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Per quanto tempo gli investimenti in Btp, fondi di investimento ed Etf sono bloccati in caso di eredità e come sbloccarli prima

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono i tempi medi per sbloccare i prodotti finanziari di investimento come Btp, fondi di investimento ed Etf nei casi di eredità e successioni

Il decesso del titolare di un portafoglio di strumenti finanziari come titoli di Stato, fondi comuni di investimento ed ETF comporta il blocco temporaneo dell’operatività su tali asset. Questo congelamento, imposto da disposizioni di legge e prassi bancarie, mira a tutelare i diritti degli eredi e a garantire una corretta gestione dell’eredità.

Cosa accade a BTP, fondi di investimento ed ETF in caso di eredità

In caso di decesso del titolare, i prodotti finanziari come Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), fondi di investimento e ETF vengono automaticamente inclusi nell’attivo ereditario. Tale operazione comporta, da parte dell’istituto dove gli strumenti sono depositati, il blocco dei dossier titoli e dei relativi conti collegati. La banca o l’intermediario sospende l’operatività sia in acquisto sia in vendita fino a completa identificazione degli eredi e acquisizione della documentazione idonea.

La ripartizione degli strumenti segue quanto disposto dal testamento, o, in mancanza, le regole della successione legittima secondo il codice civile, per cui:

  • BTP: Questi titoli vengono trasferiti secondo le quote spettanti agli eredi. Sono esenti dall’imposta di successione, ma continuano a maturare cedole che spettano agli aventi diritto, con gli eventuali interessi ripartiti correttamente.
  • Fondi di investimento ed ETF: Rientrano nell’attivo ereditario e sono soggetti, salvo esenzioni su eventuali componenti di titoli di Stato all’interno dei fondi, sia alle imposte di successione sia alle regole fiscali relative alle plusvalenze latenti alla data di apertura della successione.
  • Cointestazione: In caso di strumenti o conti cointestati, si presume, salvo prova contraria, una proprietà pari al 50% per ciascun intestatario. Alla morte di uno, la sua quota cade in comunione ereditaria e sarà oggetto di divisione secondo le previsioni di legge.
Due sono le scelte che spettano agli eredi: mantenere la comunione ereditaria o liquidare la posizione, ma solo con il consenso di tutti gli aventi diritto.

Tempistiche e motivi del blocco degli investimenti finanziari dopo il decesso

Il congelamento degli investimenti finanziari dopo il decesso si attiva immediatamente dopo la notifica della morte all’istituto depositario. Come per i conti correnti, anche il periodo di blocco dipende dalla rapidità con cui gli eredi forniscono la documentazione e dall’efficienza della banca.

Le motivazioni principali di questo blocco sono:

  • Tutela degli eredi: Impedire che terzi possano effettuare movimenti non autorizzati sugli strumenti finanziari.
  • Verifica della titolarità: Garantire che le quote vengano attribuite ai legittimi eredi a norma di legge.
Generalmente i tempi di blocco variano tra un minimo di 2-4 settimane fino a diversi mesi, soprattutto in presenza di successioni complesse o documentazione carente. Le tempistiche possono essere allungate nei seguenti casi:
  • Pendenza di controversie ereditarie
  • Contestazioni sulla validità del testamento o di quote di legittima
  • Coinvolgimento di minori o incapaci (necessario l’intervento del giudice tutelare)
  • Strumenti finanziari detenuti presso diversi intermediari
Durante il blocco, le cedole e gli interessi maturati vengono comunque attribuiti all’eredità, ma non è possibile disporne fino alla conclusione delle pratiche.

Documentazione necessaria e iter per lo sblocco degli strumenti finanziari

Per ottenere lo sblocco e il trasferimento degli strumenti finanziari agli eredi, occorre rispettare un iter rigoroso, fornendo alla banca tutta la documentazione richiesta:

  • Certificato di morte in originale
  • Dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate
  • Atto notorio o dichiarazione sostitutiva che attesti la qualità di erede
  • Copia dei documenti di identità e codice fiscale di tutti gli eredi
  • Eventuali procure per la rappresentanza
  • Consenso scritto di tutti gli eredi per la suddivisione del patrimonio finanziario
  • Nel caso di minori o interdetti, autorizzazione del giudice tutelare.
Una volta consegnata la documentazione e verificata la posizione fiscale (pagamento delle imposte dovute e accettazione dell’eredità), la banca provvede allo sblocco e/o alla liquidazione degli strumenti finanziari. Il trasferimento può avvenire:
  • Su nuovo conto cointestato tra tutti gli eredi
  • Su conti già esistenti intestati agli eredi (consenso unanime necessario)
La tempistica media, in assenza di contenziosi o carenze documentali, si aggira tra 4 e 12 settimane.

Sbloccare anticipatamente: è possibile accelerare le procedure?

Velocizzare lo sblocco degli investimenti ereditati è possibile, ma dipende da diversi fattori. L’aspetto chiave per ridurre la durata del blocco risiede nella tempestiva e completa presentazione di tutta la documentazione richiesta. Di seguito alcuni suggerimenti pratici:

  • Preparare anticipatamente la dichiarazione di successione e ottenere l’atto notorio
  • Mantenere un canale di comunicazione diretto e costante con la banca
  • Garantire il consenso immediato e unanime di tutti gli eredi su modalità di trasferimento e divisione
  • Se presenti minori o incapaci, avviare subito le procedure presso il giudice tutelare
  • Richiedere la liquidazione anticipata solo della quota liquida (ad esempio contante) se la banca lo consente, lasciando la parte investita bloccata fino a chiusura della pratica
Un’ulteriore possibilità di contenere i tempi è affidarsi a consulenti esperti in successioni, che possano guidare e accelerare le pratiche. 

Particolarità e differenze tra BTP, fondi comuni e ETF in successione

Le procedure di blocco e sblocco variano in funzione dello specifico strumento finanziario:

  • BTP: Inclusi nell’attivo ereditario ma completamente esenti da imposta di successione. Cedole e capitale transitano integralmente agli eredi senza impatti fiscali ulteriori, salvo la tassazione ordinaria su interessi maturati successivamente.
  • Fondi comuni di investimento: Soggetti sia a imposta di successione (salvo la quota di titoli di Stato che può essere esclusa), sia alla tassazione sulle plusvalenze latenti, che viene computata al momento del trasferimento ai nuovi intestatari.
  • ETF: La successione comporta la messa a valore delle quote possedute, generando talvolta la necessità di dichiarare plusvalenze o minusvalenze nella dichiarazione di successione. La gestione fiscale può risultare più complessa in presenza di strumenti misti (parte titoli di Stato esente, parte soggetta a tassazione).
  • Strumenti cointestati: In caso di deposito cointestato, alla morte dell’intestatario il 50% del controvalore viene trasferito agli eredi, mentre il saldo resta al cointestatario superstite.

Il ruolo delle banche e le criticità più frequenti

La banca o il soggetto intermediario ricopre compiti di rilievo nella gestione della successione dei beni finanziari. L’istituto è tenuto a:
  • Ricevere la notifica della morte e bloccare la posizione
  • Verificare la documentazione presentata
  • Effettuare il calcolo delle spettanze e delle imposte dovute, collaborando con l’Agenzia delle Entrate
  • Gestire tempi e modalità del trasferimento degli asset.
Tra le criticità più comuni si evidenziano:
  • Tempi di attesa prolungati dovuti a incompleta o errata presentazione dei documenti
  • Richiesta di documentazioni non uniformi tra differenti banche
  • Difficoltà nel ricostruire la composizione del portafoglio o nella valorizzazione degli strumenti misti
  • Blocchi legati alla presenza di eredi minori o alla mancata unanimità tra gli eredi per la divisione del patrimonio.
Inoltre, alcune banche prevedono che la liquidazione dei titoli e la ripartizione del saldo avvenga solo al termine della successione. 

 

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