Stando a quanto previsto dalle norme in vigore, è possibile continuare a lavorare fino a 70 anni anche dopo aver, dunque, raggiunto l’età pensionabile per arrotondare l’assegno mensile ma solo in determinati casi e purchè si rispettino precise condizioni.
In quali casi si può continuare a lavorare dopo i 67 anni fino a 70-75 anni o più? La legge pensionistica in vigore nel nostro Paese fissa a 67 anni di età, e con almeno 20 anni di contributi, l’età per tutti, uomini e donne, per andare in pensione di vecchiaia.
Nessun requisito anagrafico è, invece, richiesto per andare in pensione anticipata, per cui servono 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno, cioè 41 anni e dieci mesi di contributi, per le donne.
In prossimità del raggiungimento dell’età pensionabile, i soggetti interessati devono presentare la domanda di pensione in modo da collocarsi finalmente a riposo, ma ci sono casi in cui è possibile continuare a lavorare anche fino a 70-75 anni. Vediamo quali sono.
Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, si può continuare a lavorare fino a 70-75 anni anche dopo aver raggiungo i 67 anni dell’età pensionabile solo se si raggiunge un accordo specifico con il datore di lavoro e solo per determinati lavoratori.
La legge sulle pensioni attuali prevede, infatti, la possibilità di definire condizioni tali da permettere ai lavoratori che lo desiderino di continuare a lavorare anche dopo aver raggiunto l’età pensionabile.
Precisiamo, però, che tale possibilità vale solo per i dipendenti privati e solo previo accordo con il datore di lavoro.
Non vale per i dipendenti pubblici che, al raggiungimento dell’età pensionabile, non possono continuare a lavorare.
Possono, inoltre, rimanere a lavoro dopo il compimento dei 67 anni di età e fino ai 70-75 anni specifiche categorie di lavoratori come: