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Rinnovo contratti CCNL statali 2025-2026, novità dal DEF su beneficiari, quando potrebbe scattare e importi

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono le novità contenute nel nuovo Def sul rinnovo dei contratti Ccnl degli Statali ancora bloccati: le anticipazioni e i chiarimenti

Quali sono le novità contenute nel nuovo Def sul rinnovo dei contratti Ccnl degli Statali? Dopo la sottoscrizione del contratto per gli statali delle Funzioni Centrali, tutti gli altri Ccnl del pubblico impiego, del triennio 2022-2024, sono bloccati.

Le discussioni continuano ma per la conclusione delle trattative non sembrano prospettarsi tempi brevi. Novità potrebbero però arrivare dalla prima definizione del Def, Documento di Economia e Finanza, ormai sostituito dal Documento di finanza pubblica approvato in Consiglio dei ministri.

Il documento riporta le previsioni tendenziali sulla spesa per redditi da lavoro dipendente delle amministrazioni pubbliche, stimata pari a 201 miliardi nel 2025 (+2,3%), a 205,9 miliardi nel 2026 (+2,4%) e a 207 miliardi nel 2027 (+0,5%) e ci si chiede quanto queste potranno influire sul rinnovo contrattuale ufficiale.

  • Rinnovo Ccnl Statali e Def 2025, quando e per chi ci sarebbe
  • Gli importi stimati per gli aumenti contrattuali 

Rinnovo Ccnl Statali e Def 2025, quando e per chi ci sarebbe

Le ipotesi riportate nel Dfp prevedono che nel 2025 verranno siglati i rinnovi per i contratti relativi al triennio 2022-2024 per il personale non dirigenziale del comparto Funzioni locali, del comparto Sanità, del comparto Istruzione e Ricerca, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle Forze armate e dei Corpi di polizia ad ordinamento civile e militare, oltre che della Carriera prefettizia e della Carriera diplomatica.

Per i restanti contratti, l’accordo di rinnovo potrebbe arrivare il prossimo 2026.

Nel frattempo, l'Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni che negozia i rinnovi con le parti sociali, ha convocato per il 29 aprile le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Sanità per riprendere il confronto sul Contratto, che era stato bloccato per la richiesta, proprio da parte delle forze sociali, di maggiori risorse da investire per garantire aumenti di stipendio più alti.

La stessa Aran ha, inoltre, proposto di superare il tetto al trattamento accessorio per gli enti locali, di introdurre maggiore flessibilità contrattuale, permettendo agli enti di offrire condizioni più competitive, e di allineare gli interventi alle regole UE, considerando i nuovi vincoli del Patto di Stabilità e della spesa primaria netta.

Gli importi stimati per gli aumenti contrattuali 

Il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, dal canto suo, sta lavorando d'intesa con il Ministero dell'Economia ad un provvedimento, in vista della conversione in legge del decreto legge P.A., per aumentare gli stipendi dei lavoratori degli enti locali.

Lo scopo è portandoli al livello di quelli erogati nelle amministrazioni centrali, in modo da evitare i continui trasferimenti dei dipendenti da Comuni e Regioni verso i ministeri.

Il governo ha anche definito già una serie di misure per rafforzare le pubbliche amministrazioni, prevedendo fondi integrativi per alcune categorie di dipendenti pubblici con il duplice obiettivo di migliorare l’efficienza amministrativa e di rendere più attrattive le carriere pubbliche.

I principali stanziamenti sono di:

  • 190 milioni di euro annui dal 2025 per il personale dei ministeri e della Presidenza del Consiglio, destinati alla retribuzione accessoria, che comprende, per esempio, premi, incentivi e progressioni;
  • 2 milioni annui per il personale diplomatico (MAECI) per garantire i dovuti adeguamenti retributivi;
  • 5,4 milioni nel 2025 e 5 nel 2026 per gli arretrati al personale dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
  • 20 milioni nel 2025 e 50 milioni annui dal 2026 al 2029 per l’introduzione dell’assicurazione sanitaria integrativa nella scuola.
Questi nuovi investimenti si tradurranno in un aumento medio retributivo del 3,15% per i dipendenti dei ministeri e dell’1,66% per l’intero comparto pubblico, da aggiungere al 6% già previsto dai rinnovi contrattuali.