Un collaboratore co.co.co. può svolgere ore extra rispetto a quelle concordate e ricevere un compenso aggiuntivo? Vediamo di fare chiarezza su questo aspetto importante del rapporto di lavoro parasubordinato, analizzando la normativa vigente per il 2025 e le caratteristiche peculiari di questa forma contrattuale.
I contratti di collaborazione coordinata e continuativa rappresentano una forma di lavoro parasubordinato, collocandosi in una posizione intermedia tra il lavoro autonomo e quello dipendente. Questa peculiarità determina caratteristiche specifiche che incidono direttamente sulla gestione dell'orario lavorativo e, di conseguenza, sulla possibilità di effettuare prestazioni straordinarie.
Il collaboratore co.co.co. conserva piena autonomia nei tempi e nelle modalità di esecuzione dell'attività lavorativa, aspetto che lo avvicina alla figura del lavoratore autonomo. Contemporaneamente, opera in collaborazione con il committente, coordinandosi con l'organizzazione aziendale in maniera funzionale al ciclo produttivo.
Altri elementi distintivi di questa tipologia contrattuale sono:
La legislazione del 2025 mantiene questi caratteri distintivi, che risultano determinanti per comprendere la disciplina applicabile in materia di prestazioni aggiuntive.
La risposta è netta: chi lavora come collaboratore coordinato e continuativo non ha diritto agli straordinari nel senso tecnico-giuridico del termine. Questo perché gli straordinari sul lavoro si prescrivono entro quanto devono essere comunicati e pagati, concetto che presuppone l'esistenza di un orario predeterminato, tipico del rapporto di lavoro subordinato.
Nel 2025, la normativa conferma che la nozione di straordinario è applicabile esclusivamente ai lavoratori dipendenti, per i quali è previsto un tetto massimo di 8 ore settimanali o 250 ore annuali, salvo diverse disposizioni della contrattazione collettiva.
Per i collaboratori co.co.co., invece, non esiste un orario di lavoro prestabilito, poiché la prestazione è determinata in base al progetto o programma concordato con il committente. Il collaboratore organizza autonomamente i propri tempi di lavoro, pur coordinandosi con le esigenze dell'azienda.
Sebbene non sia corretto parlare di straordinari nei contratti co.co.co., è possibile prevedere meccanismi per gestire eventuali prestazioni aggiuntive rispetto a quanto inizialmente concordato. La chiave è una corretta impostazione del contratto di collaborazione.
Nel 2025, i contratti co.co.co. devono contenere elementi essenziali quali:
Per gestire correttamente eventuali attività supplementari, è consigliabile inserire nel contratto apposite clausole che prevedano la possibilità di concordare prestazioni aggiuntive rispetto a quelle inizialmente pattuite, specificando i relativi compensi.
In assenza di una disciplina specifica sugli straordinari, esistono alternative agli straordinari:
Nel 2025, la prassi contrattuale tende a privilegiare meccanismi di compenso variabile basato sui risultati, piuttosto che sistemi legati al tempo di lavoro, proprio per evitare elementi che possano far riqualificare il rapporto come subordinato.
Sebbene non si possa parlare tecnicamente di straordinari, è possibile prevedere sistemi di compenso per attività aggiuntive nei contratti co.co.co. Per il 2025, le opzioni più diffuse e legittime sono:
È possibile inserire nel contratto una clausola che preveda compensi specifici per attività supplementari rispetto a quelle originariamente concordate. Tali compensi devono essere determinati preventivamente e in modo proporzionato rispetto al compenso base.
Ad esempio, se un co.co.co. viene incaricato di un progetto aggiuntivo non previsto nell'accordo iniziale, è legittimo concordare un compenso extra per tale attività, purché sia formalizzato adeguatamente.
Una soluzione alternativa consiste nella revisione periodica del compenso complessivo in base all'effettivo carico di lavoro. Questa opzione è particolarmente indicata quando l'ampliamento delle attività ha carattere stabile e continuativo.
Per il 2025, molti contratti co.co.co. prevedono clausole di revisione trimestrale o semestrale del compenso, che consentono di adeguare la retribuzione all'evoluzione delle attività svolte dal collaboratore.
Una modalità sempre più diffusa nel 2025 è quella di prevedere bonus o premi legati al raggiungimento di specifici obiettivi o risultati. Questo sistema ha il vantaggio di incentivare la produttività senza far riferimento al tempo di lavoro, preservando così la natura autonoma della collaborazione.
I bonus possono essere strutturati in vari modi: