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Conviene anticipare la pensione ai dipendenti all'azienda? I pro e contro con le leggi 2025

Quali sono pro e contro dell’anticipo di pensione ai dipendenti per l’azienda: leggi in vigore, cosa prevedono, convenienza e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Conviene anticipare la pensione ai dipen

In un contesto normativo sempre più complesso, comprendere se e quando convenga all’azienda favorire il prepensionamento dei propri collaboratori è determinante sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori stessi prossimi alla quiescenza. Le opzioni principali disponibili oggi, isopensione e contratto di espansione, tuttavia, comportano valutazioni tecniche, effetti economici e risvolti organizzativi che richiedono un’analisi dettagliata in linea con la normativa aggiornata al 2025.

Le principali vie per la pensione anticipata dei dipendenti d’azienda

La pensione anticipata dei dipendenti aziendali è regolata principalmente da due strumenti indicati dal legislatore e attuabili previa sottoscrizione di accordi sindacali: l’isopensione e il contratto di espansione. Entrambe le possibilità sono disciplinate dalla legislazione e dalle recenti circolari INPS.

  • Isopensione (art. 4, legge 92/2012): consente ai lavoratori di aziende con una media superiore a 15 dipendenti di cessare volontariamente il rapporto di lavoro e accedere a un trattamento economico ponte fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata (oggi 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi per la vecchiaia; 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne per l’anticipata).
  • Contratto di espansione (art. 41, D.Lgs. 148/2015 e successive modifiche): originariamente previsto solo per grandi aziende, dal 2023 può essere applicato anche in contesti aziendali con almeno 50 dipendenti. Questo strumento agevola sia l’uscita dei lavoratori prossimi al pensionamento (può anticipare l’uscita fino a 5 anni rispetto ai requisiti ordinari), sia l’inserimento di giovani professionalità, promuovendo piani di reindustrializzazione o riconversione produttiva.

Entrambe le formule sono subordinate alla stipula di specifici accordi sindacali e, nel caso dell’isopensione, anche all’approvazione e monitoraggio da parte dell’INPS. L’azienda deve inoltre garantire, tramite fideiussione bancaria, la solvibilità dei pagamenti previsti durante tutto il periodo di accompagnamento. L’utilizzo di tali strumenti risponde a precise finalità di riorganizzazione e razionalizzazione della forza lavoro, nonché di gestione efficace dell’organico in ottica di sostenibilità economica e produttiva.

Requisiti e funzionamento dell’isopensione nel 2025, disciplina, calcolo e garanzie

L’isopensione si conferma, anche per il 2025, una delle principali soluzioni di mobilità volontaria. Può essere attivata solo da imprese che, nei sei mesi precedenti la richiesta, abbiano impiegato mediamente più di 15 dipendenti. I lavoratori coinvolti devono trovarsi a non più di 7 anni dal diritto a pensione di vecchiaia o anticipata, con l’intero onere economico (assegno ed equivalente contribuzione figurativa) a carico dell’azienda.

  • L’importo mensile dell’assegno di isopensione corrisponde al valore della pensione maturata al momento della cessazione, ma senza alcuni benefit come la perequazione automatica o i trattamenti di famiglia.
  • La fideiussione bancaria garantisce il versamento continuativo in caso di insolvenza del datore di lavoro: l’INPS può rivalersi sulla fideiussione dopo 180 giorni di mancato pagamento.
  • L’accredito della contribuzione figurativa, calcolata sulla retribuzione media degli ultimi 4 anni aumentata dei premi e delle somme riconosciute (come da messaggio INPS 2326/2020), assicura che il lavoratore non subisca penalizzazioni sulla pensione definitiva.

A differenza di altre prestazioni (ad es. Ape sociale), il titolare di isopensione può intraprendere nuove attività lavorative senza decurtazione della mensilità. La procedura operativa prevede trasmissione esclusivamente telematica della domanda all’INPS, allegando accordo sindacale e fideiussione. 

Vantaggi e svantaggi della pensione anticipata per dipendenti e aziende

L’avvio della pensione anticipata tramite isopensione aziende o contratto di espansione comporta implicazioni distinte per lavoratori e imprese, da vagliare con attenzione in base all’interesse economico, alla normativa vigente e alle strategie di gestione delle risorse umane.

Pro per i lavoratori Contro per i lavoratori
Accompagnamento economico garantito fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria; Rinuncia alla perequazione automatica e, in alcuni casi, ai trattamenti familiari (es. ANF);
Assicurazione della copertura previdenziale e tredicesima; Soggezione alla tassazione ordinaria e non reversibilità dell’assegno;
Possibilità di intraprendere nuove attività lavorative (specifico per l’isopensione); Eventuale riduzione dell’importo rispetto al trattamento pensionistico definitivo.
Pro per l’azienda Contro per l’azienda
Ricambio generazionale e razionalizzazione dei costi del personale; Impegni finanziari elevati (assegni, contributi, fideiussione bancaria);
Possibilità di rimodulare l’organico e inserire nuove competenze; Complessità burocratica e necessità di accordi sindacali solidi;
Allineamento ai requisiti di compliance normativa e alle politiche di responsabilità sociale; Obbligo di partecipare integralmente ai costi degli scivoli pensionistici.

Nel contratto di espansione, il vantaggio per l’azienda si traduce anche nell’esonero dal contributo addizionale e nell’eventuale accesso a incentivi statali per favorire la riorganizzazione del personale.

Requisiti e iter di accesso alla pensione anticipata ordinaria e per casi speciali

La pensione anticipata dipendenti non si limita agli strumenti offerti dall’azienda, ma comprende anche l’anticipo ordinario INPS accessibile individualmente dal lavoratore secondo una normativa aggiornata e in vigore nel 2025.

  • Requisiti per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica. Per alcune categorie di lavoratori precoci, è possibile l’anticipo con 41 anni di contributi.
  • Condizione di uscita dal lavoro dipendente: la richiesta della prestazione richiede la cessazione del rapporto subordinato, anche se si conserva la facoltà di accedere ad altre attività lavorative.
  • Finestra mobile: l’accesso alla prestazione è soggetto a una finestra di 3 mesi dalla maturazione dei requisiti (art. 15 D.L. 4/2019).
  • Modalità di domanda: procedura telematica INPS oppure tramite patronati o consulenti accreditati.

Restano in vigore specifiche tutele per i lavoratori gravosi, usuranti o soggetti a condizioni di salute particolari (invalidità civile almeno al 74%, caregiving familiare ai sensi della L. 104/1992), che prevedono la possibilità di anticipo ulteriore rispetto al canale ordinario.

Considerazioni di convenienza: quando e per chi è vantaggioso anticipare la pensione

La valutazione della convenienza della pensione anticipata ai dipendenti dipende da molteplici fattori: l’età del lavoratore, l’entità della retribuzione, la strategia aziendale, i costi diretti e indiretti e gli effetti sugli equilibri interni. In generale, ricorrere all’isopensione o al contratto di espansione è più indicato quando:

  • L’azienda ha necessità di rimodulare l’organico o avviare processi di reindustrializzazione;
  • Vi è una coerenza tra i costi dell’esodo e i risparmi futuri in termini di contributi e stipendi;
  • Il dipendente preferisce una uscita graduale piuttosto che il prolungamento forzato dell’attività lavorativa, compatibilmente con le aspettative previdenziali.

È essenziale che siano fornite consulenze approfondite sia dal punto di vista fiscale sia previdenziale. Il rischio di errori o valutazioni superficiali può portare a contenziosi o a conseguenze finanziarie indesiderate per entrambe le parti.

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