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L'aumento degli stipendi degli statali sarà detassato in manovra finanziaria come per i dipendenti privati? Il Governo chiarisce

di Marcello Tansini pubblicato il
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Detassare gli aumenti degli stipendi per i dipendenti pubblici così come stabilito per i dipendenti privati: la misura confermata in Manovra Finanziaria 2026

L’avvio della discussione sulla Manovra Finanziaria 2026 segna l’inizio di una fase attesa per il personale della pubblica amministrazione, con riflessi potenzialmente rilevanti anche per il settore privato. Nel contesto economico attuale, l’inflazione e i costi della vita crescenti rendono prioritaria la tutela del potere d’acquisto, soprattutto attraverso interventi mirati sugli stipendi. 

Detassazione degli aumenti stipendiali nella Manovra 2026: cosa cambia per i dipendenti pubblici e privati

Le anticipazioni sulla Manovra 2026 riguardano novità sostanziali per la tassazione degli aumenti stipendiali sia nel settore pubblico sia in quello privato. Il Governo prevede di confermare la strategia di alleggerimento del carico fiscale sui redditi da lavoro, puntando su misure specifiche per la detassazione degli aumenti legati ai rinnovi contrattuali.

Tra queste, emerge l’ipotesi di una flat tax agevolata al 10% per le somme derivanti dall’incremento degli stipendi nei rinnovi nazionali, scenario già applicato ai premi di produttività nel comparto privato, per cui ci saranno anche gli statali come per i lavoratori privati:

  • Flat tax su aumenti contrattuali: il beneficio si applicherebbe sia ai dipendenti pubblici che privati, limitatamente agli incrementi riconosciuti dai nuovi contratti.
  • Bonus, fringe benefit e straordinari: i tetti delle esenzioni potrebbero essere aumentati fino a raggiungere, in alcuni casi, i 3.000 o 4.000 euro annui.
  • Premi di produttività: la tassazione agevolata resta confermata con aliquota al 5% fino a 3.000 euro. La possibilità di estendere queste condizioni anche a premi legati a risultati ottenuti nel pubblico impiego è oggetto di discussione.

Impatto sui salari netti: l’effetto degli interventi fiscali e dei nuovi contratti sugli stipendi degli statali

L’effetto degli interventi previsti nella Manovra 2026 si rifletterà direttamente sul netto in busta paga degli statali, per i quali sono previsti diversi meccanismi di incremento del reddito:
  • Taglio IRPEF: la riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro (fonte: Documento programmatico di finanza pubblica) comporta risparmi fino a circa 440 euro annui per chi si trova al limite superiore dello scaglione. I vantaggi saranno modulati per fasce di reddito, con benefici più visibili per il ceto medio.
  • Nuovi contratti collettivi: il rinnovo dei CCNL pubblici e locali è accompagnato da adeguamenti salariale: previsti aumenti, a seconda del comparto, che vanno da 158 a 280 euro lordi mensili nel triennio 2025-2027, insieme a una tantum sugli arretrati.
  • Fondi perequativi: stanziati 150 milioni di euro per ridurre il gap retributivo tra dipendenti delle amministrazioni centrali e locali, con l’obiettivo di armonizzare le condizioni e incrementare la parte stabile del salario accessorio.
L’incremento complessivo sul netto deriva dalla combinazione tra il taglio dell’IRPEF e la detassazione degli importi aggiuntivi riconosciuti in busta paga, cui si sommano i premi legati a produttività e risultati. Restano però differenze in base all’area di impiego: tra docenti, personale ATA, dipendenti sanitari e funzioni centrali, gli aumenti netti potranno risultare differenziati a causa delle specificità contrattuali e dei diversi livelli di partenza.

Detassazione della tredicesima: scenari, costi e benefici per i lavoratori pubblici

Tra le misure discusse in ambito governativo riveste particolare interesse la possibilità di intervenire, dal 2026, sulla detassazione della tredicesima mensilità dei lavoratori dipendenti:

  • Eliminazione IRPEF: la proposta più audace consiste nell’azzerare l’imposta sulla tredicesima, generando un incremento netto tra 200 e 1.200 euro a seconda del reddito percepito, secondo le simulazioni della Fondazione Nazionale dei Commercialisti.
  • Aliquota agevolata 10%: questa alternativa prevede un’imposta ridotta solo sulla tredicesima, con vantaggi in busta paga che variano dai 180 euro per redditi bassi fino a 1.400 euro per redditi più elevati. Il costo della misura per lo Stato si attesterebbe tra i 2,5 e i 3 miliardi annui.
Per i dipendenti pubblici, ciò si tradurrebbe in una busta paga più consistente a dicembre e in maggiore disponibilità finanziaria nelle fasce medio-basse, con effetti positivi sui consumi, soprattutto nel periodo natalizio.
Reddito Annuo Lordo Vantaggio netto stimato su tredicesima
20.000 € 180 €
30.000 € 270 €
35.000 € 610 €
50.000 € 870 €
Oltre 60.000 € 1.400 €

 

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