Al di là delle percentuali promesse, il concetto di fondo è lo stesso: con i fondi pensione si mettono da parte più soldi, che sono proporzionati ai versamenti. E con due benefici aggiuntivi: i limitati costi di gestione e la tassazione agevolata. Qualunque sia il fondo scelto, i contributi versati sono deducibili fino a 5.164,57 euro all'anno. Ecco quindi che per il massimo recupero dei contribuiti occorre calcolare la corrisponde cifra di investimento nel fondo pensione scelto tra negoziale, aperto e piano individuale.
Conviene davvero investire nei fondi pensione? Nel caso di risposta affermativa, quanto conviene investire? Come per tutti gli investimenti, anche in questo caso si possono presentare interessanti opportunità, ma solo dopo aver effettuato un'attenta valutazione della propria posizione.
Non solo l'età e il patrimonio personale, ma anche la capacità reddituale e la situazione lavorativa. Ma soprattutto l'obiettivo prefissato. Solo su queste basi è possibile procedere con calcoli e simulazioni sulla convenienza a investire nei fondi pensioni e quindi nell'individuazione della forma più adatta. Analizziamo quindi
Quando parliamo di fondi pensione ci riferiamo alla cosiddetta previdenza complementare. In pratica si tratta di quelle somme aggiuntive, di carattere facoltativo, che si riveleranno preziose al momento del pensionamento perché contribuiscono a ingrossare l'assegno di previdenza.
Sono quindi 3 le caratteristiche principali di questo strumento. Innanzitutto i fondi pensioni sono gestiti da soggetti ed enti di diritto privato e non - come le pensioni - dallo Stato. In seconda battuta sono a capitalizzazione individuale.
Significa che i versamenti alimentano il conto intestato dell'iscritto per poi essere restituiti al momento del ritiro a vita privata, maggiorati con i rendimenti maturati. In definitiva, la cifra finale dipende da quanto conferito e dal rendimento del fondo pensione scelto.
Infine, la terza fondamentale caratteristica di questo strumento è la volontarietà poiché ciascun lavoratore (ma possono aderire anche coloro che non svolgono alcuna attività lavorativa per scelta o perché costretto) può liberamente decidere se aderire o meno.
Se queste sono le basi del funzionamento, è evidente che anticipare l'adesione a un fondo pensione consente in linea teorica di ottenere una rendita maggiore una volta terminata l'attività lavorativa.
Intuitivamente è una buona idea mettere da parte una somma di denaro da riscattare al momento della pensione con l'aggiunta di un rendimento. Ma quando è davvero redditizia questa operazione? Quando conviene versare ogni anno?
Il primo elemento da considerare è il tipo di fondo pensione scelto tra quello negoziale istituiti dai rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell'ambito di un settore o area geografica, quello aperto istituiti da banche, Società di gestione del risparmio e Società di intermediazione mobiliare, i Piani individuali pensionistici istituiti dalle imprese assicurative.
Al di là delle percentuali promesse, il concetto di fondo è lo stesso: con i fondi pensione si mettono da parte più soldi, che sono proporzionati ai versamenti. E con due benefici aggiuntivi: i limitati costi di gestione e la tassazione agevolata ovvero vantaggi fiscali.
Qualunque sia il fondo scelto, i contributi versati sono deducibili fino a 5.164,57 euro all'anno. Ecco quindi che per il massimo recupero dei contribuiti occorre calcolare la corrisponde cifra di investimento nel fondo pensione scelto.
Va da sé che per ottimizzare l'investimento nei fondi pensione occorre tenere conto di numerosi fattori, come la propria età, l'importo stimato della pensione pubblica, gli obiettivi da raggiungere che sono comunque legati all'età e dunque agli investimenti sostenibili nel fondo pensione e al rendimento netto della propria soluzione.
La valutazione deve quindi tenere conto del livello di contribuzione, ma anche della linea di investimento scelta. A tal proposito, se la principale forma di finanziamento dei fondi pensioni è la contribuzione volontaria, i lavoratori dipendenti possono aggiungere il contributo del datore di lavoro e il trattamento di fine rapporto.
Il tutto senza dimenticare l'opzione del prelievo in anticipo delle somme depositate ovvero del fino al 30% senza giustificato motivo e fino al 75% per specifiche ragioni, come l'acquisto o la ristrutturazione della prima casa.