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Quali tasse pagano i liberi professionisti nel 2025 e di quanto importo. Calcolo ed esempi

Le tipologie di tasse che devono pagare i liberi professionisti quest'anno nel 2025 e gli importi da versare spiegati con calcoli ed esempi concreti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quali tasse pagano i liberi professionis

Un professionista titolare di Partita IVA tradizionale nel 2025 può arrivare a versare all'erario fino anche all'80% di quanto guadagnato tra imposte dovute e contributi previdenziali. La pressione fiscale sui lavoratori autonomi in Italia rappresenta una delle più elevate in Europa, rendendo essenziale una conoscenza approfondita del sistema tributario.

Aprire una Partita IVA non comporta alcun costo iniziale per il professionista. Tuttavia, è fondamentale comprendere, soprattutto prima di intraprendere un'attività autonoma, che gli oneri fiscali annuali possono essere considerevoli, in particolar modo se si aderisce al regime IRPEF ordinario.

Tipologie di imposte per i liberi professionisti nel 2025

Il carico fiscale per un lavoratore autonomo nel 2025 varia significativamente in base al regime fiscale scelto. Le principali opzioni a disposizione sono il regime ordinario e il regime forfettario, ciascuno con vantaggi e svantaggi specifici in termini di tassazione.

Regime ordinario: aliquote IRPEF e altre imposte

Nel 2025, le aliquote IRPEF su cui effettuare il calcolo del pagamento delle dovute imposte sono tre, strutturate secondo i seguenti scaglioni di reddito:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • 43% per redditi superiori ai 50.000 euro.

Oltre all'IRPEF, i professionisti in regime ordinario devono versare:

  • IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive): con aliquota variabile in base al Valore della Produzione Netta. Questa imposta è dovuta da società per azioni (SpA), società a responsabilità limitata (Srl), società in accomandita semplice (Sas), società in nome collettivo (Snc), società in accomandita per azioni (Sapa), persone fisiche esercenti attività commerciali o di lavoro autonomo e produttori agricoli;
  • IVA: generalmente applicata al 22% (con alcune eccezioni per beni e servizi specifici);
  • Contributi previdenziali: versamenti obbligatori alla Gestione Separata INPS o alle Casse previdenziali private di categoria.

È importante sottolineare che i liberi professionisti che optano per il regime IRPEF ordinario possono portare in detrazione e deduzione diverse spese professionali, riducendo così la base imponibile e, di conseguenza, il carico fiscale complessivo.

Regime forfettario: vantaggi e limitazioni nel 2025

Chi aderisce al regime forfettario nel 2025 beneficia di un trattamento fiscale significativamente più favorevole. Infatti, non si applicano le aliquote IRPEF progressive in base allo scaglione di reddito, ma si paga un'imposta sostitutiva con aliquota unica al 15% per ricavi annui fino a 85.000 euro.

Per i nuovi professionisti che avviano un'attività, l'aliquota può essere ulteriormente ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, se rispettano determinati requisiti.

Nel caso di adesione al regime forfettario, tuttavia, non è possibile dedurre o detrarre alcuna spesa in dichiarazione dei redditi, poiché il sistema prevede l'applicazione di coefficienti di redditività predeterminati in base al codice ATECO dell'attività svolta.

Calcolo del carico fiscale effettivo sui liberi professionisti, esempi pratici

Le imposte che un libero professionista deve versare non sono fisse, ma dipendono dal reddito percepito e dal regime fiscale adottato. In proporzione al guadagno lordo, il carico fiscale può incidere notevolmente, arrivando a rappresentare anche fino all'80% del fatturato.

Esempio di tassazione in regime ordinario

Prendiamo il caso di un professionista con un fatturato annuo di circa 40.000 euro lordi in regime ordinario nel 2025:

  • IRPEF: applicando l'aliquota del 35% (scaglione 28.000-50.000 euro), si otterrebbe una tassazione di circa 14.000 euro;
  • Contributi previdenziali: ipotizzando un'aliquota media del 25-30% (variabile in base alla cassa di appartenenza), si avrebbero circa 10.000-13.000 euro di contributi;
  • IVA: generalmente viene anticipata dal professionista ma di fatto è a carico del cliente;
  • Eventuali addizionali regionali e comunali: variabili in base alla residenza.

In questo scenario, da un guadagno lordo di 40.000 euro, dopo il versamento di imposte e contributi, rimarrebbe un reddito netto di circa 13.000-16.000 euro annui, equivalenti a circa 1.100-1.300 euro mensili.

Esempio di tassazione in regime forfettario

Consideriamo ora lo stesso professionista con 40.000 euro di fatturato annuo, ma in regime forfettario:

  • Base imponibile: applicando un coefficiente di redditività (ad esempio del 78% per molte attività professionali), si otterrebbe una base imponibile di 31.200 euro;
  • Imposta sostitutiva: 15% sulla base imponibile, pari a 4.680 euro;
  • Contributi previdenziali: sempre circa 10.000-13.000 euro (in base alla cassa).

In questo caso, il reddito netto si aggirerebbe intorno ai 22.000-25.000 euro annui, equivalenti a circa 1.800-2.100 euro mensili, con un notevole vantaggio rispetto al regime ordinario.

Strategie per ottimizzare il carico fiscale nel 2025

I liberi professionisti possono adottare diverse strategie legittime per ottimizzare il proprio carico fiscale, rispettando sempre la normativa vigente.

Scelta del regime fiscale più conveniente

La prima e più importante decisione è quella relativa al regime fiscale. Per fatturati fino a 85.000 euro, il regime forfettario è generalmente più vantaggioso, a meno che non si abbiano spese deducibili particolarmente elevate o altre situazioni specifiche che potrebbero rendere più conveniente il regime ordinario.

Deduzioni e detrazioni in regime ordinario

Per i professionisti in regime ordinario, è fondamentale conoscere tutte le spese deducibili e detraibili:

  • Spese per l'acquisto di beni strumentali (computer, software, ecc.);
  • Canoni di locazione dello studio professionale;
  • Spese per utenze relative all'attività;
  • Costi per la formazione professionale;
  • Spese per assicurazioni professionali;
  • Contributi previdenziali (deducibili al 100%).

Pianificazione previdenziale

Una corretta pianificazione previdenziale può offrire vantaggi fiscali significativi. I versamenti a forme di previdenza complementare sono deducibili fino a 5.164,57 euro annui, riducendo la base imponibile IRPEF.

Adempimenti fiscali obbligatori nel 2025

I liberi professionisti devono rispettare diverse scadenze fiscali durante l'anno:

  • Dichiarazione dei redditi: generalmente da presentare entro il 30 novembre dell'anno successivo a quello di riferimento;
  • Acconti e saldi IRPEF: pagamenti da effettuare a giugno e novembre di ogni anno;
  • Liquidazioni IVA: trimestrali o mensili in base al volume d'affari;
  • Versamenti contributivi: secondo le scadenze previste dalla cassa di appartenenza.

Il mancato rispetto di queste scadenze comporta sanzioni e interessi, rendendo essenziale una corretta pianificazione finanziaria.

Novità fiscali per i liberi professionisti nel 2025

Il 2025 porta con sé alcune novità rilevanti per i liberi professionisti:

  • Conferma degli scaglioni IRPEF a tre aliquote, con una semplificazione rispetto al passato;
  • Mantenimento del limite di 85.000 euro per l'accesso al regime forfettario;
  • Introduzione di nuovi adempimenti legati alla fatturazione elettronica e alla trasmissione telematica dei corrispettivi;
  • Possibili modifiche alle detrazioni e deduzioni fiscali, con un potenziale impatto sulla pianificazione fiscale dei professionisti.