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Chi puņ detrarre le spese divorzio nel 730 2025 tra i coniugi e per quali importi

Spese per il divorzio che si possono detrarre nel 730 2025: quali sono e chi tra i coniugi puņ farlo in dichiarazione dei redditi

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
e aggiornato con informazioni attualizzate il
Chi puņ detrarre le spese divorzio nel 7

Quando si affronta un divorzio o una separazione, si va incontro a numerose spese legali che possono risultare considerevoli. Si tratta non solo degli onorari degli avvocati, ma anche di costi successivi come gli assegni di mantenimento all'ex coniuge e ai figli. Una domanda frequente riguarda la possibilità di portare in detrazione queste spese nella dichiarazione dei redditi. Vediamo chi può detrarre le spese per divorzio nel 730 2025 tra i coniugi e per quali importi.

Quali spese per divorzio sono detraibili nel 730 2025

Stando alla normativa fiscale vigente, le spese legali per il divorzio non possono essere detratte nel 730 2025. Come stabilito dalla Corte di Cassazione, il beneficio delle detrazioni per spese legali in dichiarazione dei redditi è riservato esclusivamente alle persone giuridiche (imprese) e non si applica alle spese sostenute per procedimenti di divorzio.

Di conseguenza, i soggetti privati non possono detrarre nella dichiarazione dei redditi:

  • La parcella dell'avvocato per la procedura di divorzio
  • Le spese legali connesse al procedimento
  • L'importo versato come assegno di mantenimento ai figli

Tuttavia, è possibile portare in deduzione gli assegni di mantenimento corrisposti all'ex coniuge. La normativa prevede infatti che, poiché l'assegno di mantenimento è tassato in capo a chi lo riceve, è simmetricamente deducibile per chi lo versa.

Assegno di mantenimento all'ex coniuge, regime fiscale

L'assegno di mantenimento all'ex coniuge gode di un trattamento fiscale particolare:

Per chi lo riceve: rappresenta un reddito assimilato a quello di lavoro dipendente (ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera i, del TUIR) e deve essere dichiarato nel quadro C o RC sezione II del modello 730.

Per chi lo versa: costituisce un onere deducibile dal reddito complessivo, da indicare nel rigo E22 del quadro E del modello 730, specificando il codice fiscale dell'ex coniuge beneficiario.

È importante sottolineare che la deduzione spetta solo se l'assegno è stato stabilito da un provvedimento dell'autorità giudiziaria ed ha carattere periodico. Non sono invece deducibili:

  • Le somme versate in un'unica soluzione (una tantum)
  • Gli assegni volontari non disposti dal giudice
  • Gli assegni destinati al mantenimento dei figli

Requisiti per la deduzione dell'assegno di mantenimento

Per poter dedurre l'assegno di mantenimento dal proprio reddito, è necessario rispettare alcune condizioni:

  • Deve essere corrisposto a seguito di separazione legale ed effettiva, scioglimento o annullamento del matrimonio, o cessazione degli effetti civili del matrimonio
  • Deve risultare da provvedimenti dell'autorità giudiziaria o da accordi raggiunti attraverso negoziazione assistita da avvocati o dinanzi all'Ufficiale dello stato civile
  • Deve avere carattere periodico (non una tantum)
  • Deve essere effettivamente versato al coniuge (non ai figli)

Oltre all'assegno di mantenimento vero e proprio, sono deducibili anche:

  • Gli adeguamenti ISTAT, purché previsti nella sentenza di separazione
  • Le somme pagate a titolo di arretrati (anche se versate in unica soluzione)
  • Il cosiddetto "contributo casa", ovvero le spese per il canone di locazione e le spese condominiali dell'alloggio del coniuge separato, se disposte dal giudice
  • Le somme corrisposte per l'estinzione del mutuo dell'ex coniuge (accollo del mutuo), purché di importo pari all'assegno stabilito dal Tribunale

Come funziona la deduzione dell'assegno di mantenimento

L'importo dell'assegno di mantenimento che si versa all'ex coniuge riduce la base imponibile su cui si applica l'aliquota IRPEF. Ad esempio, se un contribuente guadagna 2.000 euro al mese e versa 500 euro mensili all'ex coniuge come assegno di mantenimento, pagherà l'IRPEF su 1.500 euro anziché sui 2.000 euro lordi.

Per il periodo d'imposta 2024 (dichiarazione 730/2025), le aliquote IRPEF applicabili sono:

  • 23% per redditi fino a 28.000 euro
  • 35% per redditi oltre 28.000 e fino a 50.000 euro
  • 43% per redditi oltre 50.000 euro

È importante ricordare che, in caso di assegno corrisposto sia al coniuge che ai figli senza distinzione, si considera destinato al coniuge il 50% dell'importo, indipendentemente dal numero dei figli, salvo diversa indicazione nell'atto giudiziario.

Documentazione necessaria per la deduzione

Per beneficiare della deduzione dell'assegno di mantenimento nel 730 2025, è necessario conservare e presentare:

  • Copia della sentenza di separazione o divorzio, o dell'accordo di negoziazione assistita
  • Ricevute dei bonifici o altre prove di pagamento che attestino l'effettivo versamento degli importi nel 2024
  • Codice fiscale dell'ex coniuge (da indicare obbligatoriamente nella dichiarazione)

In caso di controlli fiscali, questa documentazione sarà indispensabile per dimostrare il diritto alla deduzione.

Assegno di mantenimento ai figli: nessuna agevolazione fiscale

A differenza dell'assegno all'ex coniuge, gli assegni di mantenimento destinati ai figli non sono soggetti a tassazione e quindi non vanno inseriti nella dichiarazione dei redditi del genitore che li percepisce.

Di conseguenza, il genitore che versa l'assegno di mantenimento ai figli non può portarlo in deduzione dal proprio reddito. Questo principio si applica indipendentemente dall'età dei figli o dal fatto che siano o meno fiscalmente a carico.

Le normative fiscali non prevedono quindi alcuna deducibilità per le somme versate a titolo di mantenimento per i figli, creando una netta distinzione rispetto al trattamento dell'assegno all'ex coniuge.

Come compilare il modello 730 2025 per l'assegno di mantenimento

Per chi versa l'assegno di mantenimento all'ex coniuge, l'importo va inserito nel quadro E, Sezione II, rigo E22 del modello 730 2025, specificando:

  • nella colonna 1: il codice fiscale dell'ex coniuge (dato obbligatorio, pena la perdita dell'agevolazione)
  • nella colonna 2: l'importo degli assegni corrisposti nell'anno d'imposta 2024

Per chi riceve l'assegno di mantenimento, l'importo deve essere indicato nella sezione II del quadro C nei righi da C6 a C8, dove nella colonna 2 va riportato l'importo dei redditi percepiti. È necessario anche barrare la casella di colonna 1 "Assegno del coniuge".

È importante notare che, secondo il principio di cassa, vanno dichiarati solo gli importi effettivamente percepiti nell'anno 2024. Analogamente, chi versa può dedurre solo quanto effettivamente pagato nell'anno.

Trattamento fiscale in caso di assegno una tantum

In alcune situazioni, i coniugi possono concordare un assegno di mantenimento in forma di una tantum, cioè un importo forfettario versato in un'unica soluzione, anziché pagamenti periodici.

Il trattamento fiscale in questo caso è completamente diverso:

  • Per chi lo versa: l'assegno una tantum non è deducibile dal reddito complessivo
  • Per chi lo riceve: l'assegno una tantum non costituisce reddito imponibile e non deve essere dichiarato

Su questo tema, la Corte Costituzionale ha più volte ribadito che le due forme di adempimento (periodica e una tantum), pur avendo entrambe la funzione di regolare i rapporti patrimoniali derivanti dallo scioglimento del vincolo matrimoniale, presentano differenze sostanziali che giustificano un diverso trattamento fiscale.

Altri aspetti fiscali rilevanti per i coniugi separati

Oltre agli aspetti relativi all'assegno di mantenimento, i coniugi separati o divorziati devono considerare altre implicazioni fiscali:

Detrazioni per figli a carico

In caso di separazione o divorzio, la detrazione per figli a carico genitori non sposati ma conviventi viene ripartita al 50% tra i genitori, salvo diverso accordo. Se l'affidamento è esclusivo, la detrazione spetta interamente al genitore affidatario. Ricordiamo che dal 2025, queste detrazioni sono state in gran parte sostituite dall'Assegno Unico Universale erogato dall'INPS.

Detrazioni per spese sostenute per i figli

Per gli oneri sostenuti in favore dei figli (spese mediche, di istruzione, assicurazioni, ecc.), le detrazioni e deduzioni competono al genitore che ha fiscalmente a carico il figlio. Tuttavia, i genitori possono accordarsi per ripartire le spese in percentuali diverse, purché nel limite dell'importo effettivamente sostenuto da ciascuno.

Abitazione principale

Quando l'abitazione principale dei coniugi è cointestata e viene assegnata a un solo coniuge, entrambi possono continuare a dichiarare la casa come abitazione principale, usufruendo delle relative agevolazioni fiscali. In caso di divorzio, il bonus prima casa per marito e moglie che si separano segue regole specifiche, con il coniuge trasferito che può continuare a considerare l'immobile come abitazione principale solo se vi dimorano i suoi figli.

Mutuo casa

La detrazione degli interessi passivi sul mutuo stipulato per l'acquisto dell'abitazione principale spetta all'intestatario del contratto di mutuo. In caso di divorzio, la detrazione compete al coniuge che ha trasferito la propria residenza, purché l'immobile sia abitato dai suoi familiari (ad esempio, i figli).

Queste considerazioni sono particolarmente rilevanti nella preparazione della dichiarazione dei redditi e possono comportare significativi vantaggi fiscali se gestite correttamente. È importante anche capire cosa succede quando due conviventi si separano con o senza figli in termini di beni, diritti e doveri, poiché le regole possono differire rispetto a una coppia sposata.

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