Se non si paga lImu entro la scadenza stabilita, si pu regolarizzare in ritardo ma calcolando le sanzioni: come fare e i chiarimenti
Se l'Imposta Municipale Unica non è stata pagata entro la scadenza stabilita, è possibile regolarizzare la propria posizione anche successivamente. Le scadenze di versamento dell'IMU sul possesso degli immobili sono fissate annualmente: il 16 giugno per l'acconto e il 16 dicembre per il saldo.
Tuttavia, può capitare di non rispettare queste date per mancanza di risorse economiche o per una semplice dimenticanza. Vediamo nel dettaglio cosa comporta il pagamento tardivo dell'IMU 2025, quali sono le penalità previste e come procedere per mettersi in regola con il fisco.
Secondo la normativa vigente, chi non versa le rate IMU entro le scadenze previste può comunque regolarizzare la propria posizione ricorrendo al ravvedimento operoso. Questo istituto giuridico consente di sanare la propria situazione con sanzioni ridotte rispetto a quelle ordinarie.
Per procedere al pagamento tardivo è necessario utilizzare il modello F24, lo stesso utilizzato per i versamenti regolari. Nel modulo andrà barrata la casella "ravv. operoso" per segnalare che si sta procedendo a una regolarizzazione.
È importante sottolineare che il ravvedimento operoso è possibile solo se la violazione non è stata già contestata formalmente dall'ente impositore e non sono iniziati accessi, ispezioni o verifiche.
In base al tempo trascorso dalla scadenza originaria, sono previste diverse tipologie di ravvedimento, ognuna con una sanzione specifica:
È importante essere consapevoli che il Comune ha un termine di legge entro cui può contestare il mancato pagamento dell'IMU. Secondo l'articolo 1, comma 161, della legge 296/2006, gli enti locali possono notificare gli avvisi di accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello in cui il versamento avrebbe dovuto essere effettuato.
Questo significa che per l'IMU 2025 non versata, il Comune avrà tempo fino al 31 dicembre 2030 per emettere un avviso di accertamento. Trascorso questo termine, l'ente decade dal diritto di riscuotere l'imposta.
Va specificato che questo termine è di decadenza e non di prescrizione. La decadenza riguarda il periodo entro cui il Comune può contestare l'inadempimento, mentre la prescrizione rappresenta il termine entro cui si estingue un diritto di credito già concretizzato.
Se non si provvede a regolarizzare spontaneamente la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso, il Comune emetterà un avviso di accertamento esecutivo. In questo caso, le sanzioni applicate saranno significativamente più elevate rispetto a quelle previste dal ravvedimento:
Oltre all'imposta dovuta e alle sanzioni, chi paga l'IMU in ritardo deve versare anche gli interessi moratori. Per il 2025, il tasso di interesse legale è fissato al 5% annuo.
Gli interessi vanno calcolati in funzione dei giorni effettivi di ritardo, a partire dalla data di scadenza originaria fino alla data del versamento effettivo. La formula da utilizzare è:
Interessi = (Imposta dovuta × Tasso di interesse × Giorni di ritardo) / 365
Ad esempio, per un'IMU di 500 euro pagata con 20 giorni di ritardo nel 2025, gli interessi sarebbero: (500 × 5% × 20) / 365 = 1,37 euro.