Sì, si stima che un numero crescente di anziani potrebbero aver bisogno di case di cura o di assistenza per la vita assistita nel prossimo quarto di secolo. Il tasso di invecchiamento in Italia è tra i maggiori in Europa.
La maggior parte degli anziani preferisce trascorrere gli ultimi anni della propria vista all'interno della propria abitazione. Tuttavia non sempre è possibile per ragioni familiari. Le persone anziane che non vivono vicino alla famiglia o che non hanno accesso a un regolare assistente sanitario a domicilio spesso non hanno altra scelta che trasferirsi in una struttura per anziani per beneficiare della vita assistita o dell'assistenza domiciliare.
Ed è in questo contesto che le case di cura e di riposo per anziani di pongono tra gli investimenti alternativi e innovativi del 2022. Le strutture abitative per anziani soddisfano un bisogno che non andrà mai via, soprattutto in un Paese come l'Italia che è in costante invecchiamento. Sebbene il fatto che non lavorino più significhi che gli anziani hanno un reddito limitato, quel reddito è in genere stabile.
I residenti in casa per anziani sono generalmente a reddito medio o medio-alto. Approfondiamo meglio:
Cresce l'attenzione nei confronti dell'opportunità di investire in case di cura e di riposo per anziani ed è destinato a farlo sempre di più. Sono i numeri a spingere in questa direzione. Si stima che una quantità crescente di anziani potrebbe aver bisogno di case di cura o di assistenza per la vita assistita nel prossimo quarto di secolo.
Il tasso di invecchiamento in Italia è tra i maggiori in Europa. Le famiglie potrebbero dover trasferirsi o spostare i piani per consentire un'assistenza domiciliare che potrebbe comportare posti di lavoro che, ancora una volta, influiscono sui profitti come investitore. Mentre le strutture abitative per anziani soddisfano un'esigenza naturale, c'è un mercato nei prossimi anni e l'investimento rappresenta una opportunità da considerare e di conseguenza è lecito credere che ci sarà un grande fermento intorno agli investimenti alternativi in case di cura e di riposo per anziani.
Utili indicazioni sulla tendenza in atto arrivano dall'Osservatorio settoriale sulle Rsa della Liuc Business School sulla base delle rilevazioni effettuate da Istat, Ocse e Inps. Incrociando i dati emerge che per rendere sostenibile l'invecchiamento della popolazione previsto bisognerebbe aumentare di oltre il 40% il numero di posti letto nelle residenze per anziani e far crescere del 70% la presenza di badanti per il lavoro domestico di cura.
Come spiegato dagli esperti, è impossibile seguire a casa molti anziani e allora invece di spingerli nell'imbuto del Pronto soccorso va organizzata una filiera assistenziale che inizi da check sistematici nello studio del medico di medicina generale a partire dai 75 anni, per stimare le potenziali fragilità.
Da qui eventualmente ci si orienta per l’Adi o per la Rsa, soluzioni che devono dialogare. Nelle residenze l'umanizzazione deve passare per le tecnologie e per un sistema di valutazione dei bisogni dell'anziano uniforme e validato a livello internazionale che consente di costruire il fascicolo indispensabile per ogni monitoraggio.
In fondo basta una semplice ricerca per scoprire l'esistenza di Etf che investono sulle case per anziani. Si tratta della dimostrazione del fermento che c'è in questo settore strategico. A tal proposito c'è un motivo per cui molte case di riposo si trovano fuori città: è più tranquillo, c'è meno traffico e gli immobili sono più economici.
Le località urbane, ovviamente, sono più difficili da trasformare in case di riposo: i quartieri ad alta densità rendono difficile l'introduzione di servizi e cibo. Ci sono anche le spese aggiuntive associate alla vita in città.
Mentre le nuove forme di assistenza sanitaria, come la telemedicina, i centri di servizi condivisi e la sanità digitale possono aiutare ad alleviare parte della domanda, può trascorrere del tempo prima che il settore sanitario si adatti completamente.