Le frodi sotto i 1.500 euro sono diminuite del 30%, mentre quelle tra 3.000 e 5.000 euro sono esplose.
La truffa viaggia silenziosa dietro l’angolo, pronta a colpire chiunque con una rapidità inquietante. Le frodi creditizie legate a prestiti personali, finanziamenti finalizzati e mutui stanno assumendo proporzioni sempre più preoccupanti nel panorama italiano. Secondo i dati più recenti diffusi dall’Osservatorio Crif, nel 2024 si sono verificati quasi 31.000 casi, per un valore complessivo che ha toccato i 150 milioni di euro, segnando un record storico non solo per quantità, ma anche per gravità dell’impatto economico sulle vittime. Un dato che, pur presentando un calo numerico rispetto al 2023, nasconde una realtà molto più allarmante: se i truffatori colpiscono meno spesso, lo fanno con maggior precisione, mirando a obiettivi più redditizi.
Il cambiamento strategico dei malintenzionati è lampante: le frodi sotto i 1.500 euro sono diminuite del 30%, mentre quelle tra 3.000 e 5.000 euro sono esplose, segnando un inquietante +92,7%. Aumentano in modo significativo anche i casi che superano la soglia dei 10.000 euro, dimostrando come la criminalità finanziaria stia puntando verso il segmento più profittevole, adottando metodi sempre più sofisticati e difficili da individuare in tempo utile. Chi si ritrova coinvolto spesso non si accorge di nulla fino a quando riceve una chiamata dal recupero crediti o si vede rifiutare un mutuo legittimo, a causa di segnalazioni mai conosciute.
Il cuore pulsante di questa nuova generazione di truffe è il furto d’identità, un crimine tanto semplice da attuare quanto devastante nelle sue conseguenze. Non servono più numeri di conto, codici PIN o coordinate bancarie: bastano nome, cognome, indirizzo e magari l’immagine di un documento, reperiti attraverso canali apparentemente innocui. In rete, ogni giorno, miliardi di dati personali circolano tra siti fasulli, email ingannevoli e app-trappola. Il phishing, in continua evoluzione, si mimetizza tra notifiche bancarie, avvisi di corrieri, rimborsi fiscali, e colpisce indistintamente, senza distinzione di età o condizione sociale.
Tra i casi emblematici segnalati da Crif, spicca quello di una giovane donna che aveva pubblicato un semplice annuncio per affittare una casa. Un presunto interessato è riuscito, con una conversazione via email, a raccogliere informazioni sufficienti per attivare, a sua insaputa, un finanziamento per l’acquisto di un elettrodomestico. L’inganno si è materializzato solo settimane dopo, quando ha ricevuto un messaggio per la conferma di un’operazione mai avviata. Un altro episodio ha riguardato un uomo di 69 anni che, dopo aver cliccato su un’email apparentemente innocua, ha ricevuto a casa una carta di credito mai richiesta. Indagando, ha scoperto che a suo nome era stato aperto un conto corrente, acceso un prestito per un’auto di lusso e segnalata una linea di credito attiva. A lui, completamente estraneo ai fatti, sono rimaste le rogne legali e la macchia della segnalazione come cattivo pagatore, che può compromettere per anni la possibilità di accedere a servizi bancari legittimi.
Ma le truffe non si limitano ai piccoli importi. Sempre più frequentemente emergono casi di mutui erogati fraudolentemente, in particolare quelli chirografari o destinati a ristrutturazioni edilizie. Si tratta di raggiri organizzati con estrema cura, spesso orchestrati da gruppi criminali che riescono a presentare richieste complesse in banca usando documenti falsificati o rubati. In alcuni casi, l’intera procedura viene portata a termine con la complicità di soggetti terzi pagati per recarsi fisicamente allo sportello. I tempi di scoperta, in simili scenari, possono superare i cinque anni, mentre i danni per la vittima diventano ogni giorno più difficili da sanare.
Nonostante la gravità del fenomeno, molte vittime si accorgono del danno solo quando il problema è già esploso. La forma di finanziamento più colpita continua a essere il prestito finalizzato, spesso legato all’acquisto di beni come elettrodomestici, telefoni, automobili o servizi online. Tuttavia, il prestito personale tradizionale sta guadagnando terreno: nel 2024 ha rappresentato più del 25% dei casi, con un balzo del 65,9% e un importo medio superiore ai 16.600 euro. Questa crescita indica un cambiamento nel comportamento dei truffatori, sempre più orientati verso forme di credito flessibili, più facili da attivare e difficili da controllare.
Il boom dell’e-commerce ha alimentato un’altra miccia esplosiva: le frodi legate al Buy Now, Pay Later, un meccanismo di pagamento differito promosso da operatori come Klarna o PayPal. Le truffe si consumano in pochi minuti: con dati personali rubati, il malintenzionato acquista un bene, spesso facilmente rivendibile, e lascia il conto da pagare alla vittima ignara. Gli elettrodomestici rappresentano ancora oggi la categoria più bersagliata, con quasi il 29% delle frodi totali, seguiti dal comparto auto e moto.
Difendersi non è impossibile, ma richiede consapevolezza e prontezza. Il primo passo è monitorare regolarmente la propria posizione creditizia, attraverso strumenti come la visura CRIF gratuita disponibile annualmente. È fondamentale non condividere mai dati personali su siti o app di dubbia provenienza, e diffidare di email, SMS o telefonate che chiedono informazioni anche solo all’apparenza banali. In caso di sospetto, bisogna contattare subito l’istituto di credito coinvolto, sporgere denuncia presso le autorità e richiedere la cancellazione delle segnalazioni fraudolente presso le centrali rischi.
Il problema delle truffe sui prestiti e mutui non è soltanto una questione individuale. È un sintomo evidente della fragilità strutturale di un sistema che, per favorire la digitalizzazione e l’accesso rapido al credito, ha abbassato le barriere di sicurezza, lasciando i cittadini più esposti. Oggi basta un documento fotografato distrattamente, un indirizzo email compromesso o un numero di cellulare trafugato per innescare una spirale di indebitamento che può devastare la vita economica di una persona.
Servono interventi urgenti e concreti: maggiore tracciabilità delle richieste di prestito, autenticazioni obbligatorie a due fattori, strumenti di notifica immediata via SMS o app, e un sistema di allerta nazionale centralizzato. Ma serve anche un cambio culturale, un’educazione finanziaria che renda ogni cittadino consapevole dei propri diritti e dei rischi legati all’identità digitale. Il credito deve essere uno strumento di crescita, non un'arma in mano ai truffatori.