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Si ha diritto alla Naspi in caso di risoluzione consensuale nel 2025?

Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, quando scatta davvero il diritto alla Naspi? Le regole e i requisiti da rispettare per ottenere l'indennità di disoccupazione

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Si ha diritto alla Naspi in caso di riso

Il requisito imprescindibile per presentare all'INPS la domanda per l'indennità di disoccupazione Naspi è la perdita involontaria del lavoro. È possibile, infatti, richiedere il sussidio di disoccupazione nel caso di licenziamento oppure per dimissioni, ma solo se presentate per giusta causa. Tuttavia, molti lavoratori si chiedono: la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dà diritto a richiedere la Naspi?

Naspi per risoluzione consensuale nel 2025, casi in cui è possibile richiederla

Secondo quanto chiarito dall'INPS, si ha diritto alla Naspi in caso di risoluzione consensuale del rapporto lavorativo perché si tratta comunque di una cessazione involontaria dell'impiego. In queste situazioni, infatti, non sussiste la reale volontà del lavoratore di interrompere il rapporto professionale, ma sono le circostanze o il datore di lavoro a determinare la conclusione del contratto.

In particolare, l'indennità di disoccupazione per risoluzione consensuale del rapporto di lavoro si può ottenere nei seguenti casi specifici:

  • Rifiuto del trasferimento: quando il lavoratore non accetta il trasferimento in un'altra sede della stessa azienda situata a oltre 50 km dalla propria residenza o raggiungibile in 80 minuti o più con i mezzi pubblici;
  • Procedure di conciliazione: in caso di risoluzione consensuale avvenuta a seguito di procedure di conciliazione precedenti a un eventuale licenziamento per giustificato motivo oggettivo;
  • Accordi di incentivazione all'esodo: per risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, fino al 31 gennaio 2025, dovuta all'adesione del lavoratore all'accordo collettivo aziendale di incentivazione all'esodo previsto dal decreto agosto.

Requisiti contributivi necessari per accedere alla Naspi nel 2025

La perdita involontaria dell'occupazione rappresenta il requisito principale per richiedere il sussidio di disoccupazione. Tuttavia, per accedere effettivamente alla Naspi nel 2025, è necessario soddisfare anche altri requisiti contributivi stabiliti dalla normativa vigente:

  • Aver maturato almeno tredici settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione;
  • Aver lavorato almeno trenta giorni effettivi nell'anno precedente l'inizio della disoccupazione.

Questi requisiti sono fondamentali e devono essere entrambi soddisfatti per poter beneficiare dell'indennità di disoccupazione.

Procedure per richiedere la Naspi dopo una risoluzione consensuale

Per ottenere la Naspi a seguito di una risoluzione consensuale nel 2025, è necessario seguire una procedura specifica:

  1. Presentare la domanda all'INPS entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro;
  2. Allegare alla domanda la documentazione che attesti la risoluzione consensuale e le motivazioni che rientrano nei casi previsti;
  3. Dichiarare la propria immediata disponibilità al lavoro (DID) presso i Centri per l'Impiego;
  4. Partecipare alle iniziative di attivazione lavorativa e ai percorsi di riqualificazione professionale proposti dai servizi competenti.

È importante sottolineare che la domanda può essere presentata online attraverso il portale dell'INPS, oppure tramite i patronati o il Contact Center dell'Istituto.

Importo e durata della Naspi per risoluzione consensuale nel 2025

L'importo della Naspi viene calcolato in base alla retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni di lavoro. Nel 2025, l'indennità corrisponde al:

  • 75% della retribuzione media mensile, se questa è pari o inferiore a 1.352,19 euro;
  • 75% di 1.352,19 euro più il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e 1.352,19 euro, se la retribuzione è superiore a 1.352,19 euro.

L'importo massimo erogabile non può superare i 1.470,99 euro mensili per il 2025, cifra soggetta a rivalutazione annuale in base all'indice ISTAT.

Per quanto riguarda la durata, la Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi.

Differenze tra risoluzione consensuale e dimissioni volontarie

È fondamentale comprendere la distinzione tra risoluzione consensuale e dimissioni volontarie, poiché le conseguenze in termini di diritto alla Naspi sono significativamente diverse:

  • Risoluzione consensuale: si verifica quando sia il datore di lavoro che il lavoratore concordano di interrompere il rapporto di lavoro. Come abbiamo visto, in specifiche circostanze dà diritto alla Naspi.
  • Dimissioni volontarie: rappresentano una decisione unilaterale del lavoratore di terminare il rapporto di lavoro. In questo caso, generalmente, non si ha diritto alla Naspi, a meno che non si tratti di dimissioni per giusta causa.

Le dimissioni per giusta causa che danno diritto alla Naspi includono casi come mancato pagamento della retribuzione, molestie sul luogo di lavoro, mobbing, modifiche peggiorative delle condizioni di lavoro, o trasferimento della sede lavorativa senza giustificato motivo.

Casi particolari di risoluzione consensuale che danno diritto alla Naspi

Oltre ai casi già menzionati, esistono altre situazioni specifiche in cui la risoluzione consensuale può dare diritto all'indennità di disoccupazione nel 2025:

Risoluzione durante il periodo di prova

Se il rapporto di lavoro viene interrotto durante il periodo di prova mediante risoluzione consensuale, il lavoratore può avere diritto alla Naspi, poiché tale situazione è equiparata a una perdita involontaria dell'occupazione.

Risoluzione consensuale in seguito a significative modifiche contrattuali

Quando il datore di lavoro propone modifiche sostanziali al contratto (come riduzione dell'orario o della retribuzione) e si giunge a una risoluzione consensuale, il lavoratore può richiedere la Naspi in quanto la modifica delle condizioni è considerata una forma di costrizione indiretta.

Risoluzione consensuale per crisi aziendale

Nel contesto di una crisi aziendale o di una ristrutturazione, la risoluzione consensuale legata a incentivi all'esodo consente l'accesso alla Naspi, essendo considerata una forma di perdita involontaria dell'occupazione.

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