Dal 2006 il tuo sito imparziale su Lavoro, Fisco, Investimenti, Pensioni, Aziende ed Auto

Quando e come è possibile pensione anticipata per invalidità al 100%, 80%, 75%, 67%, 60% o 50% nel 2025

Percentuali di invalidità che permettono di andare in pensione anticipata e ulteriori benefici previdenziali possibili: cosa c’è da sapere e chiarimenti

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quando e come è possibile pensione antic

La condizione di invalidità di un lavoratore rappresenta una situazione particolare che può consentire l'accesso a forme di pensionamento anticipato rispetto ai requisiti ordinari. Tuttavia, non tutte le percentuali di invalidità garantiscono questo diritto automaticamente. Per beneficiare della pensione anticipata per invalidità è fondamentale che al lavoratore venga riconosciuta una specifica percentuale di menomazione fisica o psichica, con requisiti di uscita differenziati in base al grado di invalidità certificato. Analizziamo nel dettaglio quando e come è possibile accedere alla pensione anticipata per invalidità, considerando le diverse percentuali di riconoscimento nel 2025.

Pensione anticipata per invalidità al 100% nel 2025

Quando viene riconosciuta l'invalidità totale al 100%, in base alle condizioni di salute più o meno gravi, sono previste diverse possibilità di pensionamento anticipato. Le opzioni disponibili variano in funzione della gravità della situazione e del settore lavorativo:

  • Chi ha una invalidità al 100% e una situazione fisica di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa ha diritto alla pensione d'inabilità, a condizione di aver maturato almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati negli ultimi cinque anni;
  • Chi ha una invalidità al 100% e una situazione fisica di inabilità a proficuo lavoro ha diritto alla pensione d'inabilità ma solo se dipendente pubblico e a condizione di aver maturato 15 anni di servizio;
  • Chi ha una invalidità al 100% e una situazione fisica di inabilità alle mansioni ha diritto alla pensione di inabilità ma solo se dipendente pubblico e a condizione di aver maturato almeno 20 anni di servizio.

In questi casi, l'INPS valuta la situazione clinica del richiedente attraverso una visita medica condotta dalle proprie commissioni sanitarie, che determineranno se l'invalidità riconosciuta sia effettivamente rilevante per l'attività lavorativa svolta.

Pensione anticipata per invalidità all'80% nel 2025

Per i lavoratori con una invalidità riconosciuta pari o superiore all'80% esiste una significativa possibilità di accesso anticipato alla pensione di vecchiaia. Questa misura, introdotta dalla Legge Amato (Decreto Legislativo n. 503 del 30 dicembre 1992), permette ai dipendenti del settore privato di anticipare notevolmente l'uscita dal mondo del lavoro rispetto all'età pensionabile ordinaria.

Stando a quanto previsto dalle norme vigenti nel 2025, i lavoratori dipendenti del settore privato con invalidità pari o superiore all'80% possono andare in pensione di vecchiaia anticipata avendo maturato:

  • Almeno 20 anni di contributi;
  • Un'età di 61 anni per gli uomini;
  • Un'età di 56 anni per le donne.

È importante sottolineare che questa misura si applica esclusivamente ai lavoratori dipendenti del settore privato iscritti all'Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO) e ai fondi di previdenza sostitutivi. Sono esclusi i dipendenti del settore pubblico e i lavoratori autonomi.

Una volta maturati i requisiti pensionistici, per la decorrenza ufficiale della pensione è necessario attendere la finestra mobile di 12 mesi. Questo significa che il primo pagamento della pensione avverrà trascorso un anno dal momento in cui viene perfezionato il diritto al trattamento.

La decorrenza della finestra mobile dipende dalla data in cui è stata riconosciuta l'invalidità all'80% rispetto al momento in cui è stato perfezionato il requisito anagrafico:

  • Se l'invalidità è stata riconosciuta prima del raggiungimento dell'età anagrafica richiesta, la finestra mobile decorre dal compimento dell'età;
  • Se l'invalidità è stata riconosciuta dopo il raggiungimento dell'età richiesta, la finestra mobile decorre dalla data di riconoscimento dell'invalidità.

Requisiti per la pensione anticipata con invalidità all'80%

Per accedere alla pensione anticipata con invalidità all'80%, i lavoratori dipendenti del settore privato devono soddisfare tre requisiti fondamentali:

  1. Requisito sanitario: certificazione di invalidità pari o superiore all'80% rilasciata esclusivamente da una commissione medica dell'INPS;
  2. Requisito anagrafico: 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini nel 2025;
  3. Requisito contributivo: almeno 20 anni di contribuzione successivamente all'insorgenza della condizione di invalidità.

Per i lavoratori che rientrano in una delle tre deroghe previste dalla Legge Amato, l'anzianità contributiva richiesta può scendere a 15 anni. Queste deroghe si applicano ai lavoratori che:

  • Hanno versato almeno 15 anni di contributi prima del 1992;
  • Sono stati autorizzati al versamento dei contributi volontari entro il 24 dicembre 1992;
  • Hanno maturato almeno 25 anni di contribuzione complessivi, di cui 15 anni derivanti da lavoro dipendente e 10 anni lavorati in modo discontinuo.

Caso particolare: lavoratori non vedenti

Una menzione particolare merita la situazione dei lavoratori non vedenti, per i quali i requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione anticipata sono ulteriormente ridotti:

  • 51 anni per le donne;
  • 56 anni per gli uomini.

Anche in questo caso è necessario aver maturato almeno 20 anni di contributi e attendere la finestra mobile di 12 mesi.

Pensione anticipata per invalidità al 75%

Chi ha una invalidità riconosciuta al 75% non ha alcun diritto specifico ad andare in pensione anticipata nel 2025 con questa percentuale esatta. Non esistono possibilità di uscita prima per invalidi con una invalidità pari precisamente al 75%. Come visto, per poter andare in pensione di vecchiaia anticipata a 56 anni di età invece che a 67 anni (e con 20 anni di contributi) è richiesta una invalidità minima dell'80%.

Tuttavia, i lavoratori con percentuale di invalidità pari o superiore al 74% (che include quindi anche chi ha il 75%) possono accedere ad altre forme di pensionamento anticipato:

  • APE Sociale: permette di andare in pensione a 63 anni e 5 mesi di età con almeno 30 anni di contributi. Questa indennità, erogata dallo Stato tramite l'INPS, viene corrisposta fino al raggiungimento dell'età pensionabile ordinaria. Per le donne con figli è prevista una riduzione dell'anzianità contributiva di un anno (con un solo figlio) o di due anni (con due o più figli). L'assegno ha un importo massimo di 1.500 euro lordi mensili;
  • Quota 41 per lavoratori precoci: consente di andare in pensione con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, a condizione di aver versato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19° anno di età (lavoratori precoci);
  • Maggiorazione contributiva: possibilità di richiedere una maggiorazione di due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro, fino a un massimo di 5 anni di contribuzione aggiuntiva.

Opzione Donna per lavoratrici con invalidità al 74%

Nel 2025, le lavoratrici con invalidità pari o superiore al 74% possono accedere anche alla misura denominata "Opzione Donna". Questa misura consente alle lavoratrici invalide di andare in pensione con requisiti anagrafici ridotti rispetto a quelli ordinari.

I requisiti per accedere a Opzione Donna con invalidità dal 74% in su sono:

  • 61 anni di età, che possono essere ridotti a 60 anni con un figlio o a 59 anni con due o più figli;
  • Almeno 35 anni di contributi;
  • Attesa di una finestra mobile di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.

È importante sottolineare che la pensione ottenuta con Opzione Donna viene calcolata interamente con il sistema contributivo, il che potrebbe comportare una riduzione dell'assegno pensionistico rispetto al calcolo con il sistema misto o retributivo.

Pensione anticipata per invalidità al 67%

Chi ha un'invalidità riconosciuta al 67% non ha diritto ad andare in pensione anticipata specificamente per questa percentuale di invalidità. Tuttavia, può avere accesso all'assegno ordinario di invalidità, che rappresenta una forma di tutela importante.

L'assegno ordinario di invalidità viene riconosciuto dall'INPS a coloro che:

  • Hanno una percentuale di invalidità pari o superiore ai 2/3 (quindi dal 67% in su);
  • Sono in possesso di almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell'ultimo quinquennio.

È importante precisare che l'assegno ordinario d'invalidità:

  • Ha una durata iniziale di 3 anni e può essere rinnovato per un massimo di tre volte consecutive; al 3° rinnovo diventa permanente;
  • È cumulabile con i redditi da lavoro, ma sono previste riduzioni in base all'importo complessivo di reddito percepito;
  • Se il reddito supera 4 volte il trattamento minimo annuo, l'assegno d'invalidità si riduce del 25%;
  • Se il reddito supera 5 volte il trattamento minimo annuo, l'assegno d'invalidità si riduce del 50%.

L'assegno ordinario di invalidità viene trasformato automaticamente in pensione di vecchiaia al raggiungimento dell'età pensionabile (67 anni nel 2025), a condizione che il beneficiario abbia maturato i requisiti contributivi richiesti per la pensione di vecchiaia e abbia cessato l'attività lavorativa.

Pensione anticipata per invalidità al 60% e 50%

Per chi ha una invalidità riconosciuta al 60% o al 50%, purtroppo non esistono specifiche possibilità di pensionamento anticipato legate direttamente a queste percentuali di invalidità. I lavoratori con queste percentuali di invalidità dovranno seguire le regole generali previste per tutti i lavoratori.

L'unica possibilità di pensionamento anticipato accessibile potrebbe essere la pensione anticipata contributiva, che tuttavia richiede requisiti specifici non legati all'invalidità:

  • Aver raggiunto almeno 64 anni di età;
  • Aver versato almeno 20 anni di contributi dopo il 1996;
  • Avere un trattamento pensionistico superiore a 2,8 volte l'importo mensile dell'assegno sociale.

Se non si soddisfano questi requisiti, pur avendo una invalidità riconosciuta al 60% o al 50%, si potrà andare in pensione solo al raggiungimento dei 67 anni di età richiesti per la pensione di vecchiaia ordinaria nel 2025, a condizione di aver maturato almeno 20 anni di contributi.

Leggi anche