendali, partendo da un presupposto di base.
L'obiettivo è regolamentare la durata della prestazione lavorativa fissando i termini di inizio e fine. Alla base c'è la garanzia del recupero delle energie psico-fisiche del lavoratore dipendente durante lo svolgimento della propria attività lavorativa così come assicurare la retribuzione adeguata.
Il datore può modificare gli orari, ma come considerare le riunioni di lavoro? Vanno pagate? In che modo? si quelle all'interno che all'esterno dell'orario di lavoro? Vediamo quindi cosa prevedono le normative in vigore ovvero
Il lavoratore he diritto a essere pagato per partecipare a una riunione obbligatoria programmata al di fuori del normale orario di lavoro? La risposta è generalmente affermativa. I dipendenti devono essere pagati per tutte le ore lavorate, comprese quelle trascorse per la partecipazione alle riunioni.
Se la riunione eccede il numero massimo di ore consentite in una settimana, 40 ore, il tempo trascorso rientra tra gli straordinari. Anche in questo caso c'è una soglia da non superare che è di 48 ore.
In pratica il datore di lavoro può fare partecipare a una riunione al di fuori del normale orario di lavoro, ma potrebbe dover pagare per farlo.
In estrema sintesi, nel caso di riunioni di lavoro al di fuori dell'orario di contratto, il datore deve considerare straordinario il tempo trascorso e quindi pagarle come tale, senza però la possibilità di superare il limite massimo di 48 ore alla settimana.
Dal punto di vista strettamente normativo, essendo considerate straordinarie, per il dipendente non c'è l'obbligo di partecipazione, seppur in molti casi è utile prenderne parte. Un caso a parte è quello delle riunioni sindacali, da non confondere con le riunioni di lavoro.
In questa situazione i dipendenti possono fruire di 10 ore nel corso di un anno all'interno dell'orario di lavoro. Il tempo delle riunioni sindacali va retribuito. Non sono applicate limite alle riunioni sindacali al di fuori dall'orario di lavoro e comunque non sono pagate.
Si tratta di norme di carattere generale che coinvolgono tutti i datori di lavoro, spesso sorpresi nello scoprire che il tempo delle riunioni, così come quello di viaggio o l'ora dei pasti può alcune volte essere considerato ore lavorate dai dipendenti.
Per orario di lavoro si intende quindi tutto il periodo in cui il lavoratore risulti nell'esercizio delle attività o delle funzioni operative da intendere come adempimento dell'obbligo di esecuzione della propria prestazione lavorativa stabilita dal contratto.
Ma anche a disposizione del datore di lavoro ovvero si trovi nella sua sfera tecnico-organizzativa con la disponibilità ad adempiere una precisa e assegnata attività lavorativa.
In linea ancora più generale, nella definizione di orario di lavoro rientra anche quello in cui il dipendente esercita attività lavorativa per conto di un datore di lavoro. E sempre senza perdere di vista quanto statuito nei singoli Contratti collettivi nazionali di lavoro.
Si tratta di norme di carattere generale che coinvolgono tutti i datori di lavoro, spesso sorpresi nello scoprire che il tempo delle riunioni va retribuito.