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Quando gli stipendi aumentano grazie al rinnovo CCNL ma non sono pagati. Il caso delle Coop Sociali è emblematico

Cosa prevede il rinnovo del Ccnl per le Coop Sociali e quali sono le difficoltà di adeguamento alle novità decise: la situazione attuale

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Quando gli stipendi aumentano grazie al

Quali sono gli aumenti degli stipendi decisi con il rinnovo del Ccnl Coop Sociali?

Il rinnovo del Ccnl Coop Sociali ha stabilito l’aumento degli stipendi di circa il 15% a regime. In particolare, sono stati decisi aumenti progressivi fino ad arrivare a regime a 120 euro mensili in più al livello C1, da riparametrare per gli altri livelli contrattuali.
 

Cosa sta succedendo dopo il rinnovo del Ccnl Coop Sociali che ha definito nuovi aumenti per i dipendenti?  Il contratto nazionale di lavoro delle Coop Sociali è stato rinnovato quest’anno e le novità interessano le tabelle retributive, le norme sugli orari di lavoro, malattia, ferie, permessi e maternità.

Si tratta di un buon accordo raggiunto che, però, ha qualche difficoltà di attuazione. Vediamo nel dettaglio cosa è stato deciso e cosa sta realmente accadendo.

  • Gli aumenti di stipendio previsti dal rinnovo Ccnl Coop Sociali
  • Cosa sta realmente succedendo
  • Le possibili soluzioni proposte


Gli aumenti di stipendio previsti dal rinnovo Ccnl Coop Sociali

Il rinnovo del Ccnl Coop Sociali ha stabilito l’aumento degli stipendi di circa il 15% a regime.

Entrando più nel dettaglio, per il rinnovo contrattuale, che interessa 400.000 lavoratori, sono stati decisi aumenti progressivi fino ad arrivare a regime a 120 euro mensili in più al livello C1, da riparametrare per gli altri livelli contrattuali.

Da gennaio 2025 sono previste anche l’introduzione della quattordicesima mensilità al 50%, l’incremento dell’importo per la sanità integrativa fino a 120 euro annui e l’estensione al 100% dell’integrazione economica della maternità.

Per quanto riguarda gli incrementi retributivi, sono stati in particolare previsti tre aumenti fino ad ottobre 2025 e di 60 euro già pagati con la mensilità di febbraio 2024 al livello C1, 30 euro anch’essi già pagati ad ottobre 2024 al livello C1 e altri 30 euro saranno riconosciuti con la mensilità di ottobre 2025 al livello C1.

Gli educatori dei servizi educativi per l’infanzia e gli educatori professionali socio pedagogici avranno diritto anche ad un elemento temporaneo aggiuntivo della retribuzione mensile di 41 euro dal primo gennaio 2025 e di 41 euro dal primo settembre 2025.

Oltre a questi cambiamenti, sono anche previsti:

  • nuovi tempi di vestizione e svestizione pari a 15 minuti riconosciuti durante l’orario di lavoro; 
  • l’incremento al 25% legato alla clausola di stabilizzazione per il personale a tempo determinato;
  • il superamento dell’articolo sull’obbligo di residenza in struttura e l’introduzione della reperibilità con vincolo di permanenza in struttura, con il riconoscimento di un corrispettivo economico; 
  • l’istituzione di una commissione paritetica per la revisione dei profili professionali e la riclassificazione del personale.

Il nuovo contratto collettivo di settore è già operativo da qualche settimana.

Ma le Coop faticano a garantire ai propri dipendenti gli adeguamenti retributivi stabiliti.

Cosa sta succedendo

Il grosso problema che impedisce di riconoscere i nuovi aumenti stabiliti è il mancato aggiornamento delle tariffe nei bandi pubblici della Pubblica Amministrazione per i servizi di welfare erogati dalle cooperative, in grado di coprire gli incrementi del 15% stabiliti, per cui migliaia di cooperative sono in difficoltà.

Le coop ricevono, infatti, contributi dagli enti locali ma non hanno aggiornato le tariffe di pagamento per chi presta servizi perché non sono disponibili le risorse economiche necessarie.

E’ tuttavia urgente trovare una rapida soluzione, sia per i lavoratori, sia per riuscire a garantire i servizi in maniera continuativa.

Le possibili soluzioni proposte

A chiedere soluzioni immediate è innanzitutto Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, che ha spiegato come, nel considerare le coop sociali e il sistema di assegnazione dei servizi sociosanitari e assistenziali, non si deve ragionare solo sul costo orario della persona.

Esiste anche in questo caso un’organizzazione aziendale, un coordinamento e una sicurezza da garantire, per cui è necessario riconoscere il valore del lavoro sociale.

Per risolvere il problema dell’aggiornamento delle tariffe, bisognerebbe agire su due strade. La prima riguarda gli appalti regionali (anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni) e la valorizzazione dei servizi erogati.

La seconda è una migliore gestione del lavoro con le singole amministrazioni comunali: è vero, infatti, che il nuovo codice degli appalti apre a una revisione dei prezzi, ma è necessario agire sul piano normativo per chiarire, in modo esplicito, che nelle gare d’appalto le tariffe devono essere obbligatoriamente adeguate in modo automatico ai rinnovi contrattuali.