Cosa posso fare se la mia malattia o invalidità non è riconosciuta dallo Stato

Il riconoscimento della malattia o invalidità è la condizione fondamentale per accedere a benefici, diritti e agevolazioni economiche e fiscali. E se non viene riconosciuta?

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Cosa posso fare se la mia malattia o inv

Malattia non riconosciuta dallo Stato, quali diritti?

Affinché siano concesse facilitazioni è indispensabile che la malattia venga riconosciuta. In caso contrario vengono a cadere le tutele.

Non tutte le malattie sono riconosciute dalla Stato ovvero sono tutelate da diritti, benefici sociali e agevolazioni economiche. Il primo passo è proprio quello del riconoscimento e il secondo è quello della certificazione del medico curante prima e della Commissione medica incaricata della visita poi.

Pensiamo ad esempio alle malattie che riguardano l'apparato cardiocircolatorio, l'apparato digerente, l'apparato endocrino, l'apparato fisiognomico, l'apparato fonatorio, l'apparato locomotore (arti inferiori), l'apparato locomotore (arti superiori), l'apparato locomotore (rachide), l'apparato olfattorio, l'apparato psichico, l'apparato respiratorio, l'apparato riproduttivo, l'apparato stomatognatico, l'apparato uditivo, l'apparato urinario, l'apparato vestibolare, l'apparato visivo. E poi, le patologie congenite o malformative, le patologie immunitarie, le patologie neoplastiche (tumori), le patologie sistemiche e quelle relative al sistema nervoso centrale e al sistema nervoso periferico. Approfondiamo alcuni aspetti specifici tra:

  • Malattia non riconosciuta dallo Stato, quali diritti

  • I diritti non riconosciuti nonostante la patologia

Malattia non riconosciuta dallo Stato, quali diritti

Il punto centrale attorno a cui ruota la questione è molto chiaro: affinché siano concesse le facilitazioni è indispensabile che la malattia venga riconosciuta. In caso contrario vengono a cadere le tutele. Si tratta di un principio che si basa proprio sul riconoscimento della peculiarità della situazione di chi si trova in uno stato di difficoltà conclamato. Tuttavia è evidente che la legislazione evolve, anche quella relativa alle patologie.

In pratica, una malattia che oggi non viene considerata come grave potrebbe esserlo in futuro. Ma finché non la situazione di difficoltà non viene messa nero su bianco da una commissione medica, non c'è possibilità di accedere alle agevolazioni che sono invece riconosciuti ai cittadini con patologie conclamate.

I diritti possono essere legati non solo al requisito sanitario ma anche a età, reddito, residenza e cittadinanza, sono sempre di natura assistenziale ovvero non dipendono dai contributi versati.

Rispetto alle malattie che abbiamo indicato in premesse, ce ne sono numerose altre, come quelle delle funzioni intellettive, di funzioni psichiche, del linguaggio, dell'orecchio, dell'occhio, viscerali, della funzione motoria e della struttura somatica, deturpanti o deformanti, generalizzate tra multiple, della continenza, che richiedono strumenti elettromeccanici per la sopravvivenza, da malattie endocrine o metaboliche.

Per ogni specifica patologia, così come accertato dalla visita davanti alla Commissione medica dell'Azienda sanitaria, esiste un punteggio massimo e uno minimo che apre o chiude le porte a una facilitazione fiscale o economica ovvero a un diritto. Purché appunto si tratti di una malattia riconosciuta.

I diritti non riconosciuti nonostante la patologia

Rispetto a questa situazione, anche il riconoscimento dell'invalidità è soggetto alle medesime limitazioni.

Dall'assegnazione della percentuale di invalidità e dunque dall'inclusione in una delle fasce previste dalla legge, scatta il diritto a fruire di differenti benefici. Solo per fare alcuni esempi, ricordiamo:

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 33%: diritto a prestazioni protesiche e ortopediche da parte dell'Asl di residenza

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 46%: diritto all'iscrizione nelle liste speciali dei Centri per l'impiego per l'assunzione agevolata al lavoro

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 51%: congedo per cure

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 67%: esenzione dal ticket sanitario

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 74% (invalido parziale): assegno mensile di assistenza, assegno sociale al compimento del 65esimo anno di età

  • riconoscimento dell'invalidità per almeno del 75%: versamento dei contributi lavorativi pari a due mesi per ogni anno di lavoro prestato come dipendente

  • riconoscimento dell'invalidità per il 100% (invalido totale): pensione di inabilità, eventuale indennità di accompagnamento, assegno sociale al compimento del 65esimo anno di età

Cosa fare se malattia non è riconosciuta?

Dunque, fondamentale, è riuscire a far riconoscere la propria malattia dallo Stato. Non è ovviamente semplice, la strada potrebbe essere lunga e complessa, ma ci sono delle possibilità, come è gia avvenuto nei primi casi di fibromalgia.che in passato non era riconosciuta come malattia dallo Stato.

Il primo passo è raccogliere tutta la documentazione medica di cui si dispone e di farsi accompagnare da uno o più medici consulenti alla visita di invalidità presso la Asl.

Se l'Asl, come spesso purtroppo accade, non dovesse accettare il riconoscimento della malattia, e quindi, dell'invalidità, a questo punto si può impugnare il verbale avviando un ricorso con la richiesta di un ulteriore accertamente tenico.
Poi, ci si dovrà recare davanti ad un giudice, iniziando un procedimento di causa civile richiedendo anche un consulente tecnico di ufficio.  A questo punto, tutto dipenderà dal giudice, ricordando che la sentenza si potrà impugnare fino in Cassazione, nei soliti tre gradi giudizio.