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Che cos'č l'adempimento collaborativo con l'Agenzia delle Entrate e chi e quando puņ accedervi

L'adempimento collaborativo rappresenta un nuovo paradigma nei rapporti tra imprese e fisco: dalla normativa vigente ai requisiti di accesso, procedure, benefici e ruoli istituzionali, fino agli ultimi aggiornamenti e casi pratici

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Che cos'č l'adempimento collaborativo co

L’adempimento collaborativo è una delle più recenti innovazioni nel panorama della fiscalità d’impresa italiana, introducendo un modello evoluto di trasparenza e dialogo tra contribuenti e Amministrazione finanziaria. Formalizzato a livello normativo dal Dlgs n. 128/2015, come aggiornato dal Dlgs n. 221/2023, il sistema è stato pensato per favorire la prevenzione delle controversie fiscali e garantire certezza nell’applicazione delle norme tributarie. Il regime punta a instaurare un rapporto di cooperazione preventiva fra imprese e Agenzia delle Entrate, riducendo gli elementi di conflitto attraverso un costante scambio informativo volto alla gestione congiunta dei rischi fiscali. Gli elementi distintivi di questa disciplina sono, oltre alla trasparenza, una maggiore responsabilizzazione delle imprese nel rispetto delle norme tributarie e la possibilità di fruire di canali preferenziali di interlocuzione istituzionale.

Evoluzione dell'istituto, dalla cooperazione fiscale rafforzata alla cooperative compliance

L’istituto si è affermato attraverso un percorso normativo e operativo che, partendo dalla cosiddetta cooperazione fiscale rafforzata, ha progressivamente abbracciato le logiche internazionali della cooperative compliance. Il quadro originario, contenuto nel Dlgs n. 128/2015, ha visto una sua evoluzione con il recepimento delle migliori pratiche OCSE e il progressivo abbassamento delle soglie per l’accesso. Inizialmente rivolto esclusivamente a grandi gruppi e imprese multinazionali, il regime è ora accessibile anche a realtà di dimensioni medio-grandi, grazie agli ampliamenti portati dai recenti interventi legislativi. Un passaggio chiave è rappresentato dall’ultima riforma (Dlgs n. 221/2023) che, in linea con i principi della delega fiscale, ha reso più inclusiva la partecipazione delle imprese al regime. Il dialogo continuo fra contribuente e uffici fiscali, teso alla risoluzione preventiva delle criticità, si è così consolidato come paradigma della moderna relazione fisco-impresa, rafforzato dal coinvolgimento diretto della Guardia di Finanza e da specifici tavoli tecnici volti alla produzione e aggiornamento delle linee guida operative.

Chi può accedere, requisiti soggettivi e soglie dimensionali

L’accesso all'adempimento collaborativo è riservato sia a soggetti residenti, sia a non residenti dotati di stabile organizzazione in Italia, purché siano in grado di dimostrare il possesso di specifici requisiti dimensionali e organizzativi. Dal 2024, il limite minimo di volume d’affari o ricavi necessario è fissato in 750 milioni di euro, che scenderà a 500 milioni di euro nel 2026 e raggiungerà i 100 milioni di euro dal 2028. Queste soglie rendono potenzialmente idonee oltre 11.000 aziende italiane negli anni a venire. È prevista anche una partecipazione volontaria per soggetti di minori dimensioni, ma con benefici premiali ridotti. Oltre ai parametri quantitativi, sono fondamentali idonei presidi di governance interna, come l’adozione e la certificazione di un Tax Control Framework (TCF) efficace, che garantisca la corretta gestione, rilevazione e controllo dei rischi fiscali. Sono esclusi i soggetti che non soddisfano i requisiti soggettivi e oggettivi, così come chi non assicura trasparenza e collaborazione continuativa nel rapporto con l’Amministrazione.

Iter di adesione: procedure, modelli e certificazioni richieste

Il percorso per entrare nel regime richiede la presentazione di una specifica istanza di adesione all’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello aggiornato con il provvedimento del 17 dicembre 2024 (reperibile sul portale dell’Agenzia delle Entrate). La domanda viene trasmessa via PEC e deve contenere tutti i dati essenziali a comprovare il possesso dei requisiti soggettivi, oggettivi e organizzativi. Contestualmente, è necessario dimostrare di aver adottato un adeguato Tax Control Framework, corredato dalla relativa certificazione.

  • Raccolta documentazione: predisposizione degli atti comprovanti i requisiti, il TCF e la relativa certificazione
  • Compilazione modello: secondo gli aggiornamenti normativi
  • Invio digitale: tramite posta elettronica certificata
  • Valutazione istruttoria: l’Amministrazione effettua verifiche ed eventualmente chiede integrazioni
  • Ammissibilità e iscrizione nell’elenco ufficiale: in caso di esito positivo, l’impresa accede ai benefici e viene pubblicata nell’elenco pubblico dei soggetti ammessi

Il diniego di ammissione comporta la comunicazione delle ragioni ostative e la possibilità di presentare osservazioni o di integrare la documentazione.

Il Tax Control Framework e la sua certificazione

L’adozione di un Tax Control Framework si configura come requisito imprescindibile sia per l’accesso che per il mantenimento dello status di contribuente collaborativo. Il TCF costituisce il sistema integrato di politiche, procedure, ruoli e responsabilità interni all’azienda indirizzati al monitoraggio, alla rilevazione e alla gestione del rischio fiscale. Dal 2024, la certificazione del TCF è obbligatoria: può rilasciarla solo un professionista indipendente (avvocato, dottore commercialista, o consulente del lavoro per le materie di competenza), purché non abbia contribuito direttamente all’elaborazione del TCF stesso, evitando qualsiasi conflitto di interessi, come chiarito dal Decreto MEF-Giustizia del 12 novembre 2024.

Il professionista incaricato attesta che:

  • le procedure sono adeguate ed efficacemente applicate
  • il sistema di controllo è conforme ai principi contabili e tributari
  • sono stati eseguiti gli adempimenti e controlli richiesti dalla normativa vigente

La certificazione va presentata annualmente e costituisce condizione per il mantenimento nel regime e per la fruizione dei relativi benefici amministrativi e reputazionali.

Vantaggi, benefici e conseguenze per le imprese aderenti

L’adesione al regime di adempimento collaborativo garantisce una serie articolata di vantaggi concreti per le imprese, sia operativi, sia reputazionali e sanzionatori. Tra i più rilevanti si annoverano:

  • Riduzione dei controlli: la trattazione preventiva delle posizioni fiscali esclude il sottoporsi a successivi controlli sulle stesse materie
  • Canali preferenziali: possibilità di avvalersi di procedure abbreviate di interpello e comunicazioni dedicate
  • Premialità amministrative: disapplicazione o riduzione fino al 50% delle sanzioni amministrative in caso di contestazioni
  • Sospensione della riscossione: sospensione dell’esecuzione delle sanzioni già comminate fino alla definizione dei giudizi
  • Benefici reputazionali: iscrizione dell’impresa nell’elenco pubblico dei soggetti virtuosi pubblicato dall’Agenzia delle Entrate

Questi elementi contribuiscono a rafforzare la certezza della disciplina fiscale, incentivano comportamenti trasparenti e facilitano i rapporti tra imprese e Amministrazione, con impatti positivi anche sulla competitività sui mercati nazionali e internazionali.