L'adeguamento al rialzo delle tariffe per i servizi di telefonia mobile e fissa è già in corso per alcuni clienti dei principali operatori telefonici.
L'incremento dei prezzi al consumo in Italia, correlato all'inflazione, coinvolge tutti i settori della società, incluso quello delle telecomunicazioni. Mentre alcuni segnali positivi sono evidenti, l'inflazione permane elevata nell'intera zona euro, e i consumatori sono da mesi alle prese con aumenti che impattano sui bilanci familiari.
L'adeguamento al rialzo delle tariffe per i servizi di telefonia mobile e fissa è già in corso per alcuni clienti dei principali operatori telefonici, e tale trend è destinato a proseguire nel futuro in base all'evolversi dell'inflazione. Facciamo il punto della situazione in vista del 2024:
Questa formula prevede incrementi automatici nelle tariffe dei contratti business sottoscritti dopo il 2 agosto 2023, sia per servizi fissi che mobili, a 12 e 24 mesi dalla stipula. Questi aumenti, variabili fino al 10% a seconda dei piani, sono una scelta di Vodafone di disconnettersi dai tassi Istat e dagli spread, adottando un approccio di arbitrarietà totale che, se accettato dal cliente, diviene una semplice condizione tariffaria. La telco sostiene che l'applicazione degli aumenti programmati non comporti una modifica suscettibile di diritto di recesso, in quanto già inclusa nelle condizioni tariffarie iniziali.
Ricordate l'aggiornamento Istat delle tariffe telefoniche attuato da WindTre e Tim? Questo incremento, introdotto in maniera discreta nelle clausole contrattuali, è stato aumentato per via di un tasso supplementare arbitrario, aggiunto dall'inflazionato contesto economico. WindTre ha stabilito un aumento minimo del 5%, anche in presenza di un tasso di inflazione più contenuto.
Tim, d'altro canto, ha adottato un approccio più esplicito, annunciando un supplemento arbitrario del 3,5% al tasso Istat. Tali aumenti, integrati nelle norme contrattuali e dunque applicabili solo ai nuovi contratti, non potevano essere attivati immediatamente poiché era necessario attendere la maturazione dell'inflazione. Questi incrementi diverranno effettivi dal 2024, non appena sarà calcolato il tasso di inflazione accumulato nel 2023.
Le compagnie telefoniche stanno progettando nuove modalità per adeguare le tariffe in base al costo della vita, preparandosi per il futuro. WindTre e Tim si collocano tra i primi operatori ad aver implementato un meccanismo di tariffe indicizzate all'inflazione, che non rappresenterà più una rimodulazione tariffaria soggetta al diritto di recesso stabilito dall'Agcom. Questa innovazione è di rilevanza e si prevede che sarà adottata anche da altri operatori. Le tariffe indicizzate all'inflazione saranno soggette a un aggiornamento annuale del canone mensile in base all'andamento dell'inflazione.
Ad esempio, Tim ha deciso di collegare le tariffe indicizzate all'inflazione all'indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell'Unione europea, che fornisce una misura comparabile dell'inflazione a livello europeo. D'altra parte, WindTre ha optato per l'indice Foi (Indice dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai ed Impiegati), che misura l'andamento dei consumi delle famiglie con un capofamiglia lavoratore dipendente.
Indipendentemente dall'indice selezionato, il meccanismo rimane uniforme: una volta all'anno, a partire dal primo aprile 2024 per Tim e WindTre, verrà valutato il tasso di inflazione, e le tariffe mensili dei servizi di telefonia fissa e mobile verranno adeguate di conseguenza.