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Quante volte si puņ aprire e chiudere una partita Iva forfettaria nel corso della propria vita lavorativa

Una volta soddisfatti questi requisiti, č possibile accedere al regime forfettario che prevede una tassazione agevolata al 15% e offre alcuni benefici.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Quante volte si puņ aprire e chiudere un

Il regime forfettario è un'opzione fiscale agevolata che offre benefici economici per i professionisti e le piccole imprese. Questa modalità consente una gestione semplificata dell'attività e riduce la complessità amministrativa e lasciando più risorse finanziarie disponibili per investimenti o spese personali.

Adottare il regime forfettario consente di beneficiare di un'imposta sostitutiva dell'Irpef, delle addizionali regionali e comunali, calcolata con una percentuale fissa sul reddito imponibile. In questo modo si riduce il carico fiscale rispetto ai regimi ordinari, rendendo più vantaggiosa la gestione economica dell'attività.

Il regime forfettario prevede esenzioni, come quella dall'Iva, che semplificano la contabilità e la gestione amministrativa. L'assenza di obblighi di tenuta dei registri Iva e la possibilità di non applicare la ritenuta d'acconto sui compensi ricevuti riducono il carico burocratico, permettendo di dedicare più tempo ed energie allo sviluppo del proprio business. Vogliamo adesso capire:

  • Partita Iva forfettaria, quante volte si può aprire e chiudere

  • Quali sono le cause di esclusione a cui fare attenzione

Partita Iva forfettaria, quante volte si può aprire e chiudere

Per accedere al regime forfettario, un contribuente deve rispettare alcuni requisiti. Se rispettati, le disposizioni vigenti non prevedono limiti all'apertura e alla chiusura di una partita Iva forfettaria nel corso della propria vita lavorativa. In prima battuta, nel corso dell'anno precedente, i ricavi non devono aver superato gli 85.000 euro. Se si è anche lavoratori dipendenti, la retribuzione annua lorda non deve eccedere i 30.000 euro.

Sono previsti criteri di ammissibilità al regime forfettario: il contribuente non deve detenere quote in società di persone, anche se a conduzione familiare, né possedere quote di maggioranza in società di capitali operanti nello stesso settore in cui si intende esercitare l’attività con la propria partita Iva.

Una volta soddisfatti questi requisiti è possibile accedere al regime forfettario che prevede una tassazione agevolata al 15% e altri benefici. Uno dei principali vantaggi di questo regime è la mancata applicazione dell'Iva sulle proprie prestazioni, permettendo così di non addebitare l'imposta ai clienti, rendendo i propri prezzi più competitivi e potenzialmente aumentando i margini di profitto.

La gestione contabile è semplificata poiché non è necessario documentare tutte le spese sostenute per l'attività, essendo queste stimate forfettariamente in base al tipo di lavoro svolto. Non è obbligatorio mantenere i libri contabili né si è soggetti agli studi di settore, riducendo così il carico amministrativo.

Per chi soddisfa ulteriori tre requisiti è possibile beneficiare di una tassazione ancora più agevolata al 5%. I requisiti sono chiari:

  • la nuova attività non deve essere una semplice continuazione del lavoro svolto precedentemente come dipendente o autonomo per lo stesso committente;

  • nei tre anni precedenti l'apertura, il contribuente non deve aver avuto una partita Iva individuale per lo stesso tipo di attività;

  • l'attività può essere proseguita da un altro soggetto, a condizione che i ricavi annuali di quest'ultimo non abbiano superato gli 85.000 euro.

Quali sono le cause di esclusione a cui fare attenzione

Per accedere e mantenere il regime forfettario, i contribuenti devono rispettare alcuni condizioni. Se non soddisfatte si rischia di essere esclusi dalle agevolazioni fiscali e di dover passare al regime ordinario. Le cause di esclusione dal regime forfettario sono state aggiornate.

Nel caso di ricavi tra 85.000 e 100.000 euro, il contribuente rimane nel regime forfettario per l'anno in corso, versando l'imposta sostitutiva prevista. Dall'anno successivo, il contribuente deve adottare il regime ordinario. Se i ricavi sono superiori a 100.000 euro, il passaggio al regime ordinario è immediato. Il contribuente deve applicare l'Iva a partire dalle fatture successive. Disposizioni aggiornate alla mano, non possono accedere al regime forfettario:

  • contribuenti con regimi speciali Iva: agricoltura, pesca, vendita di sali e tabacchi, commercio dei fiammiferi, editoria, servizi di telefonia pubblica, rivendita di documenti di trasporto pubblico, intrattenimenti e giochi, agenzie di viaggi e turismo, agriturismo, vendite a domicilio, beni usati, oggetti d’arte e d’antiquariato, vendite all’asta e rottami;

  • contribuenti non residenti in Italia: fanno eccezione i residenti in uno Stato della Ue o EEA che assicuri uno scambio di informazioni adeguato e che producano in Italia almeno il 75% del reddito complessivo;

  • contribuenti che effettuano cessioni di fabbricati e mezzi di trasporto nuovi, compresi terreni edificabili e fabbricati, come specificato dalla normativa vigente;

  • partecipazioni in altre entità: coloro che partecipano a società di persone, associazioni professionali, imprese familiari, o che controllano, direttamente o indirettamente, società a responsabilità limitata o associazioni in partecipazione con attività economiche riconducibili a quella svolta con partita Iva individuale;

  • attività con rapporti di lavoro precedenti: attività prevalentemente esercitate nei confronti di datori di lavoro attuali o dei due periodi d'imposta precedenti;

  • redditi di lavoro dipendente: chi ha percepito nell’anno precedente redditi di lavoro dipendente superiori a 30.000 euro, a meno che il rapporto di lavoro non sia cessato.