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Le case di cura e di riposo per anziani tra gli investimenti alternativi e innovativi 2025 secondo esperti

Nel 2025 le case di cura e riposo per anziani diventano un investimento alternativo e innovativo. Ecco cosa dicono gli esperti e perché conviene puntare su questo settore in crescita

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Le case di cura e di riposo per anziani

Negli ultimi anni, le case di cura e le residenze per la terza età sono emerse tra le opzioni di investimenti alternativi e innovativi in Italia, considerate dagli esperti una soluzione resiliente di fronte all'invecchiamento demografico e ai cambiamenti sociali. Il nostro Paese, primo in Europa per incidenza di popolazione sopra i 65 anni, deve affrontare una domanda crescente di alloggi e assistenza per anziani, complice anche la frammentazione familiare e la crescente difficoltà nel garantire supporto continuativo in ambito domestico. Queste dinamiche stanno generando nuove opportunità per investitori interessati a soluzioni immobiliari solide, capaci di coniugare sostenibilità economica, impatto sociale e stabilità a lungo termine.

Panorama demografico e trend degli investimenti nelle case di cura

Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana costituisce il principale motore di sviluppo delle strutture dedicate agli anziani. Secondo le recenti rilevazioni di Istat e OCSE, nel 2025 il tasso di over 65 in Italia supera il 24%, ponendo il nostro Paese al vertice europeo per longevità. Le previsioni indicano che entro il 2035 il numero di ultrasessantacinquenni potrebbe aumentare di oltre 3,5 milioni, con una quota di ultraottantenni mai registrata prima. Questa crescita genera una pressione significativa sulla domanda di RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali), case di riposo e soluzioni di senior housing.

A fronte di queste necessità, si evidenzia ancora una copertura insufficiente: il tasso medio di posti letto disponibili sul territorio nazionale si attesta attorno all'1,9% della popolazione anziana, ben al di sotto della soglia europea ritenuta ottimale (5%). In regioni come Lombardia e Piemonte la saturazione è già molto elevata. Questa situazione offre una chiara prospettiva agli investimenti, riconosciuta da operatori del settore e analisti finanziari.

Case di cura e di riposo come asset class alternativa

Investire in case di cura e residenze per anziani rappresenta dunque un’opportunità di diversificazione immobiliare estremamente interessante per privati e istituzionali. Le principali caratteristiche attrattive sono:

  • Stabilità dei rendimenti: le strutture per anziani sono considerate anti-cicliche, poco sensibili ai cicli economici negativi perché la loro domanda è guidata da trend demografici strutturali;
  • Protezione dall’inflazione: il settore offre contratti di locazione a lungo termine e canoni indicizzati, che si rivalutano nel tempo;
  • Impatto sociale:
  • Possibilità di integrare principi ESG: nuove costruzioni e ristrutturazioni possono adottare standard sostenibili ed efficienti.

Non si parla più solo di case di riposo tradizionali, ma anche di residenze assistite, villaggi senior, co-housing per anziani, alloggi protetti ed enti specializzati nel supporto alla terza età. Strutture di nuova generazione pongono attenzione a qualità abitativa, tecnologie di monitoraggio e benessere psicofisico.

Forme innovative di residenzialità per anziani: senior housing, alloggi assistiti e co-housing

La crescente complessità delle esigenze della popolazione anziana ha incentivato la nascita di nuove tipologie di offerta abitativa:

  • Senior Housing: complessi di appartamenti indipendenti ma dotati di spazi e servizi comuni, rivolti a persone ancora autosufficienti e desiderose di mantenere una vita attiva e relazionale;
  • Alloggi assistiti: piccoli appartamenti in locazione, attrezzati per garantire sicurezza e servizi personalizzati, indirizzati soprattutto ad anziani fragili che desiderano vivere autonomamente ma con un supporto sociale e sanitario flessibile “a domanda”;
  • Co-housing senior: soluzioni dove gruppi di anziani (talvolta anche intergenerazionali) condividono ambienti e risorse, mantenendo aree private ma beneficiando di attività collettive e servizi comuni.

Queste tendenze sono già diffuse nel Nord Europa e stentano ancora ad inserirsi pienamente nel tessuto urbano italiano, specialmente fuori dai grandi centri del Nord. Il PNRR sostiene la diffusione di queste iniziative, ma permane un divario tra domanda e offerta che può essere colmato solo da innovazione gestionale e nuove iniziative imprenditoriali.

Analisi dei rischi e benefici nell'investimento in case di riposo

Le case di riposo presentano caratteristiche peculiari rispetto ad altri investimenti immobiliari:

  • Affidabilità dei ricavi: i contratti di locazione sono spesso sottoscritti direttamente con aziende di gestione, quindi l’investitore riceve i canoni anche in caso di mancata occupazione temporanea di alcune stanze;
  • Sicurezza sociale: molte strutture beneficiano di sovvenzioni pubbliche, riducendo il rischio finanziario;
  • Opportunità fiscali: i costi di acquisto e gestione sono parzialmente deducibili, come previsto dalle norme fiscali italiane in materia di immobili produttivi.

Tuttavia, occorre valutare correttamente alcune criticità:

  • La solidità finanziaria e gestionale del gestore, che rappresenta il principale partner contrattuale;
  • L’ubicazione: la struttura deve essere facilmente accessibile, inserita in un contesto ricco di servizi;
  • La normativa di settore, che impone stringenti requisiti strutturali e igienici e costanti adeguamenti tecnologici;
  • Eventuali rischi di insolvenza o difficoltà nel ricollocamento degli immobili in caso di cambiamenti nella domanda locale.

Costi, business plan e sostenibilità economica

Un investimento consapevole nelle case di cura e strutture per anziani richiede una pianificazione rigorosa. Secondo gli ultimi dati 2025, il costo medio per aprire una struttura di piccole-medie dimensioni varia da 500.000 a 1.000.000 di euro, comprensivi di acquisto o ristrutturazione, adeguamento normativo, attrezzature e capitale iniziale per la gestione.

I principali costi gestionali comprendono:

  • Retribuzione e formazione del personale sanitario e amministrativo;
  • Spese operative per alimentazione, utenze, manutenzioni e materiali di consumo;
  • Assicurazioni, licenze e certificazioni obbligatorie;
  • Costi straordinari per adeguamenti strutturali e tecnologici.

La redazione di un business plan dettagliato consente di prevedere flussi di cassa, tasso di occupazione, ritorno sull’investimento e sostenibilità del debito finanziario (DSCR). Software specializzati possono facilitare la simulazione delle voci di spesa e la valutazione della sostenibilità economica a medio termine.

Come valutare una casa di cura come investimento

Prima di impegnare capitali in questo settore, è indispensabile considerare alcune variabili chiave:

  • Tipologia della struttura: RSA, residenza assistita, senior village o co-housing presentano rendimenti e rischi differenti;
  • Sostegno normativo: le strutture accreditate o convenzionate con il SSN possono contare su flussi di entrate più stabili;
  • Ubicazione: le regioni del Nord Italia, e in particolare Lombardia e Piemonte, ospitano la maggior parte delle strutture, ma il gap nel Centro-Sud rappresenta un’opportunità di crescita significativa;
  • Solidità del gestore: la selezione di operatori affidabili, esperti e con una reputazione consolidata è determinante;
  • Piano di marketing e gestione: la promozione costante e una buona governance garantiscono la piena occupazione e quindi la profittabilità dell’investimento.

Simulazione di un investimento immobiliare in struttura assistenziale

Voce di costo Stima (euro)
Acquisto/ristrutturazione immobile 300.000 – 600.000
Opere di adeguamento e impianti 100.000 – 300.000
Arredi e attrezzature sanitarie 20.000 – 100.000
Licenze e oneri amministrativi 15.000 – 50.000
Capitale per gestione iniziale 50.000 – 100.000

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