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Chi sono i vincitori del Premio Nobel dell'Economia e l'importanza dei loro studi nel concreto

di Marcello Tansini pubblicato il
premio nobel economia 2025

Il Premio Nobel dell'Economia celebra gli studi di Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt, riconoscendo il loro contributo sull';innovazione e la crescita sostenibile, tra teoria storica, distruzione creativa e impatto reale sulla societ.

Il Premio Nobel per l’Economia è uno degli eventi più attesi nel panorama scientifico e accademico internazionale. L’edizione 2025 si è distinta per aver posto al centro i temi dell’innovazione e della crescita sostenuta, elementi chiave di una società in continuo cambiamento.
Attraverso l’esempio dei premiati di quest’anno, la comunità scientifica riafferma il valore delle idee che riescono a incidere sulla realtà, rendendo l’economia una disciplina in costante evoluzione che dialoga con i bisogni concreti delle persone.

Chi sono Joel Mokyr, Philippe Aghion e Peter Howitt: profilo e percorsi accademici

Joel Mokyr è uno storico economico americano-israeliano, nato a Leiden nei Paesi Bassi. Professore alla Northwestern University, dove ha guidato più di cinquanta dottorati, ha ricoperto ruoli di spicco in prestigiose associazioni accademiche, tra cui la American Academy of Arts and Sciences e la Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences. Mokyr si è distinto per le sue ricerche sulla storia economica e per aver esplorato il ruolo della conoscenza e delle istituzioni nella crescita moderna.

Philippe Aghion, classe 1956, è un economista francese di fama internazionale. Professore al Collège de France, all’INSEAD e alla London School of Economics, è stato anche docente ad Harvard. Il suo percorso è segnato dall’introduzione del paradigma schumpeteriano della distruzione creativa applicato alla teoria della crescita.

Peter Howitt, canadese, è attualmente docente alla Brown University. Si è formato presso McGill University e Northwestern University, diventando figura di riferimento nell’ambito della crescita endogena e delle dinamiche dei mercati innovativi. Oltre all'attività accademica ha presieduto importanti riviste e associazioni economiche in Nord America.

Le motivazioni dell’assegnazione 2025: innovazione, crescita sostenuta e distruzione creativa

La scelta del Comitato Nobel per l’attribuzione del premio ai tre economisti si fonda su contributi distintivi nel campo della crescita guidata dall’innovazione. Mokyr è stato premiato per aver identificato i fattori storici e tecnologici che permettono la continuità nel progresso e la transizione verso una crescita sostenibile, sottolineando il valore delle spiegazioni scientifiche e dell’apertura ai cambiamenti sociali. Aghion e Howitt sono invece riconosciuti per aver formulato la teoria della distruzione creativa, modellizzando il meccanismo mediante cui nuove invenzioni spiazzano tecnologie e aziende arretrate, generando sia progresso che conflitto:

  • L’innovazione costituisce il detonatore di cicli economici che permettono il rinnovamento continuo e la competitività.
  • La distruzione creativa genera vantaggi collettivi ma comporta anche rischi per chi detiene posizioni di privilegio, sollevando interrogativi su come gestire i cambiamenti in modo costruttivo.
Le ricerche dei vincitori premio nobel economia 2025 hanno quindi chiarito che la crescita non è garantita e dipende dalla capacità di gestire i conflitti e accompagnare le trasformazioni indotte dall’innovazione.

Joel Mokyr: storia economica, progresso tecnologico e apertura al cambiamento

Lo storico olandese-statunitense Joel Mokyr ha usato fonti storiche per sviscerare le ragioni profonde della crescita economica sostenuta. Secondo Mokyr, il motore del progresso non risiede solo nella sequenza delle invenzioni, ma nella formazione di una cultura orientata all’accumulo delle conoscenze e nella promozione di istituzioni aperte e inclusive.

  • Le sue analisi evidenziano l’importanza delle spiegazioni scientifiche dietro la tecnologia: se si capisce perché qualcosa funziona, si può migliorare e replicare l’innovazione, anziché affidarsi al caso.
  • Mokyr sottolinea che la frammentazione politica dell’Europa nel periodo pre-industriale facilitò la circolazione di idee e favorì l’emergere di innovatori: la possibilità di spostarsi tra stati sovrani per cercare ambienti più tolleranti verso il cambiamento fu una leva essenziale per il balzo tecnologico e produttivo.
Nel saggio A Culture of Growth si approfondiscono le origini di una cultura favorevole alla crescita economica. Mokyr mette in luce anche i limiti imposti dalle resistenze sociali, dalle paure dell’incertezza e dalla difesa degli interessi consolidati, che spesso rallentano l’adozione delle novità. Questo approccio storico-sociale ha fornito strumenti per interpretare le grandi trasformazioni dell’economia moderna.

Philippe Aghion e Peter Howitt: la teoria della distruzione creativa e il suo impatto

Il contributo più noto di Aghion e Howitt è il modello matematico della distruzione creativa, ispirato alle intuizioni di Joseph Schumpeter. Nel loro articolo del 1992 hanno formalizzato il processo attraverso cui l’innovazione sostituisce prodotti e processi obsoleti, innescando un meccanismo virtuosamente competitivo ma anche potenzialmente destabilizzante.

  • L’arrivo di una nuova tecnologia costringe le imprese a rinnovarsi o a uscire dal mercato, alimentando un ciclo di nascite e morti imprenditoriali.
  • Aghion e Howitt hanno dimostrato che, se non gestiti adeguatamente, i conflitti generati dalla distruzione creativa possono ostacolare il progresso: le imprese consolidate e i gruppi di interesse tendono a opporsi all’innovazione che mette in discussione le loro posizioni di vantaggio.
  • La teoria suggerisce che per continuare a crescere sia essenziale sostenere meccanismi di rinnovamento e garantire l’accesso al mercato a nuovi soggetti.
L’impatto di questa teoria va oltre l’ambito accademico: ha influenzato politiche volte a promuovere concorrenza, flessibilità e sostegno alla ricerca, affermando la necessità di una regolazione capace di equilibrare le spinte innovative con la protezione di chi rischia di essere escluso.

L’impatto concreto degli studi: dall’uscita dalla povertà all’innovazione nelle società moderne

Le tesi premiate nel 2025 hanno lasciato un’impronta nella realtà economica globale. Gli studi dei tre economisti hanno interpretato e in parte favorito fenomeni quali:

  • L’uscita dalla povertà di ampie fasce della popolazione mondiale nell’arco degli ultimi due secoli, favorita dalla capacità di generare crescita sostenuta tramite innovazione costante.
  • L’accelerazione tecnologica che ha spinto il benessere diffuso e la prosperità, spiegando perché economie aperte all’innovazione siano più resilienti ai cambiamenti.
  • L’accento posto sulle politiche volte a favorire la concorrenza e a gestire i conflitti derivanti dalla sostituzione di vecchi modelli produttivi con nuovi.
Queste intuizioni hanno influenzato regolatori e soggetti politici nell’adottare strategie orientate all’inclusione e alla mobilità sociale, facilitando l’adattamento dei sistemi economici alle innovazioni contemporanee come la digitalizzazione e la transizione verde.

Il Premio Nobel per l’Economia: storia, curiosità e ruolo nella società

Creato nel 1968 in memoria di Alfred Nobel, il Premio Nobel per l’Economia rappresenta oggi uno dei più alti riconoscimenti per un economista. Nel corso delle sue 57 edizioni, ha premiato 99 studiosi, tra cui figure diventate “icone” come Paul Krugman, Milton Friedman o Ben Bernanke.

  • Nonostante le opinioni divergenti degli storici del Nobel, il riconoscimento ha sempre avuto l’obiettivo di premiare ricerche in grado di incidere sulle politiche pubbliche e sull’evoluzione delle società.
  • Dal 2017 il valore del premio ammonta a circa 869.000 euro, finanziato dai proventi lasciati da Nobel stesso.
  • Tra gli aspetti singolari, il Nobel per l’economia è stato assegnato solo a tre donne e mai a cittadini svizzeri. Il conferimento avviene annualmente a dicembre, insieme agli altri premi Nobel di medicina, fisica, chimica, letteratura e pace.
Negli anni, ha celebrato ricerche su temi come la lotta alla povertà, l’economia comportamentale, la regolamentazione dei mercati e la sostenibilità ambientale. Il valore sociale che ne deriva risiede nella capacità di promuovere idee e percorsi di crescita condivisi e innovativi.