Nei casi di affitto box in nero i rischi che proprietario e inquilino sono di carattere fiscale e anche civile per il proprietario con sanzioni che possono arrivare fino al 180% di mancato canone di affitto percepito denunciato in dichiarazione dei redditi.
L’affitto di un box auto per tanti proprietari è spesso un grande investimento perché soprattutto nelle grandi città si tratta di locali ricercati a causa delle difficoltà di trovare un parcheggio auto. Il box, sia da affittare sia da comprare, può essere associato ad un altro immobile affittato per uso abitativo e se i due immobili sono nello stesso territorio si può optare per la cedolare secca. In caso contrario bisogna stipulare un contratto di affitto con regime ordinario. Ma quali sono i rischi per proprietario e inquilino se si affitta un box in nero?
Quando si affitta un immobile, box compreso, deve essere stilato uno specifico contratto di affitto da registrare all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla stessa stipula, con pagamento di relative imposte di registrazione e bollo. Se, però, non si procedere alla registrazione del contratto che però tra le parti, proprietario e inquilino, è intercorso, allora si parla di affitto in nero.
I rischi di affittare un box in nero sono soprattutto da un punto di vista fiscale: la mancata registrazione del contratto alle Entrare rappresenta di per sé un vero e proprio atto di evasione fiscale non avvenuta come una vera e propria evasione fiscale così come la mancata dichiarazione del canone di affitto in sede di dichiarazione dei redditi. In questi casi sono previste sanzioni comprese tra il 60% e addirittura il 120% dell’imposta evasa.
Ma non solo: la mancata registrazione di un contratto di affitto di un box, come anche di un altro qualsiasi locale a uso abitativo o commerciale, prevede la contestuale nullità del contratto stesso e ciò significa che teoricamente proprietario e inquilino potrebbero fare ciò che vogliono senza rischiare alcuna conseguenza.
L’inquilino può, per esempio, non pagare il canone di locazione ma il proprietario non può procedere con alcuna procedura di sfratto o decreto ingiuntivo. Per evitare che scaturiscano problemi del genere si può procedere alla registrazione tardiva del contratto di affitto box e quando avviene la registrazione tardiva si può procedere con il ravvedimento operoso per un calcolo ridotto delle sanzioni in base al tempo trascorso.
In particolare,
I rischi previsti per il proprietario che affitta un box in nero sono di tipo civile e fiscale, considerando il nero come reato di evasione fiscale. In tal caso il proprietario può ricevere una cartella di pagamento per il versamento dell’imposta di registro per il contratto di affitto e le sanzioni vengono calcolate in base a percentuali che vanno dal 60 al 120% dell’imposta evasa.
La percentuale poi può salire, tra il 90 e addirittura il 180% se il canone di locazione è stato dichiarato molto inferiore rispetto a quelle effettivo, cadendo dunque nella dichiarazione infedele.
C’è poi da considerare l’omesso versamento dell’Irpef sui canoni di locazione ricevuti, per cui è responsabile solo il proprietario che rischia un accertamento fino a cinque anni dopo da quello in cui avrebbe dovuto presentare relativa dichiarazione dei redditi.
Inoltre, come sopra accennato, il rischio per il proprietario che affitta un box in nero è quello di non essere pagato quanto dovuto. Se, infatti, l’inquilino smette di pagare il canone mensile pattuito ma non registrato con contratto regolare può smettere di pagare e non può subire lo sfratto.
Se tornasse a pagare dopo un po’ di tempo, non sarebbe nemmeno tenuto al pagamento degli arretrati e nel caso in cui il proprietario dovesse decidere per un aumento, l’inquilino potrebbe anche rifiutare di pagare di più. In ogni caso, per l’inquilino non ci sarebbe alcuna conseguenza legale ma il proprietario del box rischierebbe di perderci parecchio.
Passando, invece, ai rischi per l’inquilino che affitta box in nero, sono a livello fiscale. Se, infatti, il contratto di affitto box non viene regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate, anche l’inquilino, come i proprietario, dovrà versare i soldi non pagati precedentemente per l'imposta di registro del contratto.