Gli amministratori di condominio per ogni immobile che gestiscono possono arrivare a guadagnare anche 4 mila euro al mese, per un fatturato totale annuo di circa 48mila euro.
Negli ultimi anni, la professione di amministratore di condominio ha assunto un ruolo sempre più rilevante nel panorama immobiliare italiano. Gestire un condominio comporta diverse responsabilità che spaziano dalla manutenzione degli edifici alla gestione dei rapporti tra i condomini.
I guadagni di un amministratore di condominio in Italia nel 2024 possono variare notevolmente. Un amministratore che gestisce un numero consistente di immobili, spesso tra 10 e 20 condomini, può ottenere un compenso mensile che si attesta mediamente sui 3.000 euro. Tuttavia, il reddito non è fisso e dipende principalmente dal numero di unità abitative gestite e dal tipo di servizi offerti. Il compenso per ogni unità abitativa oscilla generalmente tra i 100 e i 200 euro annui, risultando quindi in una somma che varia in base alla dimensione e complessità del condominio gestito.
Il fatturato annuo di un amministratore di condominio varia in funzione del numero e delle dimensioni dei condomini gestiti. Ad esempio, un amministratore che segue un gruppo di piccoli condomini con 10-20 unità abitative può generare un fatturato compreso tra 15.000 e 30.000 euro all'anno. Se invece l'amministratore è responsabile di condomini di dimensioni medie, con 21-50 unità, questa cifra può salire a 28.000-52.500 euro.
Per i condomini di grandi dimensioni, con oltre 50 unità abitative, il fatturato annuo può oscillare da 36.000 a 72.000 euro. Considerando una tariffa media annua per unità abitativa che varia tra 60 e 200 euro, a seconda della grandezza del condominio e dei servizi offerti, il fatturato risulta strettamente collegato al numero di unità gestite.
Il guadagno di un amministratore di condominio è influenzato da diversi aspetti. In primo luogo, più condomini e unità abitative si traducono in tariffe complessive più elevate. Inoltre, la tipologia e complessità degli immobili, come la presenza di aree comuni ampie o strutture aggiuntive, può incidere sul compenso richiesto per una gestione efficace.
La localizzazione geografica è un altro aspetto determinante. In aree metropolitane o in regioni con un alto costo della vita, le tariffe per unità abitativa tendono a essere più alte rispetto a zone rurali.
Anche i servizi accessori offerti dall'amministratore, quali consulenze legali, gestione di lavori straordinari o servizi personalizzati per i condomini, possono incrementare i guadagni. Gli amministratori che forniscono un'ampia gamma di servizi e mostrano un alto livello di competenza e affidabilità possono giustificare tariffe più elevate rispetto a concorrenti con meno esperienza.
Infine, la capacità di un amministratore di ottimizzare i costi operativi e gestire in modo efficiente le risorse può influenzare direttamente il margine di profitto.
Il calcolo del compenso per unità immobiliare in un condominio dipende da vari fattori, tra cui la complessità gestionale dell'immobile e i servizi inclusi nel contratto di amministrazione. Generalmente, la tariffa per unità abitativa può variare tra 100 e 200 euro all'anno. Tale valore comprende spesso la gestione ordinaria, inclusa la convocazione delle assemblee, la riscossione delle quote condominiali e la manutenzione ordinaria. Per le unità con esigenze particolari o che richiedono interventi straordinari, il compenso può aumentare per riflettere l'impegno aggiuntivo necessario, sempre nel rispetto delle normative vigenti sulla trasparenza delle spese condominiali.
Nei condomini di piccole dimensioni, con 10-20 unità, la tariffa media annua può variare tra 100 e 200 euro. Per condomini di dimensioni medie, che contano da 21 a 50 unità, la tariffa si aggira intorno agli 80-150 euro per unità.
Per gli immobili più grandi, con oltre 50 unità, la tariffa media scende generalmente a 60-120 euro, poiché le economie di scala consentono di spalmare i costi su un numero maggiore di condomini. Queste tariffe solitamente coprono la gestione ordinaria, che include non solo la manutenzione di base, ma anche la rendicontazione finanziaria e la gestione delle pratiche burocratiche.
Diversi fattori possono influenzare la determinazione della tariffa, come l'età dell'edificio, che potrebbe richiedere manutenzioni più frequenti, o la presenza di strutture accessorie, come piscine o giardini, che necessitano di ulteriori interventi di manutenzione. Anche la qualità e l'ampiezza dei servizi offerti dall'amministratore possono giustificare variazioni nel costo per unità, includendo eventualmente consulenze legali o gestione di lavori straordinari.
Nei condomini residenziali, le esigenze di manutenzione e la frequenza delle assemblee possono variare in base al numero di unità abitative e alla presenza di servizi comuni come giardini e parcheggi. Queste strutture spesso richiedono una gestione più orientata al benessere dei residenti, con un focus sulla manutenzione ordinaria e sulla gestione dei rapporti tra i condomini.
Gli immobili commerciali, al contrario, possono richiedere un approccio più orientato alla gestione di contratti, locazioni e spazi condivisi tra diverse attività. Le spese possono comprendere anche la gestione di servizi di sicurezza o sistemi di sorveglianza, che necessitano di competenze specifiche e possono incidere sui costi del servizio di amministrazione.
Le strutture miste, che combinano unità residenziali e commerciali, richiedono un’attenzione particolare per equilibrare gli interessi dei residenti e delle attività commerciali. Gli amministratori devono essere in grado di gestire diverse regolamentazioni e normative che si applicano a ciascun tipo di immobile. Inoltre, la gestione delle aree comuni spesso necessita di un coordinamento efficace tra le varie tipologie di utenti, con conseguente variabilità nei costi amministrativi.
I compensi extra per un amministratore di condominio possono derivare da servizi aggiuntivi offerti oltre la gestione ordinaria, come la gestione di attività straordinarie o consulenze specifiche. Tuttavia, è fondamentale rispettare le limitazioni legali imposte dalla normativa vigente. Il Codice Civile e le normative in materia di condominio stabiliscono che i compensi extra devono essere chiaramente riportati e approvati da tutti i condomini durante le assemblee condominiali.
Non è possibile aggiungere compensi non previsti senza un accordo preventivo, per garantire trasparenza e correttezza nella gestione delle spese condominiali. Ogni variazione del compenso, inclusa quella per la gestione di lavori straordinari, richiede l'approvazione ufficiale durante l'assemblea, conformemente a quanto disposto dall'articolo 1129 del Codice Civile.
L'amministratore deve inoltre rispettare le regole deontologiche professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse. Gli eventuali rimborsi spese devono essere documentati e giustificati adeguatamente. Le sanzioni per violazioni delle normative variano da una semplice ammonizione a sanzioni pecuniarie ed eventuale revoca dell'incarico.