La trasformazione digitale ha modificato profondamente le modalità di svolgimento dell'attività lavorativa, introducendo forme di lavoro a distanza che permettono di operare al di fuori dei locali aziendali. Telelavoro e smart working rappresentano due modelli di organizzazione del lavoro che, sebbene spesso vengano confusi o utilizzati come sinonimi, presentano caratteristiche distintive significative dal punto di vista normativo, organizzativo e operativo.
Entrambe queste modalità consentono di svolgere l'attività professionale lontano dalla sede aziendale tradizionale, ma con approcci, vincoli e possibilità differenti.
Telelavoro, definizione e caratteristiche normative
Il telelavoro si configura come una prestazione lavorativa eseguita dal dipendente in un luogo diverso dalla sede aziendale, ritenuto idoneo e dove tecnicamente è possibile svolgere l'attività con il supporto prevalente delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Questa modalità lavorativa è caratterizzata da alcuni elementi distintivi:
- Una postazione fissa e predeterminata dove il lavoratore svolge la propria attività
- La strumentazione tecnologica fornita dal datore di lavoro
- Un orario di lavoro generalmente predefinito, simile a quello osservato in sede
- L'applicazione delle stesse norme di sicurezza previste per i locali aziendali
Dal punto di vista normativo, il telelavoro è regolamentato principalmente dall'Accordo Quadro Europeo sul telelavoro del 16 luglio 2002, recepito in Italia attraverso l'Accordo Interconfederale del 9 giugno 2004. Nel settore pubblico, invece, è disciplinato dal D.P.R. n. 70/1999 e dall'Accordo Quadro Nazionale del 23 marzo 2000.
La normativa stabilisce che l'obiettivo del telelavoro è quello di razionalizzare l'organizzazione lavorativa e realizzare economie di gestione mediante l'impiego flessibile delle risorse umane. Questa formula permette infatti di:
- Conciliare tempi di vita e di lavoro
- Favorire un impiego flessibile del personale
- Ridurre le assenze dal servizio
- Realizzare economie nella gestione delle risorse logistiche
- Ridurre i costi di trasporto sostenuti dai dipendenti
Smart working, il lavoro agile secondo la normativa
Lo smart working, denominato anche "lavoro agile" nella legislazione italiana, è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzata da una maggiore flessibilità rispetto al telelavoro. È disciplinato dalla Legge n. 81/2017 (articoli 18-24) che ne definisce caratteristiche e modalità di attuazione.
Le principali caratteristiche dello smart working sono:
- Assenza di vincoli di spazio: il lavoratore può scegliere liberamente dove svolgere la propria attività
- Flessibilità dell'orario di lavoro, nel rispetto dei limiti di durata massima previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva
- Organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, senza rigide fasce orarie
- Utilizzo di strumenti tecnologici che possono essere forniti dal datore di lavoro o di proprietà del lavoratore
- Necessità di un accordo individuale scritto tra datore di lavoro e dipendente
Il lavoratore in smart working mantiene gli stessi diritti economici e normativi previsti per i colleghi che svolgono le medesime mansioni all'interno dei locali aziendali. L'accordo individuale deve disciplinare:
- L'esecuzione della prestazione lavorativa al di fuori dei locali aziendali
- Gli strumenti utilizzati dal lavoratore
- I tempi di riposo e le misure tecniche e organizzative per assicurare la disconnessione
- Le modalità di controllo della prestazione lavorativa
- Le condotte che possono dar luogo a sanzioni disciplinari
Differenze principali tra telelavoro e smart working
Le distinzioni fondamentali tra queste due modalità di lavoro a distanza riguardano diversi aspetti organizzativi e normativi:
Flessibilità e autonomia
La differenza più significativa tra telelavoro e smart working risiede nel grado di flessibilità e autonomia concesso al lavoratore:
- Nel telelavoro, la prestazione viene svolta in un luogo fisso e predeterminato, con orari generalmente definiti
- Nello smart working, il lavoratore può scegliere liberamente dove svolgere la propria attività (a casa, in spazi di coworking, in biblioteca, ecc.) e gestire autonomamente il proprio tempo lavorativo, purché vengano rispettati gli obiettivi concordati
Strumenti di lavoro
Un'altra differenza rilevante riguarda la dotazione tecnologica:
- Nel telelavoro, il datore di lavoro ha l'obbligo di fornire, installare e mantenere tutta la strumentazione necessaria
- Nello smart working, gli strumenti possono essere forniti dall'azienda, ma è anche possibile utilizzare dispositivi personali (secondo il principio del BYOD - Bring Your Own Device)
Accordi e formalizzazione
Le due modalità differiscono anche per quanto riguarda gli aspetti formali:
- Il telelavoro richiede l'applicazione di un accordo collettivo specifico
- Lo smart working necessita di un accordo individuale scritto tra datore di lavoro e dipendente, che può essere a termine o a tempo indeterminato
Sicurezza sul lavoro
Per quanto riguarda la sicurezza:
- Nel telelavoro, la postazione deve rispettare tutte le norme di sicurezza previste per i locali aziendali, con verifiche periodiche da parte del datore di lavoro
- Nello smart working, il datore di lavoro deve fornire un'informativa scritta sui rischi generali e specifici, ma la responsabilità della scelta del luogo di lavoro ricade principalmente sul lavoratore
Vantaggi e svantaggi delle due modalità
Entrambe le formule presentano pro e contro che è importante considerare nella scelta della soluzione più adatta alle specifiche esigenze aziendali e personali.
Benefici e criticità del telelavoro
Il telelavoro offre diversi vantaggi:
- Maggiore stabilità e regolarità nello svolgimento dell'attività lavorativa
- Riduzione dei tempi e dei costi di spostamento casa-lavoro
- Migliore conciliazione tra vita privata e professionale, particolarmente utile per genitori o caregiver
- Continuità operativa anche in situazioni di emergenza
Tra gli svantaggi, invece, si segnalano:
- Isolamento sociale e professionale del lavoratore
- Maggiori costi iniziali per l'allestimento della postazione
- Minore flessibilità rispetto allo smart working
- Complessità nella gestione e nel coordinamento delle attività da parte dei responsabili
Benefici e criticità dello smart working
Lo smart working presenta numerosi vantaggi:
- Massima flessibilità nella gestione del tempo e dello spazio di lavoro
- Maggiore autonomia e responsabilizzazione del lavoratore
- Orientamento ai risultati piuttosto che alla presenza
- Potenziale aumento della produttività e della soddisfazione professionale
- Riduzione dei costi aziendali legati agli spazi fisici
Le potenziali criticità includono:
- Rischio di sovrapposizione tra vita privata e professionale
- Difficoltà di disconnessione e possibile aumento dello stress
- Complessità nella misurazione delle performance
- Possibile riduzione del senso di appartenenza all'organizzazione
- Sfide nella gestione della comunicazione e della collaborazione tra team
Diritti e tutele dei lavoratori a distanza
Indipendentemente dalla modalità di lavoro a distanza scelta, i lavoratori mantengono gli stessi diritti e tutele previsti per i colleghi che operano in presenza. Tuttavia, esistono alcune specificità da considerare:
Parità di trattamento
Sia nel telelavoro che nello smart working, deve essere garantita la parità di trattamento economico e normativo rispetto ai lavoratori che svolgono le stesse mansioni all'interno dell'azienda. Questo include:
- Retribuzione
- Opportunità di carriera e formazione
- Diritti sindacali
- Accesso alle informazioni aziendali
Diritto alla disconnessione
Particolarmente rilevante per lo smart working, ma importante anche nel telelavoro, è il diritto alla disconnessione, ovvero il diritto del lavoratore a non essere contattato al di fuori dell'orario di lavoro. L'accordo individuale deve prevedere:
- Le fasce di disconnessione
- Le misure tecniche e organizzative necessarie
- Le modalità per garantire il riposo e il recupero psicofisico
Protezione dei dati
Il lavoro a distanza comporta specifiche attenzioni in materia di protezione dei dati personali e aziendali. Il datore di lavoro deve:
- Fornire indicazioni specifiche sulla gestione dei dati
- Implementare misure di sicurezza adeguate
- Garantire la formazione del personale sulle policy di sicurezza informatica
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