Il benchmark di un fondo di investimento rappresenta un parametro oggettivo di riferimento che consente agli investitori di valutare la performance e il rischio del proprio investimento in modo comparativo. Questo strumento è fondamentale per comprendere se un fondo sta ottenendo risultati in linea con il mercato o se sta sovraperformando rispetto a esso.
In Italia, la Consob ha imposto alle Società di gestione del risparmio l'utilizzo del benchmark come elemento di trasparenza e tutela per gli investitori. Si tratta di un indice o di una composizione di indici finanziari che permettono di contestualizzare i rendimenti ottenuti dai fondi, confrontandoli con l'andamento generale del mercato di riferimento.
Il termine benchmark, che in inglese significa letteralmente "parametro di riferimento" o "standard", nel contesto finanziario rappresenta un indice utilizzato per misurare e valutare la performance di un portafoglio o di un fondo di investimento.
L'utilità del benchmark è quella di fornire indicazioni chiare per la gestione continuativa sia dal punto di vista del rischio che del rendimento, permettendo agli investitori di valutare oggettivamente la performance relativa dei loro portafogli rispetto al mercato di riferimento.
Ogni indice che compone il benchmark è rappresentativo di uno specifico mercato e viene calcolato secondo regole chiare e trasparenti, con metodi di ricostruzione accessibili agli investitori. Questo permette di avere un termine di paragone affidabile per valutare l'efficacia della gestione del fondo.
Per essere considerato valido ed efficace, un benchmark deve possedere alcune caratteristiche essenziali:
Queste caratteristiche garantiscono che il confronto tra il fondo e il suo benchmark sia significativo e utile per l'investitore nella valutazione delle performance.
Un benchmark è un indice rispetto al quale viene misurata la performance di un fondo comune di investimento. Gli indici di rendimento totale, che tengono conto anche dei dividendi, sono considerati più accurati degli indici di prezzo che si limitano a registrare le variazioni delle quotazioni.
È importante sottolineare che un benchmark dovrebbe essere utilizzato per valutare un fondo confrontando i suoi rendimenti a lungo termine. Ad esempio, una performance di 6 mesi rispetto al benchmark in un fondo azionario ha un valore limitato se paragonata a una performance su un orizzonte di 3 anni o più.
I fondi comuni di investimento italiani sono tenuti a dichiarare i propri benchmark nei loro documenti ufficiali. Quando il benchmark selezionato da un fondo non è appropriato, l'investitore dovrebbe:
La seconda operazione viene generalmente effettuata da istituti di ricerca specializzati che possiedono le competenze necessarie per identificare il benchmark più adatto.
Il benchmark offre agli investitori diversi vantaggi pratici:
L'errore di benchmark si riferisce a una situazione in cui viene scelto un parametro di riferimento inadeguato in un modello finanziario. Questo può portare a dispersioni significative e giudizi errati sulla performance del fondo comune di investimento.
Non è sempre semplice individuare il benchmark più appropriato, ovvero decidere quale indice o quale combinazione di indici utilizzare. Se il benchmark è troppo ristretto, per il gestore può risultare difficile apportare un contributo significativo alla performance complessiva attraverso una gestione attiva.
In base al tipo di investimento e alla strategia del fondo, esistono diversi indici di riferimento comunemente utilizzati come benchmark:
Questi riferimenti sono indicativi; in realtà ciascun emittente può utilizzare anche altri benchmark in base alle caratteristiche specifiche del proprio fondo.
Il ruolo del benchmark varia significativamente in base al tipo di gestione del fondo:
Fondi a gestione attiva: l'obiettivo dichiarato è generalmente quello di sovraperformare il benchmark di riferimento. Il gestore ha la libertà di selezionare strumenti finanziari e allocazioni che si discostano, anche significativamente, dalla composizione del benchmark, con l'intento di ottenere rendimenti superiori.
Il confronto della performance di questi fondi con il benchmark ci dice se il fondo ha sovraperformato o meno il mercato, su diversi periodi temporali. Questo aiuta nella scelta di un adeguato schema di fondi comuni di investimento per gli investimenti.
Fondi a gestione passiva (ETF): l'obiettivo è replicare fedelmente il benchmark. In questo caso, il parametro di riferimento assume una valenza diversa rispetto ai fondi a gestione attiva. L'ETF, essendo uno strumento a gestione passiva, ha come scopo quello di seguire l'andamento dell'indice benchmark nella maniera più simile possibile, limitando le differenze al minimo.
Le statistiche mostrano che nel lungo termine, una percentuale significativa di fondi a gestione attiva non riesce a battere il proprio benchmark di riferimento. Questo è spesso dovuto alle commissioni di gestione più elevate che erodono i rendimenti.
Per determinare se un fondo sta utilizzando un benchmark appropriato e se sta performando adeguatamente rispetto a esso, è importante considerare diversi fattori:
È importante notare che un benchmark privo di costi di gestione ha un vantaggio intrinseco rispetto a un fondo, che deve sostenere spese di gestione e negoziazione. Questo è uno dei motivi per cui molti fondi attivi faticano a sovraperformare il loro benchmark nel lungo periodo