I rapporti tra dipendente e datore di lavoro non sono sempre idilliaci. Anzi, in alcuni casi possono diventare così critici da concludersi davanti a un giudice, chiamato a stabilire chi ha ragione tra le parti. È importante sottolineare che non solo il datore può denunciare il lavoratore in caso di inadempienza, ma vale anche il contrario: il lavoratore può decidere di trascinare l'azienda in tribunale qualora sussistano le condizioni previste dalla legge.
Il primo caso in cui un lavoratore può denunciare l'azienda in cui lavora si verifica quando riceve uno stipendio inferiore rispetto a quello riportato nella busta paga. La legislazione vigente stabilisce però alcune soglie specifiche. In pratica, il lavoratore può richiedere giustizia se l'importo evaso è maggiore di 30.000 euro di imposta e rappresenta almeno il 5% degli elementi attivi dichiarati.
È possibile procedere con la denuncia anche nel caso in cui il dipendente riceva una parte ridotta dello stipendio in nero. Attenzione però, in questa situazione non si configura un reato fiscale per omessa effettuazione delle ritenute di acconto. Il lavoratore può denunciare l'azienda se questa versa l'intero stipendio in nero, ma esclusivamente nel caso in cui l'omissione contributiva superi i 50.000 euro.
Una fattispecie particolarmente grave si verifica quando l'azienda versa uno stipendio inferiore rispetto a quello certificato e minaccia il licenziamento se il dipendente richiede la parte mancante. In tale circostanza, il datore di lavoro può essere denunciato per il reato di estorsione ai propri dipendenti.
Oltre alle irregolarità sullo stipendio, esistono numerose altre situazioni in cui il dipendente può richiedere l'intervento dell'Ispettorato del lavoro. Queste includono:
I lavoratori raramente considerano questa tipologia di azioni legali. Tuttavia, in questi casi, la presenza dei rappresentanti dei lavoratori in azienda risulta essenziale, poiché il loro compito principale è controllare che i diritti e gli obblighi dei dipendenti vengano rispettati.
In molti casi, questi rappresentanti hanno il supporto dei sindacati, che possono avviare diverse azioni per segnalare eventuali violazioni. La comunicazione con questi organismi rappresentativi all'interno dell'azienda rappresenta una modalità efficace per documentare le non conformità aziendali sul luogo di lavoro. Gli organi ai quali si devono comunicare tali situazioni anomale sono il consiglio di fabbrica, i delegati sindacali e i delegati aziendali.
Dopo aver consultato la rappresentanza legale dei lavoratori, questi si occuperanno di segnalare le irregolarità e di cercare una soluzione all'interno dell'organizzazione aziendale.
È stato recentemente introdotto un sistema di denuncia anonima per le situazioni in cui in un'azienda venga osservata frode sul lavoro, o quando la vittima diretta della violazione aziendale vuole segnalare l'irregolarità in modo sicuro e riservato.
Il whistleblowing è uno strumento che consente ai dipendenti di segnalare, in forma riservata o anonima, situazioni irregolari o illeciti verificatisi nell'ambito lavorativo. Questo sistema è regolamentato dalla legge n. 179/2017, che tutela gli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza durante il rapporto di lavoro, sia nel settore pubblico che privato.
Le segnalazioni possono riguardare varie tipologie di illeciti, come:
È importante che le segnalazioni siano basate su fatti concreti e non su semplici opinioni o sospetti. Il segnalante è protetto da eventuali ritorsioni o discriminazioni da parte del datore di lavoro o dei colleghi.
Esistono diverse modalità per denunciare irregolarità e illeciti sul posto di lavoro:
L'Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) è l'organo principale a cui rivolgersi per segnalare violazioni in ambito lavorativo. La denuncia può essere inviata tramite PEC o posta ordinaria utilizzando il Modello INL 31 - Richiesta di intervento ispettivo. È possibile anche effettuare segnalazioni anonime, particolarmente utili nei casi di lavoro in nero.
L'ispezione che ne consegue si svolge in tre fasi:
È possibile segnalare situazioni di lavoro irregolare anche alla Guardia di Finanza, compilando un apposito modulo online o contattando il numero verde. Questa modalità garantisce la riservatezza dell'identità del denunciante.
Il lavoratore può rivolgersi al proprio sindacato di categoria per denunciare irregolarità. Il sindacato può tentare una conciliazione con l'azienda, coinvolgendo eventualmente anche INPS, INAIL e Ispettorato del Lavoro. In caso di mancato accordo, si può ricorrere al Giudice del Lavoro.
Le segnalazioni possono avvenire attraverso:
In alcuni casi, è possibile ricorrere alla divulgazione pubblica tramite mezzi di comunicazione, organizzazioni sindacali o associazioni di tutela.
È importante conoscere i termini entro cui è possibile agire legalmente contro il proprio datore di lavoro:
Non ci sono termini specifici per sporgere denuncia contro il datore di lavoro per reati procedibili d'ufficio (come l'installazione di videosorveglianza senza autorizzazione o l'impiego di lavoratori irregolari). Le autorità dovranno rispettare i termini di prescrizione del reato per poter agire contro il responsabile.
La querela contro il datore di lavoro (per reati come minacce, diffamazione, maltrattamenti o mobbing) va presentata entro 3 mesi dalla scoperta dell'illecito o dalla sua cessazione. Si può presentare alla Polizia, ai Carabinieri o alla Procura della Repubblica, anche senza avvocato.
Per recuperare stipendi, straordinari o differenze retributive, si può agire entro cinque anni dalla cessazione del rapporto di lavoro, indipendentemente dal tempo trascorso dall'inadempimento.
In questo caso, il lavoratore deve rispettare due scadenze:
Per comprendere meglio quando e come denunciare l'azienda per cui si lavora, è utile esaminare alcuni casi concreti:
Se il datore di lavoro installa telecamere sul luogo di lavoro senza rispettare le procedure previste dallo Statuto dei lavoratori (accordo con i sindacati o autorizzazione dell'Ispettorato del Lavoro), commette un reato denunciabile.
Può essere denunciato il datore di lavoro che:
Il mobbing consiste in comportamenti vessatori ripetuti nel tempo (almeno una volta alla settimana per almeno sei mesi) finalizzati a umiliare, isolare o ostacolare il dipendente. La Cassazione ha elaborato sette parametri per identificare il mobbing: