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I fondi pensione possono fallire in Italia? Cosa prevede la normativa 2025

I fondi pensione italiani sono davvero sicuri? Quadro normativo 2025, i meccanismi di protezione e le garanzie previste dalla legge per tutelare i risparmi previdenziali dei lavoratori

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
I fondi pensione possono fallire in Ital

La sicurezza dei propri risparmi pensionistici è una preoccupazione comune per molti lavoratori italiani, soprattutto quando si parla di fondi pensione e del loro possibile fallimento. In questo articolo analizzeremo il quadro normativo che regola i fondi pensione in Italia, le tutele previste dalla legge e cosa accade realmente in caso di difficoltà finanziarie di un fondo pensione.

Il sistema di sicurezza dei fondi pensione in Italia

Secondo la normativa vigente in Italia, i fondi pensione non possono fallire. Questa è una certezza giuridica sancita dall'articolo 15, comma 5, del Decreto Legislativo 252/05, che stabilisce esplicitamente: "Ai fondi pensione si applica esclusivamente la disciplina dell'amministrazione straordinaria e della liquidazione coatta amministrativa, con esclusione del fallimento."

Questa protezione non è casuale, ma si basa su principi strutturali che caratterizzano il funzionamento dei fondi pensione italiani:

  • Sistema a capitalizzazione individuale: i fondi pensione non utilizzano le risorse degli associati per finanziare la propria attività o altre prestazioni
  • Contribuzione definita: la pensione integrativa che l'aderente riceve al pensionamento è proporzionale ai contributi effettivamente versati e accumulati
  • Separazione patrimoniale: le risorse accumulate sono detenute in un patrimonio separato presso una Banca depositaria, non presso il fondo né presso i gestori

Questa certezza non esenta tuttavia il risparmiatore dall'effettuare la scelta del fondo pensione con estrema attenzione. È fondamentale verificare le proposte di investimento dei contributi, i rischi finanziari, le garanzie e i tipi di prestazioni, anche aggiuntive rispetto alla pensione.

Protezioni normative e vigilanza sui fondi pensione

Il sistema italiano prevede una rigorosa rete di controlli e protezioni per i fondi pensione, che contribuisce ulteriormente alla loro solidità:

Controlli esterni ai fondi pensione

I fondi pensione sono soggetti alla vigilanza di diverse autorità indipendenti:

  • COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione): autorità indipendente che controlla l'attività dei fondi e ne garantisce la trasparenza
  • Banca d'Italia: per gli istituti di credito che custodiscono i patrimoni
  • IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni): per i prodotti previdenziali di natura assicurativa
  • CONSOB (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa): per le SGR (società di gestione del risparmio)

Il denaro investito è quindi sottoposto a vigilanza in ogni suo passaggio, dalla raccolta alla gestione.

Controlli interni ai fondi pensione

Ogni fondo pensione deve garantire un sistema di gestione e controllo interno che include:

  • Assemblea dei delegati
  • Consiglio di amministrazione
  • Collegio sindacale
  • Organismo di sorveglianza
  • Funzione finanza
  • Funzione controllo di gestione del rischio

Inoltre, ogni fondo deve nominare un advisor esterno che vigila sulle iniziative di investimento prese dal fondo stesso.

Normativa sugli investimenti

Gli investimenti dei fondi pensione sono regolamentati dal D.M. 166/2014, che definisce nel dettaglio modalità di investimento e limiti imposti, soprattutto per quanto riguarda impieghi particolarmente rischiosi o con finalità speculative.

Cosa accade se un fondo pensione cessa l'attività

Sebbene i fondi pensione non possano fallire, possono essere soggetti a liquidazione coatta amministrativa che porta alla cessazione dell'attività. È importante comprendere cosa succede al fondo pensione sottoscritto in questo caso.

La liquidazione non riguarda le posizioni individuali degli iscritti, ma la gestione dell'attività dei fondi pensione. Il fondo si finanzia attraverso le commissioni e le quote associative versate dai lavoratori e dalle aziende associate, quindi il rischio di liquidazione si presenta solo se le entrate non dovessero risultare sufficienti a coprire le uscite.

In caso di liquidazione coatta amministrativa:

  • Decade l'autorizzazione all'esercizio dell'attività rilasciata dalla COVIP
  • Gli iscritti devono trasferire le proprie posizioni individuali a un'altra forma di previdenza complementare
  • Il trasferimento avviene senza alcuna penalizzazione
  • Il montante accumulato fino a quel momento viene mantenuto intatto

È importante sottolineare che la liquidazione di un fondo pensione è un evento estremamente raro in Italia, e anche quando si verifica, ci sono procedure specifiche per proteggere il capitale degli iscritti.

Protezioni per le diverse tipologie di fondi pensione

Le tutele contro il fallimento si applicano a tutte le tipologie di fondi pensione presenti nel mercato italiano:

Fondi pensione negoziali

Istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell'ambito della contrattazione nazionale, di settore o aziendale. Rientrano in questa categoria anche i fondi pensione territoriali, istituiti in base ad accordi tra datori di lavoro e lavoratori appartenenti a un territorio o area geografica.

Fondi pensione aperti

Istituiti da banche, imprese di assicurazione, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM). Anche in questo caso non è ammesso il fallimento.

Piani individuali pensionistici (PIP)

Forme pensionistiche complementari istituite dalle imprese di assicurazione, seguono le stesse regole di protezione degli altri fondi pensione.

Fondi pensione preesistenti

Forme pensionistiche istituite prima della riforma della previdenza complementare, godono delle medesime tutele normative.

Monitoraggio della propria posizione nel fondo pensione

Per garantire ulteriore tranquillità agli aderenti, i fondi pensione hanno specifici obblighi informativi:

  • Comunicazione periodica annuale: il fondo pensione deve inviare ogni anno informazioni dettagliate sull'investimento previdenziale, come l'ammontare della posizione individuale, i contributi versati, i rendimenti conseguiti e i costi sostenuti
  • Progetto esemplificativo personalizzato: una stima della pensione complementare calcolata in base ai dati anagrafici, alla posizione maturata, alla retribuzione e alle opzioni di investimento

Queste informazioni permettono di controllare la regolarità dei versamenti e l'adeguatezza del percorso previdenziale. Contestualmente, il risparmiatore può modificare le proprie scelte aumentando i contributi o destinando altrove il proprio investimento in caso di insoddisfazione.

Cosa prevede la normativa 2025 sui fondi pensione

La legge di bilancio 2025 ha introdotto alcune novità significative nel settore della previdenza complementare, progettate per incentivare l'adesione ai fondi pensione e rafforzare il secondo pilastro previdenziale italiano.

Sinergia tra previdenza obbligatoria e complementare

Una delle principali innovazioni riguarda la possibilità, per i lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1° gennaio 1996 (sistema contributivo puro), di utilizzare la rendita derivante dal fondo pensione per raggiungere gli importi necessari per la pensione di vecchiaia o anticipata. Questa opzione è valida solo se almeno il 50% della posizione maturata presso il fondo viene convertita in rendita pensionistica.

Questa misura crea una maggiore sinergia tra i due livelli pensionistici e rappresenta un incentivo concreto all'adesione ai fondi pensione, soprattutto per i lavoratori più giovani che avranno pensioni pubbliche meno generose.

Limitazioni per la pensione anticipata

È importante sottolineare che, per chi sceglie di utilizzare la rendita del fondo pensione per accedere alla pensione anticipata, esistono alcune limitazioni. In particolare, fino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia, non è possibile cumulare la pensione con redditi da lavoro dipendente o autonomo, salvo nel limite di 5.000 euro lordi annui.

Possibilità di contributi aggiuntivi

Dal 1° gennaio 2025, chi è iscritto all'AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria), alle forme sostitutive ed esclusive della stessa e alla Gestione separata, può aumentare il proprio montante contributivo versando una quota aggiuntiva fino a 2 punti percentuali. Questi contributi aggiuntivi sono parzialmente deducibili dal reddito (50% dell'importo versato), anche se non possono essere conteggiati per raggiungere i requisiti minimi per la pensione.

Strategie di investimento per i fondi pensione in tempi di crisi

Durante le crisi finanziarie, è normale osservare oscillazioni nei rendimenti dei fondi pensione. In questi momenti, è essenziale adottare un approccio razionale e di lungo periodo:

  • Evitare decisioni impulsive: le fasi ribassiste dei mercati sono generalmente temporanee e nel tempo le perdite possono essere recuperate
  • Mantenere una prospettiva di lungo periodo: i fondi pensione sono investimenti pensati per orizzonti temporali estesi, durante i quali le fluttuazioni a breve termine vengono assorbite
  • Limitare le richieste di anticipazioni: evitare di richiedere anticipazioni o altre prestazioni durante fasi negative di mercato può consentire al fondo di recuperare i rendimenti invece di cristallizzare le perdite temporanee

L'esperienza degli ultimi anni ha dimostrato la resilienza dei fondi pensione italiani. Nel corso del decennio 2011-2021, nonostante la crisi del debito sovrano e la pandemia, i fondi pensione negoziali hanno registrato un rendimento medio annuo del 4,1%. Nel 2023 sono state recuperate tutte le perdite sostenute nel 2025, con risultati in alcuni casi anche in doppia cifra.

Il Fondo di Garanzia INPS per la previdenza complementare

Un'ulteriore protezione per i lavoratori che aderiscono alla previdenza complementare è rappresentata dal Fondo di Garanzia della posizione previdenziale complementare, istituito presso l'INPS. Questo fondo interviene in caso di inadempienza del datore di lavoro nel versamento dei contributi al fondo pensione.

Per richiedere l'intervento del Fondo di Garanzia, devono sussistere alcune condizioni:

  • La cessazione del rapporto di lavoro
  • L'apertura di una procedura fallimentare o altra procedura concorsuale a carico dell'azienda
  • L'accertamento del credito del lavoratore
  • L'iscrizione a una forma di previdenza complementare regolata dal D.Lgs 252/2005

A differenza di chi richiede l'intervento del Fondo di Garanzia avendo lasciato il TFR in azienda, chi ha aderito alla previdenza complementare vedrà il proprio TFR versato direttamente nel fondo pensione. Oltre al TFR, il Fondo di Garanzia garantisce anche i contributi datoriali non versati e i contributi volontari trattenuti dalla busta paga ma non versati al fondo pensione.

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