L'Imposta Municipale Unica (IMU) rappresenta una delle principali entrate per i comuni italiani e un importante adempimento fiscale per molti contribuenti. Nel 2025, la normativa IMU mantiene la struttura consolidata negli ultimi anni, ma con alcune novità e specificità che è essenziale conoscere per evitare errori e sanzioni.
L’IMU, introdotta nel 2011 e disciplinata dalla Legge n. 160 del 2019, è un tributo patrimoniale dovuto da chi possiede immobili, terreni agricoli o aree fabbricabili. Si applica a livello comunale e costituisce una delle principali fonti di entrate per i Comuni. L’IMU grava non sulla proprietà in sé, ma sul possesso dell’immobile, motivo per cui anche il titolare di diritti reali, come l’usufrutto o la superficie, risulta soggetto passivo.
Non rientrano nel pagamento tutte le abitazioni principali, tranne quelle considerate immobili di lusso, appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. In questi casi, è comunque prevista una detrazione fissa di 200 euro. Sono previste ulteriori esenzioni per immobili specifici, come abitazioni concesse in comodato a familiari, terreni agricoli di coltivatori diretti e fabbricati storici, quando rispettano specifici requisiti normativi.
I Comuni sono responsabili della regolamentazione delle aliquote, che possono essere differenziate in base alla destinazione d’uso degli immobili. Per garantire trasparenza e uniformità, dal 2025 debutta il prospetto delle aliquote, dove queste ultime saranno catalogate per immobili residenziali, commerciali, agricoli e di altra destinazione.
Devono pagare l’IMU i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili o terreni agricoli, nonché i titolari di diritti reali di godimento come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi o superficie. Sono inclusi anche i concessionari di aree demaniali e i locatari in caso di locazione finanziaria di immobili.
I soggetti esentati sono coloro che possiedono un’abitazione principale, purché non rientri nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 relative agli immobili di lusso. Anche le pertinenze dell’abitazione principale, come cantine, garage o soffitte, possono beneficiare dell’esenzione, purché non superino una ciascuna per categoria catastale C2, C6 e C7.
Ulteriori esenzioni comprendono:
Mario possiede la sua abitazione principale (categoria catastale A/3), un appartamento al mare (A/2) e un negozio affittato (C/1). Nel 2025, Mario dovrà pagare l'IMU solo per la seconda casa e per il negozio, essendo la sua abitazione principale esente dall'imposta (purché non sia classificata come A/1, A/8 o A/9).
Calcolo per la seconda casa:
Calcolo per il negozio:
La famiglia Bianchi è composta da marito, moglie e due figli che vivono nella loro casa di proprietà (categoria A/2), hanno un garage (C/6) e una cantina (C/2). Poiché l'immobile costituisce l'abitazione principale della famiglia e non rientra nelle categorie di lusso, sia l'abitazione sia le pertinenze sono esenti dall'IMU.
Giulia possiede due appartamenti nello stesso comune. Vive in uno e ha concesso l'altro in comodato d'uso gratuito a suo figlio che lo utilizza come abitazione principale. Se il comodato è registrato e Giulia possiede solo questi due immobili nello stesso comune, beneficia di una riduzione del 50% della base imponibile IMU per l'immobile concesso al figlio.
Calcolo:
Paolo possiede un vecchio fabbricato dichiarato inagibile. Per gli immobili in queste condizioni, la base imponibile è ridotta del 50%.
Calcolo:
Anna ha un appartamento che affitta con contratto a canone concordato (legge 431/1998). In questo caso, l'IMU è ridotta al 75% dell'importo dovuto.
Calcolo:
L’IMU 2025 deve essere versata in due rate principali nel corso dell’anno.
Per calcolare l'importo dell'IMU, è necessario partire dalla rendita catastale, rivalutandola del 5%. Successivamente, il risultato ottenuto deve essere moltiplicato per un coefficiente specifico in base alla tipologia di immobile:
Il valore ottenuto deve essere moltiplicato per l'aliquota definita dal Comune per il 2025. Le aliquote di base sono:
Eventuali riduzioni, come la diminuzione del 50% per immobili inagibili o di interesse storico-artistico, devono essere applicate al calcolo prima del moltiplicatore finale.
Sono previste esenzioni, agevolazioni e riduzioni applicabili a specifiche categorie di immobili e situazioni particolari.
Tra le esenzioni principali, l’abitazione principale (non di lusso) è esente dal tributo, incluse le sue pertinenze. Inoltre, le unità immobiliari possedute dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite a prima casa dei soci, e le abitazioni concesse in uso gratuito a figli o genitori, previa registrazione, godono di particolari benefici. Sono anche esentati i terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti alla previdenza agricola.
Per quanto riguarda le riduzioni, esistono agevolazioni per:
Per quanto riguarda le novità introdotte, i Comuni possono differenziare ulteriormente le aliquote tramite apposite delibere. Infine, i fabbricati costruiti e destinati alla vendita ("beni merce") sono esenti fino a quando non vengono locati.
Per il pagamento dell’IMU 2025, i contribuenti possono scegliere tra diverse modalità: modello F24, bollettino postale o PagoPA. Ciascun metodo ha specifiche procedure da seguire.
Il modello F24 è il metodo più utilizzato. Deve essere compilato inserendo i corretti codici tributo determinati dall’Agenzia delle Entrate. Per esempio, i codici più comuni per l’IMU sono:
Sarà necessario prestare attenzione nell’inserire il codice catastale del Comune e suddividere acconto e saldo. Il pagamento può essere effettuato online tramite il portale della propria banca o presso un intermediario autorizzato.
In alternativa, è possibile utilizzare il bollettino postale, pre-compilabile presso gli uffici postali. Questo metodo richiede l’indicazione del codice catastale e degli importi nelle caselle corrispondenti. Tuttavia, non consente correzioni dirette in caso di errore.
Il sistema PagoPA, invece, è sempre più adottato dai Comuni. Consente di pagare online tramite il portale di servizi telematici comunali o app come AppIO. L’avviso di pagamento può essere generato automaticamente e collegato direttamente alla scadenza.
Indipendentemente dal metodo scelto, è fondamentale conservare la ricevuta del pagamento quale prova fiscale, utile in caso di verifiche future.