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Guida ai permessi sul lavoro. Le tipologie, regole e quanto vengono pagati

Tutti i permessi sul lavoro: quali sono, come funzionano, le regole da rispettare e quanto vengono pagati secondo la normativa aggiornata al 2025

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Guida ai permessi sul lavoro. Le tipolog

I permessi sul lavoro garantiscono una tutela importante e la conciliazione tra esigenze professionali e personali dei lavoratori, consentendo assenze giustificate per motivi specifici, regolate e retribuite secondo le normative vigenti.

Permessi per motivi personali

I permessi per motivi personali sono tra i più comuni e includono situazioni come visite mediche, pratiche burocratiche urgenti o altre necessità personali improcrastinabili. Generalmente vengono concessi dalle 2 alle 32 ore annuali, a seconda del contratto collettivo applicato.

Permessi sindacali

I rappresentanti sindacali e i lavoratori che ricoprono cariche sindacali hanno diritto a permessi specifici per svolgere le loro funzioni. Questi permessi sono regolamentati dalla normativa sindacale e dai contratti collettivi.

Permessi per studio

I lavoratori studenti hanno diritto a permessi per sostenere esami universitari, frequentare corsi di formazione professionale o completare percorsi di istruzione. Generalmente vengono concesse 150 ore annuali per il diritto allo studio.

Permessi per donazione sangue

Chi effettua donazioni di sangue ha diritto a una giornata di riposo retribuita per ogni donazione effettuata, come previsto dalla normativa vigente.

Permessi per motivi familiari

Fra le principali declinazioni rientrano il permesso per lutto e quello per grave infermità. La legge garantisce tre giorni annui retribuiti per ciascun evento di decesso o grave malattia che coinvolga familiari fino al secondo grado o conviventi. La documentazione richiesta viene definita dal Decreto Ministeriale e la richiesta va presentata seguendo la procedura aziendale e contrattuale. Ulteriori istituti proteggono eventi come la celebrazione matrimoniale (congedo matrimoniale, 15 giorni di calendario) e congedi non retribuiti per gravi motivi familiari, con durata massima biennale nell’arco di carriera lavorativa del dipendente.

Congedi parentali, maternità e paternità, diritti, durata e condizioni

I genitori hanno diritto a periodi di astensione retribuita, frazionabili giornalmente o a ore, per cura dei figli sino a 12 anni d'età. Le innovazioni del 2025 prevedono un ampliamento delle mensilità retribuite all'80% nelle prime finestre temporali, a carico dell'INPS, con differenziazioni per situazioni di genitorialità esclusiva o affido. Il padre può beneficiare di permessi specifici sia in caso di utilizzo alternativo alla madre (paternità obbligatoria o alternativa) sia per eventi straordinari, come decesso o grave eventi che colpiscano la madre.

Permessi e congedi straordinari per disabili (Legge 104/1992)

L'aggiornamento della Legge 104/1992, integrato da fonti europee e novità nazionali, conferma il diritto a tre giorni di permesso mensili retribuiti (frazionabili anche in ore), spettanti al lavoratore che assiste un familiare con handicap grave, o direttamente al lavoratore disabile. Il congedo straordinario può essere richiesto fino a due anni nell'arco della vita lavorativa, fruibile anche in modalità frazionata. Le modifiche 2025 prevedono una maggiore flessibilità nell'alternanza tra caregiver, l'estensione dei beneficiari a unioni civili e conviventi di fatto, la digitalizzazione delle procedure e la valorizzazione dell'esperienza formativa dei caregiver. Permane il vincolo della convivenza per il congedo straordinario in assenza di genitori. 

Documentazione necessaria e obblighi comunicativi per la fruizione dei permessi

La richiesta di permesso deve essere presentata con congruo anticipo, salvo casi di urgenza comprovata. Il preavviso minimo è generalmente di 24-48 ore per i permessi ordinari, mentre per quelli programmabili (come visite mediche) è consigliabile un preavviso di almeno una settimana.

Per molte tipologie di permessi è necessario presentare documentazione giustificativa. Ad esempio, per i permessi medici serve il certificato del medico, per i permessi per lutto l'atto di morte o l'autocertificazione, per i permessi studio l'attestazione dell'istituto scolastico.

Retribuzione dei permessi sul lavoro

La maggior parte dei permessi previsti dalla legge sono retribuiti al 100% della normale retribuzione. Questo include i permessi per malattia (entro i limiti previsti), i permessi familiari, quelli per donazione sangue e i permessi sindacali.

Alcuni permessi possono essere non retribuiti, come quelli per motivi personali oltre il monte ore previsto dal contratto, o i permessi per aspettativa non retribuita. In questi casi, dalla busta paga viene detratto l'importo corrispondente alle ore di assenza

La retribuzione dei permessi viene calcolata sulla base della retribuzione ordinaria del lavoratore, includendo la paga base, gli scatti di anzianità e le indennità fisse. Non vengono generalmente inclusi premi di produzione o straordinari.

I permessi retribuiti sono soggetti ai normali contributi previdenziali e assistenziali, così come alle ritenute fiscali. Questo significa che dal punto di vista contributivo, i periodi di permesso sono considerati come normale attività lavorativa.

Per i permessi non retribuiti, invece, non ci sono né contributi né ritenute fiscali, ma questi periodi possono influire sul calcolo dell'anzianità di servizio e sui ratei di tredicesima e quattordicesima mensilità.

Responsabilità, abusi e controlli sull’uso dei permessi retribuiti

Il datore di lavoro ha il diritto di verificare la veridicità delle motivazioni addotte per i permessi, nel rispetto della privacy del lavoratore. L'uso improprio dei permessi può comportare sanzioni disciplinari che vanno dal richiamo scritto al licenziamento per giusta causa nei casi più gravi.

I lavoratori hanno l'obbligo di utilizzare i permessi esclusivamente per i motivi dichiarati e di fornire documentazione veritiera. La falsificazione di documenti o l'uso fraudolento dei permessi costituisce violazione degli obblighi contrattuali.

L'utilizzo improprio dei permessi retribuiti è soggetto a stringenti controlli, in particolare per i permessi legge 104/1992, la cui violazione può configurare responsabilità disciplinare e, in casi gravi, giustificare il licenziamento per giusta causa. La giurisprudenza più recente ha precisato che la fruizione del permesso deve mantenere un nesso sostanziale, anche non continuativo o fisico, con l'obiettivo assistenziale. La carenza di documentazione, la mendace rappresentazione della motivazione, o l'assenza del nesso tra assenza e assistenza possono mettere in discussione la legittimità dell'assenza.