Il requisito imprescindibile per presentare all'INPS la domanda per l'indennità di disoccupazione Naspi è la perdita involontaria del lavoro. È possibile, infatti, richiedere il sussidio di disoccupazione nel caso di licenziamento oppure per dimissioni, ma solo se presentate per giusta causa. Tuttavia, molti lavoratori si chiedono: la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dà diritto a richiedere la Naspi?
Secondo quanto chiarito dall'INPS, si ha diritto alla Naspi in caso di risoluzione consensuale del rapporto lavorativo perché si tratta comunque di una cessazione involontaria dell'impiego. In queste situazioni, infatti, non sussiste la reale volontà del lavoratore di interrompere il rapporto professionale, ma sono le circostanze o il datore di lavoro a determinare la conclusione del contratto.
In particolare, l'indennità di disoccupazione per risoluzione consensuale del rapporto di lavoro si può ottenere nei seguenti casi specifici:
La perdita involontaria dell'occupazione rappresenta il requisito principale per richiedere il sussidio di disoccupazione. Tuttavia, per accedere effettivamente alla Naspi nel 2025, è necessario soddisfare anche altri requisiti contributivi stabiliti dalla normativa vigente:
Questi requisiti sono fondamentali e devono essere entrambi soddisfatti per poter beneficiare dell'indennità di disoccupazione.
Per ottenere la Naspi a seguito di una risoluzione consensuale nel 2025, è necessario seguire una procedura specifica:
È importante sottolineare che la domanda può essere presentata online attraverso il portale dell'INPS, oppure tramite i patronati o il Contact Center dell'Istituto.
L'importo della Naspi viene calcolato in base alla retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni di lavoro. Nel 2025, l'indennità corrisponde al:
L'importo massimo erogabile non può superare i 1.470,99 euro mensili per il 2025, cifra soggetta a rivalutazione annuale in base all'indice ISTAT.
Per quanto riguarda la durata, la Naspi viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi.
È fondamentale comprendere la distinzione tra risoluzione consensuale e dimissioni volontarie, poiché le conseguenze in termini di diritto alla Naspi sono significativamente diverse:
Le dimissioni per giusta causa che danno diritto alla Naspi includono casi come mancato pagamento della retribuzione, molestie sul luogo di lavoro, mobbing, modifiche peggiorative delle condizioni di lavoro, o trasferimento della sede lavorativa senza giustificato motivo.
Oltre ai casi già menzionati, esistono altre situazioni specifiche in cui la risoluzione consensuale può dare diritto all'indennità di disoccupazione nel 2025:
Se il rapporto di lavoro viene interrotto durante il periodo di prova mediante risoluzione consensuale, il lavoratore può avere diritto alla Naspi, poiché tale situazione è equiparata a una perdita involontaria dell'occupazione.
Quando il datore di lavoro propone modifiche sostanziali al contratto (come riduzione dell'orario o della retribuzione) e si giunge a una risoluzione consensuale, il lavoratore può richiedere la Naspi in quanto la modifica delle condizioni è considerata una forma di costrizione indiretta.
Nel contesto di una crisi aziendale o di una ristrutturazione, la risoluzione consensuale legata a incentivi all'esodo consente l'accesso alla Naspi, essendo considerata una forma di perdita involontaria dell'occupazione.