Le regole aggiornate pignoramento soldi, case, conti correnti, beni e importanti recenti sentenze

Quali sono le regole aggiornate 2023 e le importanti recenti sentenze sul pignoramento: nuove leggi in vigore, limiti al provvedimento e nuove modalità previste

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Le regole aggiornate pignoramento soldi,

Quali sono le regole aggiornate e nuove importanti sentenze su pignoramento di soldi, case e altri beni?

Le regole aggiornate 2023 insieme a importanti recenti sentenze sul pignoramento di soldi, case e altri beni sono quelle che riguardano soprattutto pignoramento presso terzi, limiti sul pignoramento di soldi, case e altri beni e relativi termini di efficacia nonché novità sulla possibilità di pignoramento di Tfs e Tfr.
 

Quali sono le regole aggiornate sul pignoramento di soldi, case e altri beni e importanti recenti sentenze? Sul pignoramento di soldi, case e altri beni sono diverse le novità definite sia da nuove leggi approvate sia derivanti da importanti sentenze per la definizione della legittimità ed efficacia del provvedimento. Vediamo quali sono le regole aggiornate 2023 e le importanti recenti sentenze sul pignoramento. 

  • Regole aggiornate su pignoramento presso terzi
  • Regole aggiornate 2023 per limiti sul pignoramento di soldi, case e altri beni
  • Nuove regole e importanti sentenze 2023 su pignoramento soldi Tfs-Tfr
  • Inefficacia del pignoramento cosa prevedono nuove recenti sentenze

Regole aggiornate su pignoramento presso terzi

Le prime nuove regole aggiornate relative al pignoramento di soldi, case e altri beni riguardano il pignoramento presso terzi, procedimento che, come previsto dalle leggi in vigore, coinvolge tre soggetti che sono: 

  • creditore procedente, parte attiva in senso sostanziale e processuale;
  • debitore esecutato, parte passiva in senso sostanziale e processuale;
  • terzo pignorato, parte solo in senso processuale.

Il pignoramento versi terzi viene notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e ha competenza diversa. In particolare, per il pignoramento di beni mobili presso terzi, la competenza è del giudice (dunque il Tribunale) del luogo in cui si trovano i beni, mentre per il pignoramento di crediti la competenza è del giudice (quindi il Tribunale) del luogo in cui il debitore ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

L’unica eccezione in tal senso è rappresentata dal caso in cui il debitore è una pubblica amministrazione: la competenza, infatti, è del Tribunale del luogo in cui il terzo ha la residenza, il domicilio, la dimora o la sede.

Le regole aggiornate 2023 sul pignoramento di soldi, case e altri beni presso terzi riguardano non solo le competenze ma anche le procedure: stando a quanto stabilito, infatti, il pignoramento presso terzi deve essere notificato al debitore iniziale del titolo esecutivo e dell’atto di precetto e la notifica può essere effettuata dall’avvocato anche a mezzo Pec, posta elettronica certificata, o tramite ufficiale giudiziario.

Dunque, da giugno 2022, nelle procedure pignoramento di case, soldi o altri beni presso terzi, i nuovi adempimenti sono a carico del difensore del creditore e bisogna sempre notificare l'avvenuta iscrizione a ruolo sia al debitore esecutato che al terzo pignorato. Dopodicchè la prova dell’avvenuta notifica deve essere depositata nel fascicolo della procedura esecutiva entro la data dell’udienza di comparizione indicata nell’atto di pignoramento presso terzi. 

Regole aggiornate 2023 per limiti sul pignoramento di soldi, case e altri beni

Ulteriori nuove regole aggiornate 2023 sul pignoramento di soldi, case e altri beni riguardano i nuovi limiti fissati per il pignoramento di stipendi e conto correnti, aggiornati ogni anno perché variano e dipendono dall’importo dell’assegno sociale soggetto a rivalutazione. 

Per il 2023, per effetto della nuova rivalutazione, l’importo dell’assegno sociale è aumentato a 503,27 euro al mese per 13 mensilità. Il pignoramento dello stipendio dipende dall’importo dell’assegno sociale nella misura in cui, per legge, non si può pignorare il minimo vitale, che è pari appunto al doppio dell’assegno sociale e non può mai essere inferiore a mille euro. 

Se, dunque, l’importo dell’assegno sociale è di 503,27 euro, il minimo vitale 2023 è di 1.006,54 euro. Il pignoramento dello stipendio può avvenire in misure differenti oltre tale importo, che diventa dunque impignorabile. 

E’ possibile pignorare lo stipendio secondo i limiti previsti dalla legge sia presso il datore di lavoro e sia sul conto corrente dove viene accreditato. In particolare, si può pignorare lo stipendio presso il datore di lavoro nel 2023 solo nel limite di un quinto, mentre se il creditore è Agenzia Entrate Riscossione, i limiti per il pignoramento dello stipendio sono di:

  • un quinto per stipendi sopra 5.000 euro;
  • un settimo per stipendi fino a 5.000 euro;
  • un decimo per stipendi fino a 2.500 euro

Per quanto riguarda i limiti sul pignoramento di un conto corrente, le regole in vigore prevedono, in base al saldo disponibile sul conto, la possibilità di pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale, cioè 1.404,30 euro considerando l’importo dell’assegno sociale, come detto, nel 2023 di 503,27.

Passando alla casa, resta valida la regola dell’impignorabilità della prima casa ma solo da parte del Fisco, mentre, precisiamo, che creditori private, come banche, o finanziarie, possono pignorare anche la prima casa come luogo di residenza adibita ad abitazione principale e, secondo quanto stabilito da una recente sentenza della Cassazione, il termine di efficacia del pignoramento immobiliare decorre dal momento di perfezionamento della sua notifica. 

Anche secondo quanto stabilito da una sentenza del Tribunale di Monza, il termine di efficacia del pignoramento immobiliare decorre dalla data di notifica dell’atto, indicato lo stesso momento per il calcolo del termine per la presentazione dell’istanza di vendita.

Nuove regole e importanti sente 2023 su pignoramento soldi Tfs-Tfr

Nuove regole 2023 sul pignoramento di soldi derivano da una importante recente sentenza della Corte di Cassazione che ha stabilito come anche il Tfs, Trattamento di fine servizio per i lavoratori dipendenti statali, e Tfr per i dipendenti privati possono essere pignorati, ma solo in determinati casi.

Secondo la Cassazione, un creditore, che sia lo Stato, Enti regionali, o comunali ecc, può chiedere il pignoramento della Tfs per recuperare debiti insoluti nei casi di cartelle esattoriali esecutive già avviate e non pagate.

Il pignoramento di Tfs e Tfr può, dunque, avvenire solo quando i debiti diventano esigibili ed erogabili per il debitore, sempre rispettando i limiti stabiliti dalla legge. In particolare, limiti fissati per il pignoramento del Tfs e del Tfr sono nella misura del 20% della liquidazione, cioè di un quinto.

Inefficacia del pignoramento cosa prevedono nuove recenti sentenze

Una importante recente sentenza della Corte di Appello di Milano si è espressa sulla inefficacia del provvedimento di pignoramento. 

Stando a quanto sostenuto dalla Corte, la mancata apposizione delle attestazioni di conformità sugli atti depositati all’atto dell’iscrizione a ruolo dell’espropriazione per un pignoramento immobiliare, determina l’inefficacia del pignoramento rilevabile d’ufficio ed insanabile.