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Quanto guadagna un portaborse di un politico nel 2025? Stipendio lordo e netto

Retribuzione di un portaborse politico nel 2025: stipendio lordo e netto, ruolo di chi lavora accanto a deputati e senatori

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Quanto guadagna un portaborse di un poli

Nel panorama istituzionale italiano ed europeo, la figura del portaborse, o assistente parlamentare, riveste un ruolo di primo piano nell’affiancare deputati e senatori. Questo professionista svolge un insieme articolato di mansioni determinanti, che spaziano dalla predisposizione della documentazione istituzionale, all’organizzazione logistica delle agende politiche, passando per una costante attività di consulenza, anche giuridico-amministrativa. L’assenza storica di una regolamentazione uniforme e la scarsa trasparenza sui dati ufficiali rendono la questione salariale e contrattuale una delle più dibattute nel 2025, sia a livello nazionale che europeo.

Mansioni e competenze richieste al portaborse parlamentare

Il portaborse di un politico, detto anche assistente parlamentare, esercita numerosi compiti che richiedono flessibilità operativa, eccellenti capacità relazionali e una solida preparazione culturale. Tra le principali attività svolte si annoverano:

  • Redazione di report, fascicoli e dossier informativi per deputati e senatori
  • Elaborazione, traduzione e archiviazione di documenti
  • Gestione della corrispondenza istituzionale e dell’agenda personale dell’onorevole
  • Organizzazione di riunioni, missioni e trasferte sia nazionali che internazionali
  • Preparazione di bozze di emendamenti, interventi parlamentari e interrogazioni
  • Gestione dei rapporti con elettori, istituzioni e stakeholder politici
  • Predisposizione delle attività di segreteria e coordinamento dell’ufficio
  • Gestione di canali di comunicazione come siti web e social media parlamentari

Un portaborse deve essere in grado di affrontare orari di lavoro prolungati e di garantire ampia disponibilità, spesso anche nei fine settimana e nei giorni festivi. La preparazione accademica preferenziale include lauree in Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Giurisprudenza o altre discipline affini, benché siano considerati anche percorsi di formazione tecnica o esperienza diretta nelle istituzioni.

Inquadramento contrattuale e condizioni lavorative presso il Parlamento italiano

Tra gli assistenti parlamentari italiani si osserva una marcata disparità di trattamento, dovuta a contratti atipici quali le collaborazioni coordinate e continuative (co.co.co), prevalentemente senza previsione di trattamento di fine rapporto (TFR) e con accesso limitato a tutele previdenziali e assicurative. La mancanza di una normativa omogenea contribuisce al permanere di una condizione diffusa di precarietà lavorativa e scarsa trasparenza sulla destinazione dei fondi pubblici destinati ai collaboratori.

Dall’ultima legislatura sono state introdotte significative novità regolamentari, con l’approvazione di una delibera dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati che prevede la contrattualizzazione e il pagamento diretto degli assistenti parlamentari da parte dell’istituzione e non dei deputati. Tale innovazione ha l'obiettivo di rendere più trasparente la gestione del budget per i collaboratori e di garantire la tracciabilità delle spese, con la possibilità di optare per contratti di lavoro subordinato a tempo pieno o parziale.

Un deputato può avvalersi di:

  • un collaboratore a tempo pieno con una somma annua lorda di circa 72.288 euro
  • un collaboratore a tempo parziale al 75% (50.550 euro annui)
  • due collaboratori a tempo parziale al 50% (per un totale di 58.050 euro lordi l’anno)

Le nuove regole prevedono che i collaboratori siano pagati direttamente dalla Camera e introduce limiti all’assunzione di parenti fino al quarto grado, ampliando così le garanzie di trasparenza e imparzialità nell’accesso alle posizioni.

Stipendio lordo e netto del portaborse in Italia nel 2025

Lo stipendio portaborse politico resta notevolmente variabile in Italia anche all’inizio del 2025. Nonostante il budget dedicato ai collaboratori parlamentari (3.690 euro mensili per i deputati e 4.180 euro mensili per i senatori) destinato alle spese per l’esercizio di mandato, solo una parte di queste somme viene normalmente allocata per il pagamento dei portaborse. I dati raccolti evidenziano che:

  • Il compenso netto di un portaborse oscilla tra i 1.000 e i 1.300 euro al mese per chi ha un contratto regolare
  • Molti collaboratori percepiscono di meno, con importi medi tra 500 e 900 euro mensili
  • Il minimo sindacale al Senato è fissato a 375 euro, soglia che non trova corrispondenza alla Camera
  • Una minoranza di assistenti con maggiore anzianità e qualifica può superare i 1.500 euro lordi, secondo recenti rilevazioni IRPA

Il dato evidenzia una forte divergenza rispetto agli standard europei e sottolinea la permanenza di diffuse tipologie contrattuali atipiche. È importante sottolineare che il quadro retributivo risente delle caratteristiche dei singoli rapporti e della difficoltà di accesso a dati ufficiali pubblici.

Stipendio dei portaborse europei e differenze con il sistema italiano

L'assistente parlamentare europeo (APA – Accredited Parliamentary Assistant) gode di uno statuto professionale regolato direttamente dal Parlamento Europeo. I contratti di lavoro subordinato destinati agli APA assicurano tutele previdenziali e diritti sociali avanzati, escludendo fenomeni di nepotismo e garantendo una selezione basata su competenze e merito.

Livello Retribuzione mensile (euro, 2025)
Minima 1.800
Media circa 3.500
Massima oltre 7.200

I compensi degli APA variano in funzione dell’anzianità, della funzione e dell’inquadramento, seguendo una griglia di 19 livelli, con aggiornamenti annuali stabiliti dallo Statuto degli Assistenti Parlamentari Accreditati. Oltre allo stipendio, il sistema prevede:

  • Pensione maturata dopo almeno 10 anni di lavoro, anche se solo parzialmente proporzionata al servizio
  • Indennità in caso di perdita del lavoro (intorno al 60% della retribuzione)
  • Accesso a benefit e supporto in caso di licenziamenti ingiustificati o molestie, tramite organi interni di conciliazione

Questa differenza di trattamento rispetto ai portaborse italiani emerge anche nei percorsi di selezione, in quanto il Parlamento Europeo pubblica le proprie selezioni attraverso piattaforme online assicurando trasparenza nelle procedure di recrutamento.

Accesso alla professione e requisiti per diventare portaborse

Il percorso per diventare portaborse varia sensibilmente tra l’Italia e gli altri Stati europei. In Italia, il reclutamento avviene principalmente tramite segnalazione diretta da parte di deputati e senatori o attraverso concorsi pubblici specifici. L’ultimo bando nazionale ha richiesto tra i principali requisiti:

  • Cittadinanza italiana
  • Età inferiore a 40 anni
  • Nessuna sentenza definitiva di condanna
  • Diploma di scuola superiore, preferibilmente laurea in discipline giuridiche, politiche o affini
  • Buona conoscenza della lingua inglese e di almeno un'altra lingua straniera
  • Idoneità fisica alle mansioni previste

Nei concorsi sono richieste conoscenze in diritto costituzionale, diritto parlamentare, storia contemporanea e, in alcune prove, materie relative alla sicurezza sul lavoro e cerimoniale istituzionale. La preparazione integrata rappresenta un elemento qualificante per l’accesso alla selezione sia nazionale sia europea.

Precarietà e tutele della professione: aggiornamenti 2025

Nonostante i recenti miglioramenti dal punto di vista normativo, la figura del portaborse italiano resta ancora poco tutelata rispetto ai colleghi europei. Alcuni progressi, grazie alle delibere parlamentari del 2025, hanno portato a una maggiore tracciabilità dei contratti e dei pagamenti, ma:

  • Mancano ancora cifre ufficiali sui contratti e sulle tipologie di collaborazione attive in Parlamento
  • Rimangono diffuse le collaborazioni “soft” senza TFR
  • Le condizioni di lavoro spesso non garantiscono pienamente diritti come ferie, malattia o previdenza sociale
  • La professione soffre di scarsa trasparenza, non essendo pubblicati online gli elenchi dei collaboratori e i relativi curricula

L’Associazione Italiana Collaboratori Parlamentari (AICP) continua a promuovere battaglie per maggiori tutele, trattamento salariale più dignitoso e trasparenza delle istituzioni. Permangono anche casi in cui il rapporto di lavoro viene contestato in sede giudiziaria per presunta natura subordinata (come riconosciuto dal Tribunale del Lavoro di Roma), contribuendo a definire giurisprudenza utile per la regolamentazione della professione.

Domande frequenti (FAQ) sulla professione di portaborse

  • Chi assume e paga i portaborse nel 2025?
    In Italia, grazie alle ultime normative, gli assistenti parlamentari possono essere pagati direttamente dalla Camera o dal Senato, a seconda della scelta del parlamentare, con regole più stringenti su trasparenza e tracciabilità.
  • Quali sono le differenze tra portaborse italiani ed europei?
    La principale differenza risiede nel contratto: in Europa il rapporto è sempre subordinato e regolamentato centralmente, in Italia spesso precario e meno tutelato.
  • Quanto guadagna un portaborse europeo?
    Nel 2025 i compensi vanno da 1.800 euro mensili per le posizioni meno qualificate, fino a oltre 7.200 euro per incarichi senior con più di dieci anni di esperienza.
  • Esistono dati ufficiali sul numero e sulla retribuzione dei portaborse italiani?
    No, i dati rimangono parzialmente accessibili, nonostante le richieste delle associazioni di categoria e gli obblighi stabiliti negli ultimi aggiornamenti normativi.
  • È possibile fare carriera partendo da portaborse?
    Sì, per molti giovani impegnati politicamente, questa professione rappresenta un trampolino di lancio verso ruoli istituzionali più rilevanti.

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