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Che cosa sono gli accordi individuali per lo smart working, cosa devono prevedere e rischi e sanzioni se non vengono stipulati

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Nuove norme smart working

In assenza di proroghe è ufficiale il ritorno degli ultimi beneficiari del lavoro agile ovvero dello smart working all'era pre-pandemia.

Anche l'ultima estensione del regime di smart working agevolato, destinato ai lavoratori delle aziende considerati fragili e genitori di figli sotto i 14 anni, è giunta a termine.

Dopo la scadenza della flessibilità riguardante la presenza in ufficio per i dipendenti pubblici avvenuta all'inizio dell'anno, a partire dal primo aprile anche i dipendenti del settore privato saranno tenuti ad instaurare un accordo individuale con il datore di lavoro, indipendentemente dalla loro categoria lavorativa. Approfondiamo tutti i dettagli:

  • Ecco gli accordi individuali per lo smart working
  • Sanzioni e rischi accordi individuali per lo smart working

Ecco gli accordi individuali per lo smart working

In assenza di proroghe, il termine del 31 marzo segna il ritorno degli ultimi beneficiari del lavoro agile all'era pre-pandemia, sottoponendo la pratica dello smart working alla normativa sugli accordi individuali tra dipendenti e imprese.

Questo accordo, che può essere a termine o a tempo indeterminato, deve includere specifici criteri previsti dalla legge: la regolamentazione dell'esecuzione del lavoro al di fuori della sede aziendale; gli strumenti utilizzati dal dipendente durante il lavoro; i tempi di riposo del dipendente; le misure organizzative per garantire al dipendente il diritto alla disconnessione dalle attrezzature tecnologiche di lavoro.

E poi: il diritto alla formazione continua e alla certificazione periodica delle competenze, se previsto; le modalità di esercizio del potere direttivo e di controllo del datore di lavoro sul lavoro svolto al di fuori dell'azienda; le azioni che possono portare a sanzioni disciplinari in caso di attività lavorativa al di fuori dell'azienda.

Una volta raggiunto l'accordo, le imprese sono tenute a comunicare l'adozione della modalità di lavoro agile tramite il portale Servizi Lavoro entro 5 giorni dall'inizio della prestazione.

Sanzioni e rischi accordi individuali per lo smart working

Entro la fine di marzo, i dipendenti classificati come lavoratori fragili e i genitori con figli di età inferiore ai 14 anni vedono scadere la possibilità di usufruire dello smart working agevolato, a seguito delle varie proroghe stabilite anche durante il periodo pandemico.

I datori di lavoro che non rispettano i termini e i requisiti stabiliti dalla normativa potrebbero essere soggetti a una sanzione pecuniaria compresa tra 100 e 500 euro per ciascun dipendente interessato. I titolari sono tenuti a conservare la documentazione relativa all'accordo di smart working con i dipendenti per almeno 5 anni.

L'accordo di smart working può avere una durata determinata o indeterminata. Nel primo caso, l'accordo prevede già una data di scadenza per la modalità di lavoro agile, alla quale il lavoratore torna a svolgere la propria attività presso la sede indicata nel contratto di lavoro. Nel secondo caso, in assenza di una data di scadenza specifica, sia il datore di lavoro che il dipendente hanno la facoltà di revocare l'accordo di smart working comunicandolo all'altra parte con un preavviso di almeno 30 giorni.

In entrambi i casi, è possibile terminare l'accordo di smart working prima della scadenza prevista o senza rispettare il preavviso legale in presenza di giustificato motivo. Le parti possono concordare termini di preavviso più lunghi di quelli stabiliti dalla legge.

Per i lavoratori disabili, a eccezione dei casi giustificati, il periodo di preavviso per il recesso da parte del datore di lavoro non può essere inferiore a 90 giorni, al fine di garantire tempi adeguati per la riorganizzazione delle necessità di vita e di assistenza del lavoratore.

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