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Quando non obbligatorio un amministratore di condominio e chi lo fa se non c'?

Nomina di un amministratore di condominio non obbligatoria in condomini con meno di otto condomini: cosa prevedono leggi in vigore

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quando non  obbligatorio un amministrat

Quando non obbligatorio nominare un amministratore di condominio?

Secondo quanto previsto dalle leggi 2024 in vigore, la nomina di un amministratore è obbligatoria quando i condomini sono più di otto.

La nomina dell’amministratore di condominio è fondamentale nella gestione degli edifici. La legge 220/2012 e l'articolo 1129 del codice civile stabiliscono le circostanze in cui tale figura diventa obbligatoria. Ma cosa accade quando non è necessaria la sua nomina? Approfondiamo  i casi specifici.

Che funzione svolge l'amministratore di condominio e quando è obbligatorio

L'amministratore di condominio ha il compito di garantire la corretta gestione delle parti comuni di un edificio, delle spese condominiali, della raccolta delle quote dei condomini e della manutenzione ordinaria e straordinaria dell'edificio. Secondo l'articolo 1129 del codice civile, la sua nomina è obbligatoria quando i condomini sono almeno nove. In tali casi, l'amministratore diventa il punto di riferimento per tutte le questioni legali e amministrative del condominio, garantendo trasparenza e protezione degli interessi comuni.

Ruolo dell'amministratore di condominio secondo la normativa

Secondo la normativa italiana, l’amministratore di condominio è una figura chiave nella gestione degli edifici collettivi. Il suo ruolo è definito principalmente dall’art. 1129 del Codice Civile, modificato dalla Legge 220/2012. Tale figura è incaricata di eseguire le delibere dell’assemblea condominiale, gestire il bilancio, e rappresentare il condominio nei rapporti con i terzi e in giudizio.

Tra i suoi compiti principali rientrano:

  • Manutenzione ordinaria e straordinaria: l’amministratore si occupa della manutenzione delle parti comuni dell’edificio, assicurandosi che impianti e strutture siano in buono stato di funzionamento.
  • Gestione economica: redige il bilancio preventivo e consuntivo, raccoglie le quote condominiali e paga i fornitori.
  • Convocazione e gestione dell’assemblea condominiale: convoca periodicamente l’assemblea dei condomini, prepara l’ordine del giorno e redige i verbali delle riunioni.
  • Tenuta della contabilità: mantiene un registro contabile in cui annota tutte le entrate e le uscite, che deve essere disponibile alla consultazione da parte dei condomini.
  • Rappresentanza legale: rappresenta il condominio in giudizio e nei rapporti con le autorità locali, gli enti pubblici, i fornitori e i terzi in generale.

La nomina dell’amministratore è necessaria in condomini con almeno nove unità abitative; in caso contrario, il ruolo può essere coperto da uno dei condomini stessi, su decisione dell’assemblea. L’incarico dura un anno e deve essere rinnovato annualmente con il voto dell’assemblea. La revoca può avvenire in caso di gravi irregolarità nella gestione, come la mancata presentazione del bilancio o la gestione non trasparente.

Casi in cui la nomina dell'amministratore di condominio è obbligatoria

La nomina dell’amministratore di condominio diventa obbligatoria quando il complesso residenziale è composto da almeno nove condomini. Se il numero degli utenti è inferiore a nove, la presenza di un amministratore non è più imposta dalla legge, permettendo ai condomini di gestire autonomamente le questioni condominiali.

Secondo la normativa, l'obbligo di nomina di un amministratore si verifica nelle seguenti casistiche:

  • Numero minimo di condomini: quando il condominio ha più di otto proprietari, scatta l'obbligo di nominare un amministratore.
  • Inedia dell'assemblea: se l’assemblea non provvede alla nomina dell’amministratore, qualsiasi condomino o l’amministratore uscente può rivolgersi all'autorità giudiziaria per richiedere la nomina amministrativa.
  • Condizioni eccezionali: in alcune situazioni particolari, come nel caso di condomini con specifiche problematiche strutturali o funzionali che richiedano una gestione esperta, la nomina di un amministratore può essere richiesta anche se il numero dei condomini è inferiore a nove. Tuttavia, questa situazione è più un'eccezione che la regola e spesso dipende da specifici regolamenti locali o da decisioni dell'assemblea condominiale.

Gestione del condominio senza amministratore

Nei condomini con meno di nove unità abitative, non è obbligatorio nominare un amministratore. In tali casi, la gestione può essere svolta direttamente dai condomini tramite un rappresentante facente funzioni, incaricato di compiti specifici come la raccolta delle quote, la manutenzione ordinaria e la gestione della contabilità. Questa figura viene scelta dall’assemblea condominiale e agisce come mandatario dei condomini, garantendo comunque una gestione organizzata e conforme alle norme.

I condomini possono rifiutare di eleggere un amministratore?

I condomini possono decidere di non eleggere un amministratore solo in specifiche circostanze, stabilite dalla normativa vigente. Secondo l'art. 1129 del Codice Civile, l'obbligo di nominare un amministratore sorge solo nei condomini con almeno nove unità abitative. Se il condominio ha meno di nove condomini, non vi è alcun obbligo giuridico di nominarlo, e i proprietari possono decidere di gestire direttamente le questioni condominiali.

In questi casi, l’assemblea condominiale può designare uno dei condomini come "facente funzioni" o "mandatario", incaricato della gestione delle parti comuni dell'edificio. Tuttavia, questa figura non ha tutte le prerogative legali di un amministratore formale e non può rappresentare il condominio in giudizio o prendere decisioni su spese straordinarie senza l'approvazione dell'assemblea.