Pur se nel linguaggio comune i termini invalidità, disabilità e handicap vengano utilizzati quasi come sinonimi, in realtà presentano delle differenze che dipendono dal tipo e dal grado di disabilità presentata.
Quali sono le differenze tra disabilità, invalidità, handicap e inabilità? Nel linguaggio comune, i termini invalidità, disabilità e handicap vengano utilizzati quasi come sinonimi e spesso confusi ma si tratta di termini che presentano delle sostanziali differenze, non solo per il significato ma soprattutto da un punto di vista sanitario e giuridico. Vediamo allora di seguito quali sono le differenze.
Cambiano i significati delle persone con disabilità, invalidità, handicap e inabilità.
Disabilità e handicap sono sinonimi che definiscono la condizione di invalidità civile, come ad esempio cecità e sordità, per tutte le persone, compresi i minori con esclusione di quelle non autosufficienti con più di 70 anni di età.
Disabilità ed handicap non si riferiscono solo alla capacità lavorativa ridotta a causa della menomazione ma anche alle conseguenze di tipo relazionale che la minorazione comporta.
La disabilità (o handicap) indica, infatti, la presenza di una menomazione di tipo fisico o psicologico e il conseguente svantaggio sociale sofferto dal soggetto.
Secondo quanto definito dalla Legge 104/1992, la persona con handicap lieve presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tale da determinare per l’individuo emarginazione o svantaggio sociale.
La persona con handicap grave presenta, invece, una minorazione, singola o plurima, che ne riduce l’autonomia personale, correlata all’età, rendendo necessario un intervento assistenziale permanente e continuativo.
L’accertamento della condizione di disabilità e di grado di handicap avviene da parte dell’Inps, tramite una visita medica svolta contestualmente in una unica seduta da un’apposita Commissione Medica Integrata ASL/INPS.
L’invalidità indica, invece, la condizione di difficoltà di un soggetto nello svolgimento di attività della quotidianità a causa di deficit fisico o mentale che comporta una riduzione permanente della capacità di svolgere attività lavorative di qualsiasi tipo.
L’invalidità civile viene definita da specifiche percentuali.
Il grado minimo di riduzione permanente della capacità lavorativa, per la qualifica di invalido civile, è di un terzo (33%).
Precisiamo che la domanda per ottenere il riconoscimento delle condizioni handicap o di invalidità deve essere presentata all’Inps esclusivamente in modalità telematica.
L'inabilità rappresenta uno stato invalidità al 100% che non permette ad un soggetto di svolgere alcuna attività lavorativa, nemmeno a carattere temporaneo.
Passando ai diritti riconosciuti nel 2024 a disabili, invalidi e inabili, insieme alla possibilità di usufruire di esenzioni o riduzioni per i pagamenti dei ticket sanitari, sono previsti anche diversi aiuti, prestazioni e misure di sostegno.
Per quanto riguarda gli invalidi, se viene riconosciuta una invalidità compresa tra il 74 e il 100%, l’Inps riconosce l’assegno di invalidità civile e la pensione di invalidità civile.
Il primo spetta a chi ha una incapacità lavorativa permanente parziale e a cui viene riconosciuta una percentuale di invalidità superiore al 74%.
La seconda spetta, invece, a chi ha una incapacità lavorativa permanente totale (al 100%) e al raggiungimento dei requisiti pensionistici normalmente richiesti (67 anni di età e 20 anni di contributi) si trasforma in assegno sociale.
Inoltre, i lavoratori a cui viene riconosciuta una invalidità superiore al 74% hanno diritto all’accredito figurativo di due mesi all’anno che si aggiungono alla contribuzione versata per raggiungere prima la pensione.
Ciò significa che queste categorie di persone possono andare in pensione prima fino a 5 anni, mentre si riducono ancora i requisiti per la pensione di invalidi a cui viene accertata una invalidità pari almeno all’80%.
In questo caso è, infatti, possibile andare in pensione prima a 60 anni e 7 mesi di età per gli uomini e a 55 anni e 7 mesi per le donne e in entrambe i casi con almeno 20 anni di contributi maturati.
Passando ai disabili, non è previsto in questo caso il riconoscimento di alcun beneficio economico ma si possono ottenere solo agevolazioni sanitarie e fiscali, permessi e congedi lavorativi previsti dalle norme in vigore.
Agli invalidi vengono, invece, riconosciuti diversi trattamenti di inabilità a seconda se il soggetto abbia accumulato o meno contribuzione, che sono l’assegno mensile di invalidità e pensione di inabilità civile.
Quest’ultima si può avere se si possiedono i seguenti requisiti sanitari e contributivi:
Ad invalidi, disabili e inabili vengono inoltre riconosciute l'indennità di accompagnamento e l'indennità di frequenza scolastica (se minori).