Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Comodato d'uso gratuito verbale, quando si puņ fare, durata, regole, rischi e come dimostarlo

Quando e come si puņ fare un comodato d’uso gratuito: regole da seguire, durate possibili e cosa sapere. Chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Comodato d'uso gratuito verbale, quando

Si puņ fare un comodato d’uso gratuito verbale?

Il contratto di comodato d’uso gratuito si fa preferibilmente in forma scritta ma non esiste, in realtà, alcuna legge ufficiale che obblighi a tale forma di redazione del contratto. La stipula di un contratto di comodato d’uso può essere quindi anche verbale tra le parti.

Il comodato d'uso gratuito verbale rappresenta un'opzione contrattuale che consente a un soggetto di concedere l'uso di un bene, immobile o mobile, senza alcun obbligo di pagamento. Anche se normalmente si preferisce la forma scritta per una maggiore sicurezza legale, non esiste un obbligo normativo in tal senso. Questo tipo di accordo si basa spesso sulla fiducia reciproca tra le parti coinvolte, ma comporta anche rischi legati alla mancanza di documentazione formale per definire diritti e doveri.

Cos'è il comodato d'uso gratuito

Si tratta di un contratto mediante il quale una parte, denominata comodante, consente a un'altra parte, il comodatario, di utilizzare un bene, senza richiedere alcun corrispettivo economico. Ai sensi dell'articolo 1803 del Codice Civile, il comodato è essenzialmente gratuito, distinguendolo nettamente da altre forme contrattuali come la locazione.

Nonostante non vi siano obblighi di natura economica, il contratto di comodato implica responsabilità specifiche per il comodatario, tra cui l'obbligo di custodire e restituire il bene nelle stesse condizioni in cui è stato ricevuto, al netto dell'usura normale dovuta all'uso. Qualora il bene subisca danni imputabili a negligenza o dolo, il comodatario risponderà dei danni causati al comodante.

Un elemento chiave è la durata che può essere determinata o indeterminata. Se non esplicitata, il comodatario è tenuto a restituire il bene su richiesta del comodante, evidenziando la natura precaria e modificabile dell'accordo. 

L'impiego del comodato d'uso gratuito è frequente in contesti familiari e amicali, dove la fiducia gioca un ruolo determinante. È comune, ad esempio, che un genitore conceda un immobile in comodato al figlio per uso abitativo. Tuttavia, vi sono rischi legati alla flessibilità del contratto, soprattutto quando manca una documentazione scritta, poiché possono insorgere controversie circa la validità e la durata degli accordi presi. 

Differenze tra comodato scritto e verbale

Il comodato d'uso scritto e il comodato verbale si differenziano principalmente per la forma contrattuale e le conseguenze legali che derivano da ciascuna modalità. Un comodato scritto comporta la stesura di un documento formale che specifica chiaramente i termini, le condizioni e la durata dell'accordo tra comodante e comodatario. Questo tipo di contratto offre una maggiore sicurezza giuridica a entrambe le parti e facilita la risoluzione di eventuali controversie in tribunale grazie alla presenza di prove scritte.

In un comodato scritto, le clausole possono includere dettagli sulla manutenzione del bene, le condizioni di riconsegna e restrizioni sull'uso. Inoltre, la forma scritta è un requisito essenziale per accedere ad alcune agevolazioni fiscali, come la riduzione dell'IMU nel caso in cui l'immobile venga concesso in comodato a parenti di primo grado. La registrazione del contratto presso l'Agenzia delle Entrate formalizza ulteriormente l'accordo, attribuendo una data certa al documento stesso.

D'altra parte, il comodato verbale si basa su un semplice accordo tra le parti, spesso sancito da un obbligo morale e di fiducia reciproca. Questa modalità è più informale e flessibile, ma comporta rischi significativi in termini di prova legale e tutela dei diritti. L'assenza di un documento scritto può complicare la dimostrazione degli accordi originali qualora insorgano dispute, rendendo più difficile per il comodante o il comodatario far valere i propri diritti in sede legale.

Condizioni e validità del comodato verbale

Il comodato verbale è valido e legittimo, in quanto la legge non richiede necessariamente una forma scritta per la sua stipula. Tuttavia, deve esserci accordo su modalità, uso e durata, anche se non formalizzati per iscritto. La fiducia tra le parti è essenziale, poiché l'assenza di documentazione rende difficile la prova degli accordi in caso di contenzioso. Il comodatario deve restituire il bene su richiesta del comodante, rispettando comunque le condizioni concordate verbalmente.

Durata e termini del comodato d'uso gratuito verbale

La durata di un comodato d'uso gratuito verbale può essere sia determinata che indeterminata, rendendolo flessibile ma talvolta fonte di incertezza. In mancanza di un'esplicita indicazione temporale, i termini seguono la disposizione dell'articolo 1810 del Codice Civile, che permette al comodante di richiedere la restituzione del bene in qualsiasi momento.

Se il comodato è legato a un evento specifico o un obiettivo, il rapporto si esaurisce al raggiungimento dello stesso, come nel caso dell'uso di un immobile fino al termine dei lavori o della permanenza di uno studente fino alla laurea. Tuttavia, nell'assenza di scrittura, entrambe le parti potrebbero avere una diversa interpretazione dei termini, il che può portare a controversie.

Requisiti legali

Per un comodato d'uso gratuito verbale, i requisiti legali principali risiedono nella capacità delle parti di stipulare contratti e nell'effettiva consegna del bene. Il comodante deve essere il legittimo proprietario del bene o averne la disponibilità legale. Il comodatario deve accettare il bene con l'impegno di utilizzarlo secondo le modalità concordate e restituirlo alla fine del comodato.

Anche se il contratto è verbale, la chiarezza dei termini su utilizzo, durata e restituzione resta fondamentale. In assenza di un documento scritto, la prova dell'accordo verbale può avvenire tramite testimonianze o documenti indiretti o atti che attestino l'effettiva consegna del bene.

Un altro aspetto da considerare è la necessità di un forte rapporto di fiducia tra comodante e comodatario. La gestione del bene deve rispettare i limiti e le condizioni d'uso stabilite nell'accordo verbale, evitando qualsiasi abuso o uso improprio, pena la possibilità di richiesta di restituzione immediata del bene.

La legge non richiede una forma particolare per la stipula, ma esistono situazioni in cui è consigliabile la registrazione del comodato, anche se verbale. Questo avviene, ad esempio, quando il bene oggetto del comodato è menzionato in un atto che richiede registrazione o quando si desidera dimostrare l'esistenza del contratto per ottenere agevolazioni fiscali come la riduzione dell'IMU.

Infine, pur non essendo obbligatoria la forma scritta, è sempre consigliabile definire chiaramente i diritti e i doveri delle parti coinvolte per evitare futuri contenziosi. 

Registrazione e aspetti fiscali

La registrazione di un contratto di comodato verbale non è obbligatoria, tranne nei casi in cui il comodato sia enunciato in un altro atto soggetto a registrazione. Tuttavia, è altamente consigliato registrare l'accordo quando si desidera beneficiare di agevolazioni fiscali, come quelle previste per l'IMU, dove la registrazione del contratto presso l'Agenzia delle Entrate è necessaria per ottenere una riduzione della base imponibile. Per registrare un comodato verbale, occorre presentare il Modello 69 presso l'Agenzia delle Entrate, specificando la natura verbale del comodato e pagando l'imposta di registro prevista.

Dal punto di vista fiscale, un contratto scritto e registrato può essere vantaggioso per il comodante anche per poter dimostrare eventuali spese sostenute per il bene dato in comodato. Inoltre, se il proprietario intende cedere in comodato un immobile ai propri familiari, è utile verificare che le condizioni previste per le agevolazioni siano rispettate, come il legame di parentela diretto e l'utilizzo dell'immobile come abitazione principale, per evitare imprevisti fiscali.