Un laboratorio clandestino ad Acilia svela un giro di banconote false diffuse in tutta Europa tramite criptovalute. Tra tecniche sofisticate, indagini internazionali e rischi economici, emerge il volto oscuro di un business illecito.
La diffusione delle banconote contraffatte rappresenta una delle sfide principali per la sicurezza economica europea e per la fiducia dei cittadini nella moneta unica. Negli ultimi anni, l’evoluzione delle tecnologie digitali ha facilitato sia la produzione sia la circolazione di denaro falso, richiedendo strategie sempre più sofisticate per contrastare il fenomeno. In questo contesto, l’individuazione – da parte del Nucleo Operativo Antifalsificazione Monetaria di Roma – di una stamperia clandestina ad Acilia ha portato alla luce un’organizzazione dotata di notevoli risorse tecnologiche e di una rete commerciale estesa su scala continentale.
La struttura, allestita da un 31enne esperto informatico, operava in una zona residenziale e, grazie a un connubio tra saperi tecnici e strumenti di alto livello, realizzava banconote di qualità tale da risultare difficilmente distinguibili dalle originali ad un primo controllo. Le stampa digitali avvenivano a partire da file “progetto” accuratamente definiti, che consentivano di riprodurre i dettagli grafici dei diversi tagli in maniera fedele. L’arresto dell’uomo e il sequestro del laboratorio documentano quanto il fenomeno della contraffazione possa raggiungere livelli di sofisticazione impensabili fino a pochi anni fa, avvalendosi anche di reti di pagamento innovative e difficili da tracciare come le criptovalute.
Il laboratorio smantellato ad Acilia rappresentava un’eccellenza criminale sotto il profilo tecnologico. L’impiego di computer di ultima generazione, stampanti digitali professionali e strumenti di perfezionamento grafico permetteva la produzione di banconote contraffatte di diversi tagli – da 10 a 500 euro. Gli investigatori hanno rinvenuto all’interno dei dispositivi i cosiddetti progetti grafici: file digitali che costituivano la base per la riproduzione delle caratteristiche di sicurezza e delle micrografie delle banconote autentiche.
Le principali fasi della produzione possono essere schematizzate così:
La distribuzione delle banconote avveniva grazie a una rete consolidata in ambito europeo, favorita anche dall’uso delle criptovalute. Queste ultime, in virtù della loro anonimizzazione, hanno rivoluzionato la gestione dei pagamenti illeciti: i compensi degli acquirenti venivano regolati prevalentemente in litecoin o usdt (monete digitali ad alta tracciabilità, ma utilizzate spesso su piattaforme che offrono sistemi di anonimizzazione avanzata). I wallet elettronici sequestrati durante le indagini rappresentano un punto chiave per comprendere la filiera economica illecita: circa 600 euro in criptovalute e 21.000 euro in contanti, provenienti dalla conversione dei proventi digitali, sono stati bloccati dagli inquirenti.
Il ricorso ai social network ha permesso di accrescere il bacino della clientela, pubblicizzando falsi di elevata qualità e facilitando, attraverso messaggi crittati e canali riservati, l’ordinazione di quantitativi anche significativi.
Per quanto riguarda i volumi prodotti, i dati raccolti testimoniano una capacità produttiva superiore al milione di euro nominali tra tutte le classi di banconote. Questo scenario evidenzia una profonda interconnessione tra innovation tecnologica e criminalità finanziaria e l’urgenza di una risposta integrata tra normativa, banche, operatori postali e forze dell’ordine.
Le attività investigative avviate a partire da settembre hanno coinvolto, oltre alle autorità italiane, il supporto operativo di Europol e il diretto coinvolgimento delle forze di polizia austriache e spagnole. La trasversalità della rete criminale ha reso necessario un approccio investigativo multilivello, in grado di superare i confini nazionali e intercettare canali utilizzati da un’organizzazione ramificata nell’intera eurozona.
Nel corso delle operazioni sono stati effettuati numerosi sequestri di plichi postali spediti dal laboratorio romano verso altre regioni italiane e Paesi UE. Questi interventi sono stati possibili grazie a un fitto scambio informativo e a indagini coordinate, con riscontri progressivi su tutta la catena distributiva. Di seguito una sintesi dei principali riscontri investigativi nelle varie tappe della filiera:
| Data | Località | Materiale sequestrato | Note |
| 18 settembre 2025 | Austria | Campionatura di banconote false (5, 20, 50 euro) | Destinata a cittadino locale |
| 19 settembre 2025 | Italia (Pesaro) | 20 banconote da 50 euro false | Arresto del destinatario |
| 16 ottobre 2025 | Italia (Strambino, TO) | 200 banconote da 20 euro false | Arresto del destinatario |
| 28 ottobre 2025 | Italia (Terni) | 260 banconote da 20 euro, 210 da 50 euro false e ulteriore quantitativo (valore nominale 36.000 euro) | Arresto del destinatario e sequestro ulteriore denaro falso |
Attraverso questi interventi si è palesato un quadro sistemico: terminali attivi in tutta l’eurozona, pagamenti attraverso criptovalute, rapida movimentazione dei plichi via canali postali e collaborazione tra sodali tramite piattaforme digitali. L’elevata qualità delle banconote falsificate ha richiesto continui aggiornamenti nei sistemi antifalsificazione utilizzati dagli operatori economici, con una pressione crescente sui meccanismi di controllo di negozi, banche e servizi pubblici.
Da un punto di vista economico, la diffusione di denaro falso mina la stabilità del sistema finanziario, incrementa i rischi di perdita sia per consumatori che per imprese, e genera costi indiretti dovuti all’inasprimento delle attività di verifica e ai rallentamenti nel ciclo dei pagamenti. Il quadro normativo di riferimento è rappresentato, a livello comunitario, dal Regolamento UE n. 1338/2001 relativo alla prevenzione della falsificazione di monete e banconote, oltre alle numerose circolari di Banca Centrale Europea e dei ministeri nazionali.
L’impatto della vicenda sul piano internazionale si manifesta nella necessità di rafforzare ulteriormente le procedure di monitoraggio delle valute digitali, nell’incremento degli accordi per lo scambio dati tra forze di polizia, nonché nella promozione di progetti di formazione mirati per gli operatori economici e i cittadini.