Come aumentano o diminuiscono pensioni di reversibilità, vecchiaia, invalidità in base 3 schemi Irpef delega fisco

di Marianna Quatraro pubblicato il
Come aumentano o diminuiscono pensioni d

Quando possono aumentare o diminuire le pensioni di reversibilità, vecchiaia e invalidità con nuove aliquote Irpef in arrivo

Come cambiano pensioni reversibilità, vecchiaia e invalidità in base ai 3 schemi modifica Irpef riforma fisco? .La principale novità delle delega fiscale è certamente l’intenzione del governo di ridurre a tre le aliquote dell’Irpef e per farlo si punterà su una revisione di detrazioni e deduzioni fiscali. Vediamo come la nuova Irpef inciderà sulle pensioni. 

  • Pensioni reversibilità e vecchiaia e 3 schemi modifica Irpef cosa succede
  • Come cambiano pensioni di invalidità in base a nuove ipotesi di modifica Irpef

Pensioni reversibilità e vecchiaia e 3 schemi modifica Irpef cosa succede

Con la nuova riforma del Fisco si prepara a cambiare innanzitutto l’Irpef con nuove aliquote. Il governo Meloni punta, infatti, a ridurle dalle attuali quattro a tre ma sono diverse le ipotesi al vaglio.

La prima ipotesi di revisione Irpef prevede le seguenti nuove tre aliquote:

  • aliquota del 23% per chi ha redditi fino a 15mila euro;
  • aliquota del 27% per chi ha redditi tra 15mila-50mila euro;
  • aliquota del 43% per chi ha redditi superiori ai 50mila euro.
Se fossero confermate queste tre nuove aliquote Irpef, aumenterebbero soprattutto le pensioni di vecchiaia e le pensioni di reversibilità tra circa 2.100 euro e 3.700 euro, cioè coloro che percepiscono redditi annui tra 28mila euro e 50mila euro annui, perché l’aliquota di tassazione si ridurrebbe dal 35% al 27%, ben 8 punti percentuali in meno. Ciò significa che i pensionati rientranti in questa fascia di reddito pagherebbero meno tasse e avrebbero dunque pensioni nette più alte.

Nulla, invece, cambierebbe per la prima fascia di reddito, cioè chi percepisce fino a 15mila euro annui, e per l’ultima, cioè chi percepisce redditi superiori ai 50mila euro, per cui le aliquote resterebbero come attualmente modulate, rispettivamente, al 23% e al 43%.

In un’altra ipotesi di revisione delle aliquote Irpef con la nuova riforma del Fisco l’aliquota più bassa di tassazione sarebbe quella al 20% e valida per redditi fino a 28.000 euro, il che significherebbe garantire aumenti soprattutto a chi percepisce pensioni di vecchiaia e importi pensioni di reversibilità fino a circa 2.150 euro al mese.

Infine, terza possibile ipotesi di modifica delle aliquote Irpef potrebbe prevedere le seguenti novità:

  • aliquota unica del 27% per i redditi tra 15 mila e 75 mila euro;
  • aliquota del 23% per i redditi sotto i 15 mila euro;
  • aliquota del 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
In quest’ultimo caso, nulla cambierebbe per la prima fascia di reddito fino a 15mila euro per cui resterebbe sempre invariata l’aliquota al 23% ma scenderebbe nettamente la tassazione per chi ha redditi più alti tra 50mila (si parla di pensioni di circa 3.800 euro) e 75mila euro, per cui si passerebbe dal 35% e 43% al 23%, ma ci sarebbero riduzioni delle pensioni per chi ha redditi tra i 15mila e 28mila euro, per cui l’aliquota di tassazione salirebbe dall’attuale 25% al 27%. 

Come cambiano pensioni di invalidità in base a nuove ipotesi di modifica Irpef

Le modifiche alle aliquote Irpef di tassazione per le pensioni, qualsiasi siano, influiranno anche sulle pensioni di invalidità, secondo lo stesso schema e con aumenti e riduzioni come sopra già calcolati, ma nel caso delle pensioni di invalidità occorre fare una precisazione. 

Stando a quanto previsto dalla legge in vigore, non tutte le pensioni di invalidità sono soggette a tassazione, per cui in alcuni casi le nuove aliquote Irpef non cambierebbero le pensioni di invalidità che si percepiscono. 

La pensione di invalidità non è, infatti, tassata quando consiste in una prestazione economica assistenziale, vale a dire se è collegata esclusivamente alle condizioni di salute dell’interessato e alle sue condizioni reddituali, ma non al rapporto assicurativo con l’Inps o altro ente previdenziale, quindi al versamento di contributi. In caso contrario, non si tratta di una prestazione di assistenza, ma previdenza e in tal caso la prestazione va tassata, deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi e vi incidono le nuove aliquote Irpef.