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Come va l'agroalimentare in Italia? Il rapporto Ismea-Qualivita 2024 su un settore che dŕ lavoro a quasi 1 milione di persone

Con quasi 1 milione di addetti, l’agroalimentare italiano si conferma un settore strategico anche dal punto di vista occupazionale.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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Il rapporto Ismea-Qualivita 2024 offre un quadro dettagliato sullo stato dell’agroalimentare italiano, un comparto che si conferma strategico sia per l’economia che per l’identità nazionale. Con un valore complessivo di oltre 64 miliardi di euro, il settore è un pilastro del Made in Italy che genera occupazione, innovazione e qualità riconosciuta a livello globale. Vogliamo però vedere:

  • Agroalimentare in Italia, come va

  • Le questioni aperte: costi, clima e contraffazione

Agroalimentare in Italia, come va

L’agroalimentare è uno dei settori più dinamici dell’economia italiana: nel 2024 le esportazioni hanno raggiunto cifre record, grazie alla crescente domanda di prodotti italiani in mercati come Stati Uniti, Germania e Asia. Questo successo è attribuibile alla reputazione internazionale del Made in Italy, sinonimo di qualità, tradizione e innovazione.

Il ruolo dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta (DOP) e Indicazione Geografica Protetta (IGP) è un altro elemento chiave. Con un valore economico che supera i 22 miliardi di euro, questi marchi non solo garantiscono la tracciabilità e l’autenticità dei prodotti, ma contribuiscono anche a tutelare la biodiversità e le tradizioni locali.

L’agroalimentare italiano dà lavoro a quasi 1 milione di persone. La transizione verso modelli di produzione più sostenibili ha incentivato l’ingresso di giovani imprenditori e l’adozione di tecnologie innovative, come l’uso di droni, intelligenza artificiale e sistemi di irrigazione avanzati.

Un altro aspetto importante riguarda il lavoro femminile, in costante crescita e la valorizzazione delle competenze locali, che rappresentano un valore aggiunto per le imprese italiane. La capacità di combinare tradizione e tecnologia ha reso il settore un modello di successo a livello internazionale.

Le questioni aperte: costi, clima e contraffazione

Nonostante i risultati positivi, il rapporto evidenzia anche le difficoltà del settore. Tra queste, il caro energia e i rincari delle materie prime stanno mettendo a dura prova molte aziende agricole e alimentari. Anche i cambiamenti climatici sono una minaccia aperta con eventi estremi come siccità e alluvioni che hanno ridotto le rese di colture fondamentali, come il grano e la vite.

Un altro problema riguarda la concorrenza sleale e la contraffazione, che mina la reputazione del Made in Italy. Prodotti falsi o di scarsa qualità spacciati per italiani danneggiano non solo i consumatori, ma anche i produttori autentici. Per contrastare questo fenomeno, il rapporto sottolinea l’importanza di rafforzare i controlli e le politiche di tutela dei marchi DOP e IGP.

Il rapporto Ismea-Qualivita 2024 delinea una visione chiara per il settore. La digitalizzazione e l’adozione di modelli circolari saranno fondamentali per migliorare la produttività e ridurre gli sprechi. In questo contesto, il ruolo delle politiche pubbliche, sia a livello nazionale che europeo, sarà cruciale per sostenere le imprese agricole, soprattutto quelle più piccole.

Un altro obiettivo è l’ampliamento delle certificazioni di qualità e il rafforzamento delle iniziative di promozione nei mercati esteri. La valorizzazione della biodiversità e la transizione verso un’agricoltura più sostenibile rappresentano opportunità significative per mantenere il vantaggio competitivo dell’Italia.