Se la proposta governativa venisse attuata senza misure di compensazione, il prezzo del gasolio subirebbe un aumento progressivo.
Il governo sta pensando a un disegno di legge per la riforma delle accise sui carburanti per ridefinire il quadro fiscale applicato a benzina e gasolio. L’obiettivo è razionalizzare la tassazione di questi prodotti energetici e garantire una maggiore equità e allineando il sistema normativo italiano alle direttive europee:
Questa tendenza discende da una stabilizzazione del mercato petrolifero internazionale, supportata da una politica di contenimento dei prezzi attuata dal governo. L'introduzione del nuovo ddl sul riordino delle accise punta a cambiare questo scenario e incidere in maniera strutturale sulla composizione del costo finale dei carburanti.
L’elemento centrale della riforma riguarda la revisione delle aliquote delle accise, con un focus sulla differenza di tassazione tra benzina e gasolio. Oggi il diesel beneficia di una fiscalità più favorevole rispetto alla benzina, un trattamento che, secondo la Commissione Europea, costituisce un sussidio ambientalmente dannoso. L’obiettivo del governo è eliminare questa disparità, riallineando le accise sui due carburanti per rispondere agli impegni assunti nel PNRR.
Nel concreto significa che il gasolio, utilizzato dai mezzi di trasporto pesante e da molte vetture aziendali, può subire un incremento di tassazione, con un aumento del prezzo alla pompa.
Per i cittadini, l’aumento del prezzo del diesel potrebbe modificare le scelte di acquisto nel settore automobilistico e disincentivare l'acquisto di vetture con motori diesel a favore di alternative più ecologiche.
Dal punto di vista delle aziende, in particolare per quelle che operano nella logistica e nel trasporto merci, l'aumento delle accise si potrebbe tradurre in un aumento dei costi operativi.
Se la proposta governativa venisse attuata senza misure di compensazione, il prezzo del gasolio subirebbe un aumento progressivo fino a raggiungere una tassazione equivalente a quella della benzina. In un contesto in cui il costo dei carburanti incide sul trasporto su gomma, questa riforma si tratterebbe di una crescita delle tariffe per il trasporto delle merci, con un impatto a cascata sui prezzi al consumo di numerosi beni.
L'adeguamento fiscale potrebbe incentivare una transizione più rapida verso veicoli a basse emissioni. Le aziende che operano nel settore della logistica e del trasporto possono essere spinte ad accelerare l’adozione di flotte elettriche o a idrogeno e ridurre progressivamente la dipendenza dai combustibili fossili.
In parallelo il governo sta studiando misure di sostegno per agevolare questa transizione. Sono in fase di valutazione incentivi per la trasformazione degli impianti di distribuzione carburanti, che potrebbero beneficiare di finanziamenti fino al 50% delle spese sostenute, con un tetto massimo di 60.000 euro per ogni punto vendita. Questo tipo di intervento punta a promuovere la diffusione delle infrastrutture per la mobilità sostenibile, come le colonnine di ricarica elettrica e le stazioni per i carburanti alternativi.