Che si tratti di un semaforo rosso non rispettato, della circolazione non autorizzata sulla corsia preferenziale degli autobus, del superamento dei limiti di velocità consentiti o dell'accesso in zone a traffico limitato (ZTL), le infrazioni al Codice della Strada comportano inevitabilmente sanzioni amministrative che, in alcuni casi, possono essere accompagnate anche dalla decurtazione di punti dalla patente. Ma quali sono le precise conseguenze del mancato pagamento di una contravvenzione nel 2025?
Quando una contravvenzione viene recapitata tramite servizio postale, il trasgressore ha la possibilità di usufruire di uno sconto del 30% sull'importo previsto, a condizione che il pagamento venga effettuato entro cinque giorni dalla consegna. La comunicazione contiene generalmente due bollettini di pagamento: uno con l'importo ridotto valido per i primi cinque giorni, e uno con l'importo intero per i pagamenti successivi a questo termine.
È importante sottolineare che, nel caso di pagamento tramite bonifico bancario, la sanzione si considera saldata solo nel momento in cui l'importo viene effettivamente accreditato sul conto dell'amministrazione emittente, non quando viene disposto il bonifico. Questa precisazione è fondamentale per evitare di incorrere in maggiorazioni dovute a ritardi nell'accredito.
Se non si effettua il pagamento entro i primi cinque giorni, rimangono comunque a disposizione 60 giorni complessivi per regolarizzare la propria posizione con l'ente che ha comminato la sanzione, senza incorrere in ulteriori aggravi.
Trascorso il termine di 60 giorni previsto per il saldo della contravvenzione, l'ente creditore potrebbe teoricamente avviare procedure di riscossione coattiva come pignoramenti o fermo amministrativo del veicolo. Tuttavia, secondo la prassi vigente nel 2025, questi provvedimenti raramente vengono attivati in questa fase iniziale, in quanto viene generalmente concesso al debitore un ulteriore periodo per regolarizzare la propria posizione.
Se si decide di pagare la multa oltre i 60 giorni, all'importo originale si dovranno aggiungere gli interessi di mora che, secondo la normativa in vigore nel 2025, aumentano del 10% ogni sei mesi. Questa maggiorazione può comportare, nel lungo periodo, un raddoppio dell'importo iniziale.
Nel caso in cui si persista nel mancato pagamento, l'amministrazione comunale può procedere con l'esecuzione forzata per la riscossione del credito, azione che deve essere intrapresa entro cinque anni dalla notifica della sanzione. Superato questo termine, interviene la prescrizione e la multa non è più esigibile, come confermato da numerose sentenze della Corte di Cassazione.
Per recuperare l'importo della sanzione non pagata, il Comune dispone di due strumenti principali:
Se anche dopo questi provvedimenti il debitore persiste nell'inadempienza, l'ente creditore può procedere con misure più severe:
Per evitare di incorrere nelle severe conseguenze sopra descritte, il trasgressore ha essenzialmente due possibilità:
La rateizzazione rappresenta una soluzione particolarmente vantaggiosa per importi elevati o in caso di difficoltà economiche. Secondo le disposizioni vigenti nel 2025, per richiedere questo beneficio è necessario presentare un'istanza all'ente creditore, documentando l'eventuale stato di difficoltà finanziaria.
È fondamentale ricordare che il trasgressore ha la facoltà di contestare la sanzione se ritiene che sia stata comminata ingiustamente. Secondo la normativa in vigore nel 2025, l'impugnazione può avvenire attraverso due canali:
La scelta tra queste due opzioni dipende da diversi fattori, tra cui la complessità del caso e la tipologia di infrazione contestata. È importante sottolineare che la presentazione del ricorso sospende i termini di pagamento della multa fino alla decisione dell'autorità competente.
In caso di esito negativo del ricorso, l'importo della sanzione potrebbe subire un aumento, come previsto dalle disposizioni aggiornate al 2025.
Un aspetto fondamentale da considerare è quello relativo alla prescrizione delle sanzioni amministrative per violazioni del Codice della Strada. Secondo la legislazione vigente nel 2025, confermata da numerose sentenze della Corte di Cassazione, il termine prescrizionale è di 5 anni a partire dalla data di accertamento dell'infrazione.
Ciò significa che se entro questo periodo l'ente creditore non notifica una cartella esattoriale o non intraprende altre azioni interruttive della prescrizione (come l'invio di solleciti di pagamento formali), il credito si estingue e il trasgressore non è più tenuto al pagamento.
È importante precisare che la prescrizione non scatta automaticamente, ma deve essere eccepita dal debitore in caso di richieste di pagamento tardive. Secondo le norme aggiornate al 2025, l'eccezione di prescrizione può essere sollevata attraverso un'istanza in autotutela o, se necessario, mediante opposizione formale all'atto di riscossione.
Oltre alle conseguenze dirette già illustrate, il mancato pagamento delle sanzioni amministrative può comportare ulteriori ripercussioni:
La normativa 2025 ha introdotto maggiori tutele per i cittadini, prevedendo l'obbligo per gli enti di riscossione di comunicare in modo chiaro e tempestivo tutte le fasi del procedimento, incluse le possibilità di contestazione e regolarizzazione.