Con reddito di 20.000 euro all'anno, il Tfr netto dopo 35 anni di lavoro sarà di cerca 37.000 euro. Con reddito di 40.000 euro all'anno, sarà di cerca 70.000 euro.
C'è il Tfr a rappresentare una delle principali voci che caratterizzano la busta paga del lavoratore. Si tratta del Trattamento di fine rapporto ovvero quella che viene più comunemente denominata liquidazione. Secondo le disposizioni vigenti, in caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il dipendente ha infatti diritto a ricevere questa somma che viene accumulata mese dopo mese, anno dopo anno.
Il calcolo viene effettuato sommando per ciascun anno di servizio una quota pari all'importo della retribuzione dovuta per l'anno stesso divisa per 13,5. Viene quindi ridotta in proporzione ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni. Normative a parte, possiamo fare un passo in avanti in più per capire
Quando finirò di lavorare, quale Tfr con stipendio di 1000-2000 euro
Quando il Tfr può essere richiesto prima di finire la carriera di lavoro
Le disposizioni vigenti prevedono che tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, in possesso di un'anzianità di servizio pari ad almeno 6 mesi, con esclusione dei lavoratori agricoli e dei lavoratori domestici e con esclusione dei lavoratori di aziende sottoposte a procedure concorsuali o in crisi hanno diritto al Tfr. Dopodiché l'adesione del lavoratore è vincolante per tutto il periodo e la parte maturanda del Tfr è soggetta a tassazione ordinaria e non è imponibile ai fini previdenziali.
In ogni caso, il lavoratore può esercitare l'opzione anche se sta versando il Tfr in un fondo di previdenza complementare. Provando a fare alcuni esempi concreti sull'ammontare del Tfr al termine della carriera di lavoro, ad esempio dopo 35 anni, il quadro è il seguente:
20.000 euro (retribuzione lorda annua), 1.382 euro (Tfr lordo annuo), 23,4% (aliquota applicata), 1.059 euro (Tfr netto annuo), 37.065 euro (Tfr netto dopo 35 anni di lavoro)
40.000 euro (retribuzione lorda annua), 2.764 euro (Tfr lordo annuo), 26,9% (aliquota applicata), 2.020 euro (Tfr netto annuo), 70.700 euro (Tfr netto dopo 35 anni di lavoro)
Ai fini fiscali, la quota di Tfr erogata si cumula con il reddito del periodo, aumentano la base imponibile fiscale. Si tratta di una situazione che avvantaggia solamente i lavoratori con un reddito inferiore ai 15.000 euro lordi anni. Il maggiore reddito fiscale annuo incide non solo sul calcolo delle imposte, ma anche sul computo delle detrazioni, degli assegni per il nucleo familiare e dell'indice Isee.
In questo contesto, al lavoratore dipendente viene riconosciuto il diritto all'anticipazione del Tfr anche prima della fine della carriera lavorativa ovvero prima dell'interruzione del rapporto di lavoro, per dimissioni o per licenziamento.
Questo diritto è configurato come un diritto autonomo a percepire una parte delle quote accantonate se ricorrono determinate condizioni. Si tratta di requisiti che tutelano il datore di lavoro, limitando il numero di coloro che possono richiedere l'anticipazione sul Tfr.
E allo stesso tempo tutelano il lavoratore, in quanto obbligano il datore a erogare la somma in caso di soddisfacimento dei requisiti minimi per legge. Più nello specifico, condizione essenziale è la maturazione di un'anzianità minima di 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro.
L'anzianità matura anche nel corso di eventi che provocano la sospensione dell'attività lavorativa, come la malattia, l'infortunio, l'astensione obbligatoria e il congedo di paternità, il congedo parentale, i permessi per malattia del bambino, il congedo matrimoniale, l'aspettativa per cariche pubbliche, i permessi per disabili. Il datore di lavoro deve quindi erogare le anticipazioni entro il limite massimo annuo pari al minor valore tra il 10% degli aventi diritto e al 4% del numero totale dei dipendenti.