L'Iva è azzerata nel caso di visite mediche, sia pubbliche e sia private. I prodotti in vendita nei duty free sono esenti dall'Iva se l'acquirente prende un volo per un Paese extra Ue. La vendita è considerata una esportazione definitiva.
C'è l'Iva tra le imposte che incidono in maniera diretta sulla spesa dei contribuenti. Acronimo di Imposta sul valore aggiunto, si applica infatti in maniera immediata al momento dell'acquisto di un bene o di un prodotto. Sono due le precisazioni indispensabile da fare.
La prima riguarda il caso italiano. Se l'Iva ordinaria è oggi al 22%, sono applicate anche altre aliquote più basse e in alcuni casi è completamente azzerata.
Dopodiché, al di fuori dei confini nazionali e dunque all'estero, questa imposta segue le rispettive regole nazionali. Di conseguenza le aliquote sono variabili e in molti casi, accanto a quella ordinaria, trova spazio quella ridotta. Vediamo quindi:
L'aliquota Iva ordinaria in Italia è al 22% della base imponibile. Per alcune operazioni l'aliquota è ridotta al 10% o al 4%. L'imposta è azzerata nel caso di visite mediche, sia pubbliche e sia private. Poi c'è il caso dei prodotti in vendita nei duty free, ad esempio all'interno degli aerpoporti, che sono considerati in esportazione temporanea.
In pratica sono soggetti a disposizioni fiscali particolari. Se l'acquirente prende un volo verso un Paese dell'Unione europea, si applica l'Iva, se prende un volo per un Paese extra Ue, la vendita è considerata una esportazione definitiva e non è soggetta a Iva.
L'aliquota Iva ordinaria al 22% si paga sulla maggioranza di prodotti e servizi a cui non si applicano l'aliquota minima e quella ridotta.
Quella al 10% si paga sui prodotti e servizi del settore turistico, ad alcuni prodotti alimentari e in alcuni ambiti del settore del recupero edilizio.
Più precisamente si tratta di carne e frattaglie, lardo, ossa, strutto, pesce, latte conservato e yogurt, miele, cera d’api, marmellate, confetture, uova, ortaggi e piante, salsicce, salumi e insaccati, estratti di sughi e conserve di carne e pesce, orzo, avena, grano saraceno, miglio, scagliola, sorgo, riso, altri cereali minori, zucchero bianco e di canna, cacao, zuppe, minestre, brodi, lieviti, acqua, birra, aceto, prestazioni rese ai clienti di strutture ricettive (ristoranti, bar, pizzerie, alberghi).
E poi: spettacoli teatrali, gas metano per uso domestico, abitazioni non di lusso, oggetti di antiquariato, energia elettrica per uso domestico, oli alimentari diversi dall’olio di oliva, medicinali e prodotti farmaceutici, ristrutturazioni edilizie, raccolta rifiuti.
L'Iva al 4% si paga sui prodotti di panetteria, generi alimentari. Più esattamente su latte fresco, burro, formaggio, latticinio, ortofrutta, ortaggi e frutta, frumento, farina, frutta secca, basilico, rosmarino, salvia.
E ancora: margarina, pelati e conserve di pomodoro, giornali e quotidiani, fertilizzanti, mangimi per animali. Infine su abitazioni non di lusso, costruzioni rurali a uso abitazione, apparecchi ortopedici e protesi, canone tv, gas terapeutici, mense, prodotti ottici, olio di oliva, riso per la zootecnica
Arrivati a questo punto non ci resta che dare uno sguardo a quanto accade all'Iva al di fuori dei confini italiani.
Ciascun Paese, sia all'interno e sia extra Unione europea, applica un'aliquota Iva differente. E nella maggiore parte dei casi, accanto a quella ordinaria, affianca un'aliquota ridotta. Il quadro aggiornato è il seguente: