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Quando ci sarŕ il prossimo crollo delle Borse? Nel 2024? Ecco cosa dicono esperti, fondi e banche

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tutto da scrivere il futuro delle Borse

Sono ancora tutte da scrivere le prospettive delle Borse da qui alla fine dell'anno: ecco alcune previsioni a confronto.

Con l'avvicinarsi dei giorni e considerando il recente trend di forte crescita dei mercati finanziari nel corso degli ultimi mesi del 2023, il crollo nel 2024 non è un'opzione che fondi banche stanno escludendo. In particolare, alcuni esperti attribuiscono la tendenza al rialzo, soprattutto nei mercati statunitensi, alle aspettative di un imminente ribasso dei tassi di interesse, anche in considerazione della prospettiva di una recessione economica.

Da non sottovalutare è anche il rally eccezionale del 2023, verificatosi in un contesto economico già in fase di rallentamento. Questa situazione ha portato a un aumento delle preoccupazioni tra i nostri clienti, i quali hanno registrato un rendimento medio compreso tra il 7% e il 12% nel corso del 2023.

Appare difficile immaginare un crollo vertiginoso delle Borse, ma una caduta non va affatto esclusa, almeno stando a quanto leggiamo dalle analisi di banche ed esperti. Ma facciamo il punto della situazione sulla base delle ultime analisi in materia:

  • La prospettiva pessimistica: recessione nel 2024
  • La prospettiva moderata: stabilità ma l'incertezza rimane

La prospettiva pessimistica: recessione nel 2024

Massimo Siano, socio co-fondatore e responsabile per l'Italia nella società d'investimenti 21Shares di Zurigo, prevede una recessione nel 2024, sebbene non necessariamente di forte entità, accompagnata da una correzione al ribasso dei mercati azionari.

Siano spiega che i mercati azionari sono in una fase di crescita prolungata e potrebbero essere influenzati da quella che Alan Greenspan, ex governatore della Federal Reserve americana, ha definito come "esuberanza irrazionale dei mercati". Al contrario, i mercati obbligazionari tendono a riflettere in modo più accurato le reali condizioni economiche, come sostiene il premio Nobel dell'Economia Paul Krugman.

Oggi i mercati obbligazionari indicano una scommessa sul calo dei tassi d'interesse in seguito a un marcato declino dell'inflazione. Le prospettive di un calo dell'inflazione sono legate a vari fattori incerti. Potrebbe verificarsi un forte aumento della produttività grazie a nuove tecnologie, anche se questo evento è imprevedibile. Un'altra possibilità è che la risoluzione delle attuali crisi geopolitiche, dall'Ucraina al Medio Oriente, porti a una stabilizzazione a lungo termine dei prezzi dell'energia e delle materie prime, ma è considerato poco probabile.

Allo stesso modo, un calo dell'inflazione potrebbe verificarsi a seguito di una contrazione dei consumi globali, indicando una recessione. Siano trova difficile immaginare una recessione accompagnata da un aumento dei mercati azionari. Pertanto, egli prevede una correzione al ribasso dei mercati azionari nel prossimo anno.

La prospettiva moderata: stabilità ma l'incertezza rimane

Il recente rally dei mercati finanziari offre prospettive positive per il 2024, ma occorre considerare i rischi associati all'inflazione e ai tassi di interesse elevati. Nel 2023, lo S&P500 è aumentato di oltre il 21%, mentre il Nasdaq ha registrato un aumento del 50%. Anche le borse europee hanno mostrato una crescita più moderata, con l'Euronext 100 in aumento dell'11% e l'FTSE MIB di Borsa Italiana superiore al +28%.

Anche il settore delle criptovalute ha registrato una ripresa, con il prezzo del Bitcoin in aumento del 145% nel 2023, superando i 38.000 euro, e quello di Ethereum cresciuto dell'80%, superando i 2.000 euro. Per quanto riguarda le materie prime, i prezzi attuali tendono al ribasso, ma rimane alta l'incertezza legata al conflitto Hamas-Israele e alla tenuta della domanda globale, il che influenzerà le performance del comparto manifatturiero.

Secondo gli esperti, in questo contesto incerto, i mercati finanziari nel 2024 potrebbero rimanere stabili, mantenendo un livello di crescita basso o moderato, almeno nei prossimi mesi. Da monitorare attentamente è anche il comportamento dell'euro, con il possibile rafforzamento della moneta unica sul dollaro nel corso del 2024, soprattutto se il differenziale tra i tassi della Bce e della Fed dovesse ridursi come previsto da molti analisti.